Raymond Benson
Raymond Benson (1955 – vivente), scrittore statunitense.
Metal Gear Solid
[modifica]La dottoressa Clark rientrò silenziosamente nella sala visite. Si fermò alle spalle del Presidente degli Stati Uniti e del generale Jim Houseman e rimase ad ascoltare i due uomini che parlavano a bassa voce. Erano come paralizzati di fronte alla finestra di osservazione che dominava la sala operatoria sottostante.
"Sta soffrendo?" chiese il Presidente.
"Da quel che sapevo, doveva essere sedata", rispose il generale. "Per di più, adesso non si vede niente, dannazione".
"Cosa sta succedendo?", domandò il Presidente. "Riesce a capire qualcosa?"
"Non ha nulla di cui preoccuparsi, signor Presidente". La voce calma e seducente della dottoressa Clark riecheggiò nella stanza, facendo trasalire i due uomini.
"Oh! Mi avete fatto prendere un colpo, dottoressa", mormorò l'anziano uomo politico. Quando non era di fronte a una telecamera, era sempre molto nervoso: un particolare
che la Clark aveva sempre trovato curioso. La divertiva spaventarlo; e questo era ancor più bizzarro, visto che era una donna, per quanto autorevole e carismatica.
Citazioni
[modifica]- Nella sua voce [della dottoressa Clark] si avvertiva il tipico accento alto-borghese, insieme a un timbro da attrice shakespeariana. (cap. 1, p. 10)
- Stava sognando [Solid Snake] di raccogliere mirtilli e lamponi artici e di nutrire gli husky che stava preparando per la famosa corsa di cani da slitta di Iditarod, quando il suo allarme interno lo svegliò di soprassalto. (cap. 2, p. 17)
- Da quando il colonnello Campbell era stato al comando di FOXHOUND, con Snake tra i suoi uomini, i due avevano stretto un legame che non si era mai indebolito, neppure dopo la sua decisione di ritirarsi dalla squadra.
"Snake. Ti trovo bene".
Snake preferì evitare di dire ad alta voce che invece il colonnello gli appariva invecchiato, dall'ultima volta che si erano visti. Del resto, ormai aveva superato la sessantina. Campbell indossava come sempre la sua vecchia uniforme da Berretto Verde, anche se da tempo non faceva più parte di quell'élite. (cap. 2, p. 19) - "Sconvolgente, non è vero? Ha [Liquid] la carnagione più chiara della tua, i capelli sono biondi e non castani, ma per il resto hai ragione, siete identici".
Il colonnello distolse lo sguardo, evitando quello di Snake. "Ecco perché abbiamo bisogno di te per questa missione. Crediamo che tu sia l'unica persona in grado di tenergli testa. [...] Ha combattuto nella Guerra del Golfo quand'era appena un adolescente, il più giovane arruolato nei SAS. [...] I dettagli sono segreti, ma sembra che inizialmente fosse stato infiltrato dal SIS in Medio Oriente, come dormiente".
"Mi sta dicendo che era una spia degli inglesi?"
"Non ha mai messo piede in Century House, se è questo che intendi. È stato catturato in Iraq e da quel momento non abbiamo più avuto sue notizie per diversi anni. Dopo che ti sei ritirato è stato liberato ed è entrato a far parte di FOXHOUND". (cap. 2, pp. 21-22) - Psycho Mantis, un russo con presunti poteri psichici. Sono pressoché certo che si occupi di ipnosi, lavaggio del cervello e torture psicologiche. L'altra che vedi è Sniper Wolf, una donna di origini curde: si dice che sia tra i migliori cecchini sulla faccia della terra. Affascinante quanto letale. Decoy Octopus viene invece dal Messico ed è un maestro dei travestimenti. Parla una decina di lingue ed è un esperto nel cambiare totalmente il proprio aspetto fisico. (Campbell: cap. 2, p. 22)
- "Vulcan Raven è dell'Alaska, per metà nativo americano e per metà Inuit. Si tratta di un ottimo soldato, e non solo per la sua gigantesca stazza fisica. [...] È anche uno sciamano, si dice che pratichi dei rituali che gli permettono di controllare quelli che chiama spiriti del deserto".
