[go: up one dir, main page]

Vai al contenuto

Tortorici

Coordinate: 38°01′51″N 14°49′27″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Tortorici
comune
Tortorici – Stemma
Tortorici – Bandiera
Tortorici – Veduta
Tortorici – Veduta
Panorama di Tortorici
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Sicilia
Città metropolitana Messina
Amministrazione
SindacoCarmelo Rizzo Nervo[1][2] (lista civica) dal 13-11-2022
Territorio
Coordinate38°01′51″N 14°49′27″E
Altitudine468 m s.l.m.
Superficie70,5[3] km²
Abitanti5 734[4] (30-6-2022)
Densità81,33 ab./km²
FrazioniVedi Elenco
Comuni confinantiBronte (CT), Castell'Umberto, Floresta, Galati Mamertino, Longi, Randazzo (CT), San Salvatore di Fitalia, Sinagra, Ucria
Altre informazioni
Cod. postale98078
Prefisso0941
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT083099
Cod. catastaleL308
TargaME
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[5]
Nome abitantioricensi / tortoriciani
Patronosan Sebastiano
Giorno festivo20 gennaio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Tortorici
Tortorici
Tortorici – Mappa
Tortorici – Mappa
Posizione del comune di Tortorici all'interno della città metropolitana di Messina
Sito istituzionale

Tortorici (Turturici in siciliano) è un comune italiano di 5 734 abitanti[4] della città metropolitana di Messina in Sicilia.

Grazie alla presenza di numerosi boschi ricchi di noccioleti sparsi in tutte le 72 borgate, Tortorici viene soprannominata "Città della Nocciola", venendo inoltre ricordata come "Città delle Campane" e "Valle dell'Ingegno".[senza fonte]

Geografia fisica

[modifica | modifica wikitesto]

È un comune del Parco dei Nebrodi, che sorge in una suggestiva vallata, circondata da monti e colline disseminate di case.

Il centro è dominato da Monte San Pietro.

Tortorici potrebbe essere stata fondata dai bizantini in fuga dalla conquista musulmana del nordafrica tra il VII e il VIII secolo, in base all'analisi etimologica di alcune località del comune, di probabile origine greca (contrada Moira da μοῖρα, "destino"; contrada Potame da ποταμός, "fiume"), mentre durante il dominio islamico della Sicilia, potrebbe essere identificata con la località di Mangabah.[6] Viene citata per la prima volta, con il nome di Turris Tudith, nel XII secolo in un documento della diocesi di Messina.[7] Fu infeudata e dominata, a partire dal periodo Svevo, dalla famiglia Pollichino, e successivamente passò ad altre famiglie tra cui i Moncada di Sicilia. Dal 1628 divenne definitivamente una città demaniale, cosa che consente di inviare un rappresentante presso il Parlamento siciliano, e dotata di una propria comarca. Intorno al XVII secolo si sviluppò una florida industria basata sulla produzione di campane e sulla lavorazione dei metalli. Tuttavia nel 1682 fu colpita da una catastrofica alluvione che causò il dimezzamento degli abitanti. All'inizio del XX secolo l'economia viene trainata dalla coltivazione di nocciole e la loro vendita sul mercato di Catania. Nel frattempo però perse gran parte delle istituzioni pubbliche, a vantaggio di centri vicini come Sant'Agata di Militello, causando un declino della presenza di professionisti e in generale dell'intera economia.[6]

Lo stemma è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica dell'8 novembre 1982[8]:

«D’oro ad un’aquila bicipite di nero; in cuore uno scudetto d’argento caricato da due tortore affrontate ferme sulla chioma di un albero al naturale sradicato. Ornamenti esteriori da Comune[9]

Il gonfalone, concesso con lo stesso atto[8], è un:

«Drappo di bianco, riccamente ornato di ricami d’argento e caricato dallo stemma comunale con la iscrizione centrata in argento: Comune di Tortorici. Le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati. L’asta verticale è ricoperta di velluto bianco con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia è rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d’argento[9]

Monumenti e luoghi d'interesse

[modifica | modifica wikitesto]
S. Maria Assunta
Misericordia

Architetture religiose[10]

[modifica | modifica wikitesto]
  • Chiesa di Santa Maria Assunta
  • Chiesa del Santissimo Salvatore
  • Chiesa di San Nicolò di Bari
  • Chiesa di San Francesco (o del Convento)
  • Chiesa dell'Annunciazione (o Batia)
  • Chiesa di Santa Emerenziana
  • Chiesa della Misericordia

Evoluzione demografica

[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[11]

Tradizioni e folclore

[modifica | modifica wikitesto]

La lunga festa in onore di S. Sebastiano inizia il primo gennaio con il suono della campana e l'esposizione del Santo alla città.

