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Tomie (manga)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Tomie
富江
Copertina della prima edizione italiana del manga
Genereorrore
Manga
AutoreJunji Itō
EditoreAsahi Sonorama
RivistaMonthly Halloween, Nemuki
TargetShōjo
1ª edizione1987 – 2000
Tankōbonunico
Editore it.Hazard Edizioni
1ª edizione it.ottobre 2006
Volumi it.unico

Tomie (富江?) è un manga horror scritto e disegnato da Junji Itō. Si tratta della sua prima opera che, nel 1987, presentò alla rivista Monthly Halloween, facendogli vincere il premio Kazuo Umezu[1].

L'autore realizzò il manga dopo essersi chiesto se un suo compagno di classe morto in un incidente stradale si fosse successivamente presentato in aula come se nulla fosse[2].

«Tomie... che donna spaventosa! No, quella non può essere una donna, è una creatura che sfugge a ogni definizione! Una dopo l'altra, continuano a comparire ragazze identiche a lei... no, è lei che continua a riprodursi! Proprio come la coda di una lucertola, che continua a ricrescere ogni volta che la tagli»

Tomie Kawakami è una donna bellissima, ma crudele, che si diverte a far innamorare di sé tutti gli uomini che incontra, i quali diventano rapidamente suoi schiavi. Tuttavia, essi prima o poi impazziscono sempre, e si uccidono a vicenda per lei, oppure vengono sopraffatti dal desiderio di uccidere la stessa Tomie. La ragazza, tuttavia, ricompare misteriosamente ogni volta che viene uccisa.

Tomie, infatti, è un'entità sovrannaturale, di origine sconosciuta e della quale esistono numerose copie. Le varie Tomie si odiano e cercano sempre di uccidersi l'un l'altra, spesso attraverso i loro schiavi.

Il corpo di Tomie può guarire da ferite mortali; le sue cellule, se trapiantate in una donna, possono trasformarla in un'altra Tomie; se il suo corpo viene smembrato, da ognuno dei pezzi si genera una copia intera della donna. Apparentemente il fuoco è l'unico metodo efficace per uccidere Tomie senza che si rigeneri.

Pubblicazione

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Tomie è stato scritto e disegnato da Junji Itō ed è stato serializzato dalla casa editrice Asahi Sonorama sulla rivista Monthly Halloween dal 1987 al 2000.

Una prima edizione italiana è stata pubblicata da Hazard Edizioni nel 2006. J-Pop ha riedito il manga alla fine del 2017[3].

In altri media

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Il manga è stato adattato in nove film (Tomie, Tomie: Another Face, Tomie: Replay, Tomie: Re-birth, Tomie: Forbidden Fruit, Tomie: Beginning, Tomie: Revenge, Tomie vs Tomie e Tomie Unlimited). Invece, due capitoli del manga sono stati adattati come episodi della serie animata Junji Ito Collection.

Nel luglio 2019, venne annunciato che Alexandre Aja stesse sviluppando una webserie su Tomie per Quibi, in collaborazione con la Sony Pictures Television e la Universal Content Productions, con David Leslie Johnson-McGoldrick come sceneggiatore e produttore esecutivo e Hiroki Shirota come coproduttore mentre, nel luglio 2020, venne annunciato che Adeline Rudolph sarebbe stata scelta per il ruolo di Tomie[4][5]. Tuttavia, nell'ottobre 2020, venne annunciato che Quibi avrebbe chiuso il 1º dicembre 2020, lasciando il destino della serie in sospeso[6][7].

Nel 1989, Junji Itō vinse il premio Kazuo Umezu per Tomie. Da allora, il manga ebbe un forte successo ed è ancora generalmente elogiato sia dai fan che dalla critica.

  1. ^ The Junji Ito Interview, su vagabondedlife.tumblr.com. URL consultato il 20 aprile 2013.
  2. ^ Postfazione di Junji Ito in "Tomie", manga edizione italiana p. 251, traduzione di Francesco Nicodemo
  3. ^ Tomie - Fumettologica, su fumettologica.it.
  4. ^ John Squires, Alexandre Aja Directing Adaptation of Junji Ito's 'Tomie' for Quibi!, su Bloody Disgusting, 24 luglio 2019. URL consultato il 24 luglio 2019.
  5. ^ Quibi Greenlights 'Tomie' Based on Horror Manga Series; Adeline Rudolph to Star, su deadline.com, 9 luglio 2020.
  6. ^ Benjamin Mullin, Joe Flint e Maureen Farrell, Quibi Is Shutting Down as Problems Mount, in Wall Street Journal, 21 ottobre 2020. URL consultato il 21 ottobre 2020.
  7. ^ (EN) Julia Alexander, Quibi will shut down 'on or around' December 1st, su The Verge, 22 ottobre 2020. URL consultato il 24 ottobre 2020.

Collegamenti esterni

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