Snake annuì. "Ho sentito parlare di persone simili in Alaska. Sembra che riescano a costringere gli animali a eseguire i loro ordini. Uccelli, cani, qualunque bestia. È gente che mette i brividi".
"E infine abbiamo Revolver Ocelot. Russo, esperto di tecniche di interrogatorio e formidabile con la pistola. Un tipo strano: indossa sempre uno di quei polverosi trench da cowboy e non si separa mai dalla sua sei colpi. Si dice che i Russi lo abbiano addestrato per diventare un torturatore piuttosto abile: il genere di persona da cui preferiresti non essere catturato vivo". (cap. 2, pp. 22-23) - D'improvviso [Snake] fu travolto dai ricordi. In una delle sue prime missioni per FOXHOUND, si era dovuto infiltrare in un minuscolo stato sudafricano rivoltoso che si era autoproclamato "Outer Heaven", ossia "Paradiso Esterno". Laggiù, Big Boss, sfruttando la sua influenza e la sua forza militare, aveva deciso di radunare e organizzare la sua personale "nazione" di mercenari e rinnegati. (cap. 2, p. 23)
- "Anche se ha meno di vent'anni, [Meryl] è abbastanza adulta da poter prendere le sue decisioni da sola. È un buon soldato, Snake. Ha un'ottima mira quando si tratta di usare la pistola, e quando la incontrerai ti accorgerai di quanto è abile a muoversi furtivamente. Se la cava bene anche con la tecnologia e l'elettronica. Se riesci a trovarla, una volta dentro alla base, potrebbe essere un alleato prezioso per te".
In realtà, Snake non fece dei salti di gioia al pensiero di una ragazzina al suo fianco, per quanto brava fosse a riparare un tostapane. (cap. 2, p. 26) - Cominciò [Campbell] presentando Snake a una ragazza molto giovane, di etnia cinese, seduta davanti a una fila di computer. Pensò che fosse decisamente attraente, anche se troppo giovane per lui. "Questa è Mei Ling, la nostra addetta alle comunicazioni, specializzata in analisi dei dati e delle immagini. Oltre alla mia, sarà la sua voce quella che sentirai più spesso nel Codec". [...] A Snake, Mei Ling sembrò la versione reale di un personaggio di un qualche manga. (cap. 2, pp. 29-30)
- "[...] ci terrei che richiamaste Master Miller. Mi mancano i suoi discorsetti stravaganti".
Snake aveva sperato che fosse presente anche McDonnel Benedict Miller, il suo addestratore e mentore quand'era in FOXHOUND. Anche lui si era ritirato nelle foreste dell'Alaska, ma non lo vedeva da anni.
Campbell sogghignò. "Snake, sarai felice di sapere che Master Miller ha accettato di aiutarci. [...] Non ti stupire, quindi, se quando sarai circondato da una dozzina di nemici ti capiterà di sentire la sua voce". (cap. 2, p. 31) - Snake estrasse la SOCOM Mark 23 Modello 0 dalla fondina e ne controllò il tamburo. Carica e pronta a far fuoco. A suo giudizio, non esistevano pistole precise e versatili come la SOCOM calibro .45, di cui apprezzava particolarmente il modulo di puntamento laser. Ironicamente, in un mondo perfetto non avrebbe mai avuto bisogno di un'arma. (cap. 4, p. 37)
- Un buon pilota avrebbe potuto condurre senza troppi problemi un Hind-D nel bel mezzo di una bufera. Quel velivolo era noto per agilità e velocità. Snake aveva sentito dire che era l'elicottero da combattimento più difficile da abbattere. Le sue capacità offensive erano altrettanto formidabili, dotato com'era di mitragliatrici e di un sistema di missili anticarro Phalanga-P.
