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Ernst Mach

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.

Ernst Mach (1838 – 1916), fisico e filosofo austriaco.

Citazioni di Ernst Mach

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  • Atomi? Ne avete mai visto uno?[1]
Ham se welche gesehen?[2]

Letture scientifiche popolari

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  • Perché l'uomo ha due occhi?
    Perché non sia turbata la bella simmetria del volto, risponderebbe l'artista. Perché il secondo occhio compensi la perdita eventuale del primo, risponderà il prudente economista. Perché l'uomo possa piangere con due occhi sopra i peccati del mondo, dirà qualche santocchio. Sono risposte soggettive. Ma se rivolgeste questa domanda ad uno scienziato moderno, ne avreste una risposta da farvi inorridire. Scusi, signorina, dice lo scienziato con grave cipiglio, non c'è alcuna ragione Perché l'uomo abbia due occhi; la natura non è una persona, e non è cosi gretta da proporre un fine a tutto quello che fa. E non è ancor nulla! Io conosco un professore che si sarebbe altamente scandalizzato se i suoi scolari avessero osato rivolgergli una domanda così antiscientifica.
    Domandatene ad uno scienziato meno arcigno, come credo di essere io. Io non saprei dirvi precisamente Perché l'uomo abbia due occhi; potrei forse dire che è per il piacere di vedervi qui radunati a sentirmi discorrere intorno a questo piacevole argomento.
    Voi fate un risolino incredulo. Eppure è questa una di quelle questioni alle quali cento sapienti non potrebbero dare una esatta risposta. (cap. V, p. 58)
  • Nessuno presuma di poter risolvere un grande problema se questo non domina tutta la sua vita in modo che ogni altra cosa divenga per lui una questione accessoria. (cap. XII, p. 218)
  • La condizione dello scopritore, come bene osserva W. James, non è dissimile da quella di chi si sforza di ricordare qualche cosa che ha dimenticato. Entrambi hanno come la sensazione di una lacuna, ma hanno idea indeterminata di ciò che dovrebbe riempirla. (cap. XII, p. 220)

Citazioni su Ernst Mach

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  • È interessante confrontare l'analisi di Mach dell'uso dei principi nella scienza con quelli di Einstein. Einstein lesse Mach con interesse e ne fu influenzato sotto diversi aspetti. (Paul Feyerabend)
  • La scienza per Mach era tradizione storica. Per spiegare il suo sviluppo e preparare gli scienziati ai loro compiti, egli usava storie, non modelli astratti. Andò alla ricerca di teorie relativistiche dello spazio e del tempo e plaudì ad esse quando fecero la loro comparsa (l'introduzione all'Ottica Fisica che contiene una severa critica della relatività speciale sembra essere un falso architettato dal figlio di Mach, Ludwig), e anticipò le caratteristiche di base della meccanica quantistica. Esprimendoci nel linguaggio del materialismo dialettico possiamo dire che Mach diede un resoconto materialistico della crescita della conoscenza (scientifica). Questo è quello che Mach fece. Quello che disse di aver fatto è un'altra faccenda. (Paul Feyerabend)
  • Se si fosse fatto un sondaggio tra gli scienziati di fine Ottocento chiedendo loro cosa pensavano che fossero i costituenti elementari della natura, si sarebbero ricevute risposte discordanti. Ancora un secolo fa, l'ipotesi atomica non era universalmente accettata: scienziati illustri, tra cui Ernst Mach, sostenevano che fosse sbagliata. (Brian Greene)
  • Era così forte in lui il piacere immediato di vedere e capire – l'amor dei intellectualis di Spinoza – che fino in tarda età ha guardato il mondo con gli occhi curiosi di un bambino, continuando a trovare gioia e appagamento nel capire i nessi tra le cose.
  • Mach era un ottimo studioso della meccanica, ma un pessimo filosofo.
  • Per quanto riguarda Mach, è bene distinguere tra l'influenza che ebbe in generale e quella che esercitò su di me in particolare. Mach ha compiuto significative ricerche sperimentali (ad esempio, la scoperta delle onde d'urto, basata su un metodo ottico veramente geniale); ma non di questo vogliamo discutere, bensì di come influenzò la visione generale dei concetti di base della fisica. In questa prospettiva il suo grande merito sta, a mio parere, nell'aver allentato il dogmatismo che dominava in quell'ambito nei secoli XVIII e XIX. Egli ha cercato di mettere in luce, specialmente nei campi della meccanica e della teoria del calore, il modo in cui i concetti hanno avuto origine dall'esperienza; Mach sosteneva in maniera convincente l'opinione che finanche i più basilari tra i concetti fisici si fondano sui dati empirici e, da un punto di vista logico, non sono in alcun modo necessari. Evidenziando come nella fisica siano cruciali i problemi connessi ai concetti di base, più che quelli d'ordine logico-matematico, egli ha esercitato un'influenza particolarmente salutare. Il suo punto debole stava, a mio modo di vedere, nel considerare l'attività scientifica all'incirca un semplice «mettere ordine» nei materiali empirici. Egli, insomma, non rese giustizia all'elemento di libera volontà costruttiva presente nella formazione dei concetti. Riteneva, in certo modo, che all'origine delle teorie vi fossero «scoperte» e non «invenzioni», spingendosi addirittura a vedere, nelle sensazioni, unità costitutive del mondo reale piuttosto che semplici oggetti di comprensione; pensava di poter colmare in tal modo lo iato fra psicologia e fisica. Fosse stato coerente fino in fondo, avrebbe dovuto rifiutare non solo l'atomismo, ma l'idea stessa d'una realtà fisica.

Note

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  1. Citato in AA.VV., Il libro della fisica, traduzione di Roberto Sorgo, Gribaudo, 2021, p. 111. ISBN 9788858029589
  2. Attribuita. Citato da Henning Genz, Wie die Naturgesetze Wirklichkeit schaffen. Über Physik und Realität, Monaco, 2002.

Bibliografia

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Altri progetti

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