La prima manifestazione è la Bula che cade il sabato più vicino alla festa. La domenica precedente la Festa, in mattinata, al rientro dalla processione di S. Antonio Abate, i devoti danno inizio alla Sfilata dell'Alloro lungo le vie della città fino alla Chiesa di S. Maria Assunta. Durante la lunga processione verso la Chiesa Madre, suonatori di zampogna, fisarmonica e tamburelli accompagnano i devoti.

La festa vera e propria si celebra ogni anno il 20 gennaio; i devoti che hanno un voto da sciogliere, vanno "nudi" al Santo: gli uomini, in segno penitenziale, vestono di bianco con camicia e pantalone, un fazzoletto piegato a forma di triangolo al cinto e piedi nudi; le donne, anche loro a piedi nudi, indossano camicie e gonne bianche, con un fazzoletto che copre la testa. Esse precedono e seguono il Santo nella processione o nella questua. Il rito religioso si celebra nella Chiesa di S. Maria Assunta, con la partecipazione delle autorità locali e rinnovando una secolare tradizione che prende il nome di Senato: i Giurati nel '600, i Senatori nel '700 e i Sindaci dal '800 in poi, preceduti dai mazzieri si recano in Chiesa consegnando, in segno di omaggio al Santo, le chiavi della città. A mezzogiorno inizia la processione per le vie della città. L'artistica "Vara" è portata solo dai nudi, e rappresenta un privilegio ma anche un obbligo penitenziale. La prima tappa della processione è nel fiume Calagni dove i devoti fanno sostare la vara invocando la grazia: questo rito rappresenta il complesso rapporto della città di Tortorici con i fiumi, che da sempre hanno fornito acqua per i bisogni alimentari, per l'irrigazione dei campi, per far funzionare mulini, ma che spesso, però, con le inondazioni o i diluvi, hanno distrutto o danneggiato il territorio. Il Santo viene invocato per scongiurare i danni. Dopo la sosta nel fiume Calagni inizia la « questua », il Santo viene portato per le vie della città rientrando nella Chiesa di S. Nicolò dove permane fino all'ottava.

Nella domenica successiva al 20 gennaio, si svolge "l'ottava": la Statua del Santo viene portata nuovamente in processione, sino all'arrivo nella Chiesa Madre. Proprio qui, il giorno successivo, viene celebrato "u pirdunu" (in italiano, il perdono), in cui viene chiesto a San Sebastiano il perdono per i peccati commessi il giorno della Festa.

Soprannominata "Valle dell'Ingegno", Tortorici ha mantenuto per secoli il primato in un'attività molto speciale: la fonditura di campane. Le opere prodotte sono state esportate in tutta la Sicilia a partire dal 1500, ma, nel 1682 un'alluvione distrusse opere e gran parte della città. Da allora, Tortorici ha cercato di riprendere l'attività di un tempo con scarsi risultati[12]. In particolare, una poesia tradizionale recita:

(SCN)

«Turtura nun canti chiù supra la Nuci,
commu cantavvi prospira e felice.
Vinni la china e si purtau la Nuci,
e la bedda città di Turturici»

(IT)

«Tortora non canti più sopra quel Noce,
come cantavi prospera e felice.
Venne la piena e portò via il Noce,
e la bella città di Tortorici.»

Danze e musiche tradizionali

[modifica | modifica wikitesto]

A partire dagli anni '80, uno studioso di musica etnica, il maestro Gemino Calà, ha condotto numerosi studi sulle musiche tradizionali di Tortorici. In particolare egli ha creato un nuovo arrangiamento musicale, basandosi sull'antico canto: " 'A Nuciddara". Il testo è stato tramandato nel corso dei secoli dai Tortoriciani, che, tra i noccioleti, allietavano le giornate di raccolta intonando versi di questo canto[13].

Un ballo tipico è invece il "Lanzet", che risale ad antichissime tradizioni pastorali e continua ad essere tramandato ancora oggi tra gli abitanti di Tortorici[14].

Geografia antropica

[modifica | modifica wikitesto]
Panoramica di Tortorici

Frazioni e borgate

[modifica | modifica wikitesto]

Secondo lo statuto comunale,[15] Tortorici conta 75 tra frazioni e borgate. Le principali sono:

  • Mercurio
  • Moira
  • Pagliara e Sceti, che nel 2001 contavano ciascuna una popolazione superiore alle 300 unità.

