[go: up one dir, main page]

Vai al contenuto

Venetian Snares

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Venetian Snares
Paese d'origineCanada (bandiera) Canada
GenereBreakcore[1]
Musica elettronica[1]
Periodo di attività musicale1992 – in attività
Album pubblicati22
Sito ufficiale

Venetian Snares spesso abbreviato in Vsnares, pseudonimo di Aaron Funk (Winnipeg, 11 gennaio 1975), è un compositore e musicista canadese.

Il suo stile è molto vario e arriva ad abbracciare sonorità diverse tra loro per origini ed influenze, spaziando dalla drum and bass all'hardcore ed altri stili dell'elettronica, seppur abbia definito il genere breakcore.[1]

Apprezzati dalla critica, i suoi lavori sono spesso caratterizzati da tempi dispari (7/4 o 11/4) e sonorità elaborate o, al contrario, da suoni ruvidi e aggressivi.

Attivo nel campo della sperimentazione musicale, arriva a fondere generi molto distanti tra loro: ne è un esempio l'album Rossz csillag alatt született ("Nato sotto una cattiva stella" in lingua ungherese) dove beat frenetici e compositi incontrano rapsodie ungheresi.

I titoli degli album e delle canzoni sono spesso provocatori, basti pensare a Winnipeg is a frozen shithole o a The Chocolate Wheelchair Album.

Le copertine dei suoi album sono spesso disegnate dall'artista britannico Trevor Brown, i cui disegni sono caratterizzati dal connubio di immagini violente e sesso[2].

Album in studio
Raccolte
EP
  • 1999 - Greg Hates Car Culture
  • 2000 - Salt
  • 2000 - 7 Sevens.med EP
  • 2001 - White Label
  • 2001 - Defluxion / Boarded Up Swan Entrance
  • 2001 - Shitfuckers!!!
  • 2001 - The Connected Series 2|The Connected Series #2 (collaborazione con Cex)
  • 2002 - A Giant Alien Force More Violent & Sick Than Anything You Can Imagine
  • 2003 - Badminton
  • 2003 - Einstein-Rosen Bridge
  • 2003 - Nymphomatriarch
  • 2004 - Moonglow / This Bitter Earth
  • 2004 - Horse and Goat
  • 2004 - Infolepsy EP
  • 2007 - Pink + Green
  • 2007 - Sabbath Dubs
  1. ^ a b c (EN) Paul Simpson, Venetian Snares, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 24 giugno 2022.
  2. ^ Riccardo Chiaretti, Dol Dol Del (recensione), in Ritual, #7 anno II - Marzoe/Aprile 2002.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN102774111 · ISNI (EN0000 0000 8009 3382 · Europeana agent/base/63566 · LCCN (ENno2016046826
  Portale Biografie: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di biografie