Thomas Blanchet
Thomas Blanchet (Parigi, 1614 – Lione, 21 giugno 1689) è stato un pittore, incisore e decoratore francese.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Le poche notizie sulla famiglia Blanchet si ricavano da una nota in una pubblicazione periodica francese.[1] Louis Blanchet - pittore e fratello minore di Thomas che alla morte di Thomas risultava defunto - aveva lasciato la figlia Marie in minore età, la cui tutela nel 1689 era esercitata dalla madre Louise Balley, che si era risposata. Marie divenne erede di Thomas e sua madre curò la riscossione di pagamenti per opere pittoriche, realizzate da Thomas ma non ancora saldate. La nota indica il giorno e l'anno della morte e il luogo della sepoltura di Thomas Blanchet: morì a 75 anni e fu sepolto a Lione, nella chiesa di St. Pierre.
Artista in parte incompreso, per il curioso virtuosismo barocco con ampi riflessi manieristici, Thomas Blanchet fu dimenticato dalla critica, anche perché la sua opera è andata in gran parte perduta, per l'incendio dell'Hôtel de Ville di Lione del 13 settembre 1674. Altre sue opere, che erano a Lione, furono distrutte durante la Rivoluzione francese. È stato ampiamente riscoperto a partire dal 1980, grazie agli studi di Lucie Galactéros-de-Boissier che ha creato il catalogo ragionato delle opere di Thomas Blanchet.
Gli esordi e la stagione romana
[modifica | modifica wikitesto]Blanchet compie il suo apprendistato nella bottega dello scultore Jacques Sarrazin; poi il maestro, forse a causa della fiacchezza fisica dell'allievo, o forse perché ne ha scoperto la vera indole, lo manda dal suo amico pittore Simon Vouet, indirizzandolo verso la pittura.
Thomas Blanchet scopre a Fontainebleau i decori manieristici che ritrova poi in Italia, dove si reca negli anni 1647-1653. A Bologna incontra lo scultore Alessandro Algardi e studia i pittori di Scuola bolognese. A Roma conosce Nicolas Poussin e Charles Le Brun; studia sotto la guida di Andrea Sacchi che gli consiglia di dedicarsi alla pittura decorativa; è affascinato dall'opera di Michelangelo. Nella bottega di Sacchi, Blanchet incontra Germaine Panthot, che più tardi lo chiamerà a Lione. Osserva i dipinti di Pietro da Cortona e di Giovanni Lanfranco. In scultura si interessa a Francesco Borromini e a Gian Lorenzo Bernini.
Nel 1652 si distingue per prospettive di piccolo formato, che realizza a imitazione di Jean Lemaire. Fa decori per il carnevale romano e progetta un mausoleo per l'ambasciatore francese a Venezia.
A Parigi e a Lione
[modifica | modifica wikitesto]Tornato in Francia, dopo un soggiorno a Parigi si sposta a Lione, dove dal 1655 lavora con Germaine Panthot alla decorazione del nuovo Hôtel de Ville di Lione, dipingendo le pareti dello scalone d'onore e decorando il soffitto e le pareti della Sala Grande, con soggetti mitologici e storici.
Il gesuita Claude-François Ménestrier, per fastosamente accogliere il giovane Re Luigi XIV a Lione, antica capitale dei Galli, ha progettato l'Hôtel de Ville come un palcoscenico, dove le suggestioni della mitologia sono mescolate ad episodi significativi dell'antica storia francese. Tra i decori di Blanchet, dipinti a rilievo su stucco, c'è il Cadmo che semina i denti del drago. Per l'incendio, le decorazioni della Sala Grande sono perdute, in particolare il soffitto, dove Blanchet aveva rappresentato il tempio costruito dall'imperatore Augusto a Lione, i segni zodiacali e il Sole nel segno del Leone. Alle pareti erano tele che rappresentavano l'unione di Lione alla Corona di Francia e le gesta di Alessandro il Grande. Blanchet salva il ritratto di Luigi XIV che è ancora nel suo studio. Nello scalone dell'Hôtel de Ville riproduce più tardi l'episodio dell'incendio.