Le altre borgate sono, in ordine alfabetico:

  • Acqua di Sale
  • Batana
  • Beverature
  • Bruca
  • Calagni
  • Capreria
  • Cappuccini
  • Case Mamao
  • Case Zumbino
  • Casitti Inferiore
  • Casitti Superiore
  • Colla
  • Croce due Vie
  • Cucuzzone
  • Ficuzzo
  • Fiore Freddo
  • Fiumara
  • Fontana Biagio
  • Grandusa
  • Grazia
  • Ilombati
  • Laurà
  • Lembo
  • Margio di Carlo
  • Martini
  • Mastrisanti
  • Masugna
  • Muni
  • Parisi
  • Passorilli
  • Pazzitti
  • Pellizza
  • Piano Canne
  • Plaio
  • Ponte Due
  • Potame
  • Pullo
  • Randi
  • Salvo Inferiore
  • Salvo Superiore
  • San Bartolomeo
  • San Basilio
  • San Costantino
  • San Filippo
  • San Giuliano
  • San Leone
  • San Luigi
  • San Leonardo
  • San Pancrazio
  • San Pante
  • San Paolo
  • San Sergio
  • Sant'Antonio Sciortino
  • Santa Andrea
  • Santa Brigida
  • Santa Caterina
  • Santa Domenica
  • Santa Nagra
  • Santa Rosalia
  • Santa Venera
  • Sciara
  • Sceti Cirì
  • Sciortino
  • Serro Alloro
  • Serro Petrolo
  • Serro Polino
  • Tre Fontane
  • Tresolino
  • Torre
  • Valle Maira
  • Valle Vena.

Amministrazione

[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
24 novembre 1987 25 giugno 1990 Sebastiano Antonino Lupica Democrazia Cristiana Sindaco [16]
25 giugno 1990 20 febbraio 1991 Rosario Antonino Parasitili Collazzo Democrazia Cristiana Sindaco [16]
20 febbraio 1991 4 gennaio 1992 Onofrio Zaccone Comm. pref. [16]
25 gennaio 1992 8 giugno 1993 Sebastiano Antonino Lupica Democrazia Cristiana Sindaco [16]
8 giugno 1993 4 dicembre 1995 Rosario Antonino Parasitili Collazzo Democrazia Cristiana Sindaco [16]
4 dicembre 1995 29 novembre 1999 Carmelo Rizzo Nervo lista civica Sindaco [16]
29 novembre 1999 14 giugno 2004 Carmelo Rizzo Nervo lista civica Sindaco [16]
16 giugno 2004 8 giugno 2009 Maurilio Foti lista civica Sindaco [16]
8 giugno 2009 25 maggio 2014 Carmelo Rizzo Nervo lista civica Sindaco [16]
25 maggio 2014 28 aprile 2019 Carmelo Rizzo Nervo Lista civica Sindaco [16]
29 aprile 2019 02 febbraio 2021 Emanuele Galati Sardo lista civica Sindaco [16]

Altre informazioni amministrative

[modifica | modifica wikitesto]

Il comune di Tortorici fa parte della regione agraria n.2 (Nebrodi nord-occidentali)[17].

  1. ^ Mafia dei Nebrodi: sospeso il sindaco di Tortorici.
  2. ^ Nebrodi, liberato il sindaco. Le associazioni di Tortorici: il paese è onesto
  3. ^ Dati Istat 2011, su istat.it. URL consultato il 22 maggio 2014.
  4. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  5. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  6. ^ a b Storia, su comune.tortorici.me.it. URL consultato il 20 aprile 2023.
  7. ^ Tortorìci, su sapere.it. URL consultato il 20 aprile 2023.
  8. ^ a b Tortorici, decreto 1982-11-08 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Ufficio araldico - Fascicoli comunali, Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 28 novembre 2022.
  9. ^ a b Comune di Tortorici – (ME), su Araldicacivica. URL consultato il 28 novembre 2022.
  10. ^ Architetture religiose, su Comune di Tortorici - sito istituzionale. URL consultato il 12 maggio 2023.
  11. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  12. ^ Storia, su Comune di Tortorici - sito Ufficiale. URL consultato il 12 maggio 2023.
  13. ^ Nocciole - COMUNE di TORTORICI (ME) - Sito Ufficiale, su tortorici.gov.it. URL consultato il 29 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 30 gennaio 2019).
  14. ^ Lanzet e Scotis
  15. ^ Statuto comunale (PDF), in sito istituzionale del comune di Tortorici, 28 settembre 2002, p. 25. URL consultato l'11 aprile 2023.
  16. ^ a b c d e f g h i j k http://amministratori.interno.it/
  17. ^ GURS Parte I n. 43 del 2008, su gurs.regione.sicilia.it. URL consultato il 21 maggio 2014.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN249441815 · LCCN (ENn2013043137 · GND (DE7676693-7
  Portale Sicilia: accedi alle voci di Wikipedia che parlano della Sicilia