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Trithrinax campestris

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Trithrinax campestris
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Monocotiledoni
(clade)Commelinidi
OrdineArecales
FamigliaArecaceae
SottofamigliaCoryphoideae
TribùCryosophileae
GenereTrithrinax
SpecieT. campestris
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseLiliopsida
OrdineArecales
FamigliaArecaceae
SottofamigliaCoryphoideae
TribùCryosophileae
GenereTrithrinax
SpecieT. campestris
Nomenclatura binomiale
Trithrinax campestris
(Burmeist.) Drude & Griseb.
Sinonimi

Copernica campestris

La palma caranday (Trithrinax campestris (Burmeist.) Drude & Griseb.) è una pianta della famiglia delle Arecacee, nativa delle savane uruguayane e del nord-est dell'Argentina.[1]

Trithrinax campestris è una palma pianta floreale monocotiledone di relativamente modesta altezza (alta fino a 6 m) e stelo largo generalmente coperto dalle rimanenze del fogliame precedente che funge da spesso rivestimento protettivo. Le foglie di caranday sono lunghe circa 1 metro, palmate, arrotondate, con un picciolo spinoso e molto rigido

Dettaglio del fogliame di Trithrinax campestris

I segmenti delle foglie sono rigidi, di colore da un verde scuro al blu, con il rovescio verde chiaro. Come sale in altezza l'habitat, il fogliamo diviene più grigiastro, che è tipico dei caranday di montagna.

I fiori formano infiorescenze a gruppi poste alla base delle foglie vive. Questi contengono fino a 100 fiori ermafroditi di ampiezza da 10 a 20 mm. La palma fiorisce in autunno. I frutti maturano verso la fine dell'estate successiva. Essi consistono in drupe subsferiche giallo-marroni di diametro da 1 a 2 cm, con un sottile mesocarpo carnoso e un fibroso endocarpo.

Distribuzione e habitat

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Formazione di Trithrinax campestris a Pampa de Pocho, Argentina

Trithrinax campestris preferisce i suoli sabbiosi o rocciosi (benché sia resistente ad alluvioni estese e persistenti).[2] È molto resistente alla siccità, e a un intervallo di temperature da -9 °C a -15 °C, ma non nel periodo della crescita, sebbene essa tenda, in queste condizioni, a riparare le sue foglie. Essa è una delle palme più robuste al mondo, poiché cresce anche sulle montagne delle Sierras de Córdoba[3] e delle Sierras de San Luis: si sa che esemplari che crescono a queste altitudini tollerano condizioni di freddo speciali e crescono a nord come le Isole britanniche.[4] I semi germinano rapidamente, ma più tardi la crescita è molto lenta.

Queste palme si trovano naturalmente in gruppi formati da parecchi individui o compongono ampie foreste ove presentano una forte dominanza. La loro principale minaccia ambientale è la deforestazione o il rogo naturale, poiché gli spessi involucri secchi dei gambi sono altamente infiammabili. [5]

Le foglie sono ricche di fibre e molto resistenti alla trazione. Se ne fanno prodotti artigianali quali cappelli, scarpe e ventagli. Foglie intere vengono tagliate e utilizzate come spazzole rudimentali. I frutti non si mangiano, ma se ne estrae localmente una bevanda alcolica per fermentazione. Le palme caranday sono anche apprezzate e coltivate in tutto il mondo come piante ornamentali in quanto facili da mantenere, resistenti al freddo e alla carenza di acqua. Inoltre sono piante ornamentali dalle quali si ottiene una buona produzione di miele[6]

  1. ^ (EN) Trithrinax campestris, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 1º febbraio 2021.
  2. ^ (ES) A. Burkart, Flora ilustrada de Entre Ríos. Col. Cient. INTA VI (5). Buenos Aires, 1979.
  3. ^ (ES) Cerro Uritorco, Sierra de Córdoba, su cerrouritorcoam.com.ar. URL consultato il 5 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2008).
  4. ^ (EN) Argentine palm in the British Isles, su dicksonia.com.
  5. ^ (ES) A. Rojas, & J.H. Saluso, Informe Climático de la Provincia de Entre Ríos. INTA EEA Paraná,Nº 14, Entre Ríos, Argentina, 1987.
  6. ^ (ES) G. A. Fagúndez e M. A. Caccavari, 2001a. Elementos de mielada en mieles de la provincia de Entre Ríos, XXVIII Jornadas Argentinas de Botánica (Santa Rosa, 2001). Bol. Soc. Argentina Bot . 36 (Supl.): 136.

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