Su commissione realizza ritratti, tra cui quello di Enrico IV (che si era sposato a Lione) e tele a soggetto storico, o sacro, o mitologico. A Lione, dal 1662 al 1686, decora con soggetti tratti dalla Mitologia la corte del Collegio della Sainte-Trinité e realizza quadri a soggetto religioso per la chiesa dello stesso Collegio. Decora anche il Palais de Roanne.
Nel 1663 dipinge per la chiesa di Notre-Dame di Parigi La meraviglia di San Filippo dopo il battesimo dell'eunuco della Regina Candace, tela che oggi si conserva al Louvre.
Nel 1676 è eletto membro e professore dell'Académie Royale, cui dona un dipinto che rappresenta un soggetto a lui caro, Cadmo uccide il drago e ne semina i denti: una mitologia decorativa, con Cadmo dai lunghi capelli biondi e in tunica turchese, senza armatura e con addosso la pelle di leone appena accennata. Non è una scena di combattimento cruento, ma una rappresentazione simbolica e teatrale.
Nel 1675, alla morte di Panthot, Blanchet è nominato pittore ufficiale di Lione. In questa veste realizza, a prezzi contenuti, ritratti di personaggi del luogo. Questa produzione è andata in parte perduta durante la Rivoluzione Francese. Come incisore si firma: "T. Blanchet in." e "T. Blan. in".
Dal 1675 al 1684, con l'aiuto di Louis Cretey, esegue la decorazione del refettorio e dello scalone dell'Abbazia di Saint-Pierre-les-Nonnains a Lione, detto Palazzo delle Dames de Saint Pierre, che attualmente accoglie il Musée des beaux-arts di Lione. Ne disegna le sculture per l'annessa chiesa, per cui realizza anche pale d'altare. Nel 1676 chiede per lettera all'Académie Royale di poter fondare una Académie dislocata a Lione, una scuola per gli allievi pittori e scultori locali: iniziativa che diventerà operante nel 1681.
Dal 1681 al 1686 lavora al Carmel de la Croix Rousse, realizzando quadri per la chiesa e decori per la tomba di Nicolas de Villery. Per la chiesa di San Policarpo dipinge una Natività e realizza quadri a soggetto sacro per l’Hôtel-Dieu, l'ospedale cittadino. Nel 1686 rappresenta la Giustizia nel soffitto della sala delle Udienze del nuovo Palais de Justice di Lione.
Il Museo del Louvre possiede venti suoi disegni - a penna, a matita o a sanguigna - studi dal vero, oppure a soggetto mitologico, o per decori. A Palazzo Corsini si conserva il dipinto, Cleobi e Bitone - un soggetto di pietà filiale caro a Blanchet - in cui è evidente la derivazione dallo stile di Poussin. Il Louvre possiede anche la tela Mosè salvato dalle acque. Alcuni disegni sono al Museo nazionale di Stoccolma.
Curiosità
[modifica | modifica wikitesto]Per i lavori all'Hôtel de Ville di Lione Thomas Blanchet presentò un conto salato. Gli chiesero una specifica ed egli rispose con un biglietto che conteneva queste parole: «Per il bianco, per il nero e per i colori». Ne nacque una disputa e alla fine fu data ragione al pittore. La questione si compose, offrendo a Blanchet una lauta pensione e l'alloggio gratuito all'Hôtel de Ville, vita natural durante.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ La France littéraire, artistique, scientifique, 30 settembre 1865, pp. 757-758
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Léopold Niepce, Les archives de Lyon, Lyon, Henri Georg, 1875, pp. 84-89. (Con note biografiche ed elenco delle opere)
- Lucie Galactéros-de-Boissier, Thomas Blanchet, 1614-1689, Parigi, Arthéna, 1991. (Catalogo ragionato)
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Thomas Blanchet
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