Le luci attorno all'elicottero ruotarono e puntarono verso l'alto, creando un tunnel di luci utili a guidare il pilota fuori dalla base. Quel bestione era enorme per essere un elicottero d'assalto, ma si sollevò da terra come se fosse senza peso. (cap. 4, pp. 40-41) - Un soldato, biondo e apparentemente piuttosto alto, era seduto sul W.C. con una rivista tra le gambe. I rumori che produceva erano quasi disumani. La guardia mormorò tra sé, ruttò e brontolò qualcosa a proposito del curry della sera prima. [...] [Snake] scorse un edificio piuttosto in disordine, con una scrivania ricoperta di scartoffie, confezioni di cibo vuote, alcune riviste oscene e tre monitor. Ad attirare la sua attenzione furono le scatole di munizioni e di granate contro la parete. Quell'ufficio doveva appartenere all'uomo nel bagno.
"È solo una guardia di basso livello", disse Mei Ling. "Si fa chiamare Johnny. Stando ai registri del personale di Shadow Moses, è il tecnico dei computer della base. (cap. 6, p. 56) - Si girò di scatto [Snake] e vide una sagoma alta [Revolver Ocelot], con indosso uno spolverino e diversi nastri di munizioni attorno al torace. L'uomo aveva dei baffi folti e dei lunghi capelli di un biondo che tendeva al bianco. Snake non faticò a immaginarselo nei panni del generale Custer in una rappresentazione della Battaglia di Little Big Horn del teatro di quartiere. (cap. 7, p. 69)
- "Non riuscirai ad aprire quell'ingresso da solo".
"Non so... Me la cavo abbastanza bene con le porte. Se serve, faccio anche le finestre". (cap. 9, p. 88) - Il sergente guardava attraverso la finestra di vetro antiproiettile per assicurarsi che il dottore [Otacon] non ne combinasse una delle sue. Non si fidava dei nerd che lavoravano a Shadow Moses. [...] "Per come la vedo io, l'unico otaku buono è un otaku morto". (cap. 12, p. 119)
- "Vorrei solo che ci fosse EE ad aiutarci. È un genio della programmazione".
"Chi diavolo è EE?"
"Mia sorella Emma. Emma Emmerich. Il suo nome completo sarebbe Emma Emmerich-Danziger. Lavora anche lei per il governo. Analista per l'NSA. Oh beh, in realtà io e lei non andiamo molto d'accordo. Non ci parliamo da un sacco di tempo".
Snake non riuscì a trattenere il suo sarcasmo. "Allora immagino che non ci sarà di grande aiuto, giusto?". (cap. 13, p. 133) - "Dove hai trovato quella Desert Eagle?"
"Nell'armeria. È una Action Express calibro .50. C'era anche una SOCOM, ma ho scelto questa", affermò facendo un cenno verso la pistola di Snake.
"Non è un po' troppo grande per una ragazza?"
"Non ti preoccupare, so come si maneggia".
"Forse dovresti usare..."
Lei lo interruppe estraendo fulmineamente la Desert Eagle, togliendo il caricatore, rimettendolo al suo posto e facendo scorrere il carrello con un tocco delicato ma deciso. "Ascoltami bene, gioco con pistole come questa da quando avevo otto anni. Mi trovo più a mio agio con loro che con un reggiseno". (cap. 14, pp. 142-143) - "Dannazione!", esclamò Snake. "Un PSG-1. Un'arma sofisticata: dove l'hai trovata?"
"L'ho rubata a una guardia che l'aveva appoggiato a terra e non la sorvegliava come avrebbe dovuto. Ho pensato che non puoi mai sapere quando può tornarti utile un fucile di precisione".
"È probabilmente il fucile semiautomatico più preciso del mondo". (cap. 14, p. 143)
Bibliografia
[modifica]- Raymond Benson, Metal Gear Solid, traduzione di Claudio Todeschini, Multiplayer.it Edizioni, 2014. ISBN 978-8-8891648-0-8
Altri progetti
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Opere
[modifica]- Metal Gear Solid (2008)