Ru (idraulica)
Un ru (pron. rü, fr. AFI: [ʁy], ortografato talvolta come rû[1], plurale rus) è un canale irriguo di piccola portata costruito in ambiente alpino per portare l'acqua dai torrenti delle valli laterali ai terreni agricoli da irrigare sui pendii aridi della valle centrale.
Denominazione
[modifica | modifica wikitesto]Il termine ru designa i canali presenti in Valle d'Aosta e in Piemonte (Canavese). Altrove sono denominati nei seguenti modi: in Alto Adige sono chiamati Waale, in Val di Sole Léc e in Val di Non Léz, in Vallese (Svizzera) bisses nella parte francofona e Suonen in quella germanofona, nei Grigioni (Svizzera) Flurbewässerung. Queste strutture sono presenti anche in altre regioni alpine, come nel Briançonnais, dove vengono identificati come canali.
In Valle d'Aosta
[modifica | modifica wikitesto]In Valle d'Aosta i ru principali sono stati costruiti tra il XIII ed il XV secolo. Alcuni sono tuttora utilizzati e vengono mantenuti efficienti da personale specializzato. Quelli abbandonati in fase di costruzione o nel corso dei secoli, invece, prendono il nome dal francese di Ru du pain perdu, letteralmente canali del pane perso: pane perso allude al pane sprecato per dar da mangiare a una persona che si rivela sfaticata e non se lo guadagna, ma qui riferito al canale per metalessi, a indicare un'opera che ha necessitato tanto lavoro senza aver reso in cambio il servizio per la quale è stata costruita. Altra denominazione conosciuta è Ru mort. Per estensione (metonimia), il nome di ru viene dato anche ad ogni branca del canale principale, fino a quelle piccolissime che portano l'acqua ad un singolo appezzamento.
I ru hanno avuto ed hanno tuttora un ruolo importante nell'economia valdostana, permettendo di coltivare terreni troppo in pendenza per potere trattenere l'acqua e in zone troppo esposte al dilavamento improvviso e in generale toccate da scarse precipitazioni. La loro importanza è attestata anche dalla manutenzione dei ru eseguita un tempo collettivamente attraverso le corvée e in particolare per la figura del "controllore dei ru" o custode delle acque (revé in dialetto valdostano), un vero e proprio esperto addetto all'apertura e alla chiusura delle chiuse per la distribuzione dell'acqua tra i diversi appezzamenti.
Nel XX secolo si è iniziato a intubare alcuni i ru, mentre molti tracciati, spesso panoramici, sono diventati sentieri apprezzati dagli escursionisti.
Principali ru della Valle d'Aosta
[modifica | modifica wikitesto]- Ru d'Arlaz e ru Herbal, nei comuni di Challand-Saint-Anselme, Challand-Saint-Victor, Montjovet e Brusson
- Ru Courtaud (o Courtod, o d'Amay), nei comuni di Ayas e Saint-Vincent
- Ru de la Plaine, nel comune di Châtillon
- Ru de Verrayes, nei comuni di Torgnon e Verrayes
- Ru de Chandianaz, nei comuni di Châtillon, Saint-Denis e Chambave
- Ru Marseiller, nei comuni di Antey-Saint-André, Saint-Denis e Verrayes
- Ru Prévôt, nei comuni di Aosta e Saint-Christophe
- Ru du Mont, nei comuni di Ollomont e Doues
- Ru de By, nei comuni di Ollomont, Doues e Allein
- Ru de Menouve (o Ru d'Allein), nei comuni di Etroubles e Allein
- Ru d'Éternon, nel comune di Etroubles
- Ru de Vuillen (o Rû Chaffières), nel comune di Saint-Rhémy-en-Bosses
- Ru Neuf, nei comuni di Etroubles e Gignod
- Ru de la Charbonnière, nel comune di Avise
- Ru Supérieur, nel comune di Gressan
- Grand Ru, nel comune di Rhêmes-Notre-Dame
- Ru Pompillard, da Aosta a Valpelline
Principali ru abbandonati della Valle d'Aosta
[modifica | modifica wikitesto]I più noti Rus du pan perdu sono:
- Il Ru du pan perdu nel comune di Antey-Saint-André
- Il Ru du pan perdu nel comune di Châtillon
Nella Valtournenche ve ne sono due ancora ben visibili: l'uno sulla destra orografica che irrigava presumibilmente i pianori di Verrayes, l'altro sulla sinistra orografica che solca ancor oggi la collina di Châtillon.[2]
Lungo il Ru du pan perdu di Antey-Saint-André sono ancora ben visibili gli archi che sorreggevano il suo tracciato a fianco del villaggio di Navillod e sopra a quello di Berzin, ma non vi è traccia alcuna del vecchio alveo che tagliava le terre coltivate comprese tra questi due punti: è probabile che la necessità di sfruttare ogni più piccolo pezzo di terra coltivabile spingesse i contadini a colmare e a mettere a coltura i tratti di ru non più utilizzati. Tale pratica era ancora in uso alla metà del Settecento.[2][3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Rû de la Plaine - lovevda.it.
- ^ a b Gian Mario Navillod, Non tutti sanno che n. 71: I ru cancellati su tapazovaldoten (fonte in CC-BY-SA).
- ^ Per esempio, quando a causa di uno spostamento della sorgente fu necessario scavare un nuovo ru ad Issime, all'impresario venne imposto di «... remplir le vieux canal et d'unir le terrain avec les materiaux et terre au dessus ...» (in italiano: «... riempire il vecchio canale ed unire il terreno con i materiali e la terra al disopra ...»). Cfr. Claudine Remacle, Gestione sociale dei rischi naturali, Quart: Musumeci, 2007, p. 181.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (IT) Patrick Barrel, Passeggiando lungo i ru, Martini Multimedia Editore, 2008, ISBN 978-88-96165-00-3.
- (IT) Gianni Bodini, Antichi sistemi d'irrigazione nell'arco alpino. Ru, Bisse, Suonen, Waale, Ivrea, Priuli e Verlucca, 2002, ISBN 88-8068-186-9.
- (FR) Claudio Filipponi, Les canaux d'irrigation alpins - Proposition pour un inventaire des rus en Vallée d'Aoste, Università di Losanna, Tesi di Laurea, 2003.[1]
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ru
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Les rus d'Arlaz et Herbal Archiviato il 31 maggio 2016 in Internet Archive.
- Ru Courtod (Brusson)
- I rus - Sito del comune di Saint-Vincent, su comune.saint-vincent.ao.it. URL consultato il 28 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2012).
- I ru nel comune di Jovençan
- I Ru valdostani: una Storia tutt’altro che scontata, su andarpersassi.it.
- ^ Mario Burgay (a cura di), In mountain bike sugli antichi percorsi dei rus, L'altra Valle d'Aosta - Itinerari storici, culturali e ambientali, n. 21, Regione Autonoma Valle d'Aosta - Assessorato del Turismo, Sport e Beni Culturali, Assessorato dell'Ambiente, Territorio e Trasporti, 1996.