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RuPaul

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
RuPaul
RuPaul nel 2019
NazionalitàStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
GenereDance pop
Musica house
Rhythm and blues
Hi-NRG
Disco
Electro house
Electronic dance music
French house
Periodo di attività musicale1985 – in attività
Album pubblicati23
Studio21
Colonne sonore2
Sito ufficiale

RuPaul, pseudonimo di RuPaul Andre Charles (San Diego, 17 novembre 1960), è un cantante, attore, personaggio televisivo, conduttore televisivo e doppiatore statunitense, diventato famoso nel mondo dello spettacolo soprattutto come drag queen.

Dopo aver raggiunto il successo commerciale negli anni '90, dal 2009 ritrova grande popolarità grazie alla conduzione del programma RuPaul's Drag Race, grazie al quale è stato premiato con sei Emmy Awards.[1] Per i suoi contributi alla televisione ha inoltre ricevuto una stella sulla Hollywood Walk of Fame e nel 2017 è stato incluso dalla rivista TIME tra le 100 persone più influenti al mondo.

RuPaul, per il suo status d'icona, è raffigurato da due statue di cera nei musei Madame Tussauds (una a New York e una a San Francisco).[2]

RuPaul nasce a San Diego, in California, il 17 novembre 1960. Il nome gli è stato dato da sua madre Ernestine "Toni" Charles: Ru deriva da Roux, ingrediente base del gumbo e di altri piatti creoli. Quando i genitori divorziarono nel 1967, RuPaul e le sue sorelle vennero affidate alla madre.[3][4]

A 15 anni RuPaul, insieme alla sorella Renetta, si trasferí ad Atlanta, in Georgia, per studiare arti performative. Negli anni ottanta si dedicò alla carriera di musicista e di filmmaker incoraggiato da Nelson Sullivan. Nel 1982 fece il suo debutto in The American Music Show, nel quale fece varie apparizioni.[5] Inoltre era attivo nei club gay della città come cantante e gogo dancer, riuscendo a incidere un paio di album, che però non ottennero successo. Spostatosi poi a New York, divenne popolare negli anni novanta come drag queen. In quel periodo infatti comparve in numerosi show televisivi e film statunitensi, che accrebbero la sua fama.

RuPaul nel 2007 al lancio del suo DVD Starrbooty

Nel 1993 il suo terzo album in studio Supermodel of the World riesce ad entrare nella classifica statunitense Billboard 200, mentre il primo singolo estratto, Supermodel (You Better Work), raggiunge la seconda posizione nella classifica Dance Club Songs.[6] Le successive canzoni estratte, Back To My Roots e A Shade Shady (Now Prance), raggiungono invece la prima posizione nella classifica: ciò permette a RuPaul di collaborare con numerosi artisti di fama mondiale come Lil' Kim, Brigitte Nielsen e Lucy Lawless. In particolar modo nel 1994 duetta con Elton John nella cover del brano Don't Go Breaking My Heart, che fa conoscere RuPaul anche in Italia, grazie ad una performance sul palco del Festival di Sanremo: in seguito alla sua apparizione, la parola "drag queen" iniziò a divenire di uso comune anche in italiano. Sempre nel 1994 diventa il primo portavoce del programma Viva Glam della MAC Cosmetics; ciò rese RuPaul la prima drag queen modella di una importante marca di cosmetici ed il ricavato del programma venne devoluto alla ricerca contro HIV/AIDS.

Nel 1996 conduce per due stagioni un talk/variety show televisivo, dal titolo The RuPaul Show, che divenne famoso soprattutto per essere stato uno dei primi programmi televisivi condotti da un personaggio dichiaratamente omosessuale. Allo show vennero ospitati personaggi noti dello spettacolo, tra cui Cher, i Nirvana (che con RuPaul avevano da anni stretto amicizia[7]) e Olivia Newton John. Nello stesso anno pubblica il suo secondo album Foxy Lady, da cui viene estratto il singolo Snapshot che, pur non eguagliando il successo dei precedenti singoli, ottiene un discreto riconoscimento. Nel 1998 duetta inoltre con Martha Wash delle The Weather Girls nella cover di It's Raining Men, intitolata It's Raining Men... The Sequel.

Torna invece ai vertici delle classifiche statunitensi nel 2004 con l'album Red Hot, quando il singolo Looking Good, Feeling Gorgeous raggiunge la seconda posizione nella classifica Dance.

Dopo alcuni anni di minor notorietà, nel 2009 RuPaul accresce la propria fama a livello internazionale grazie al programma da lui ideato e condotto RuPaul's Drag Race (in Italia America's Next Drag Queen), trasmesso sui canali satellitari di Sky; il programma, che assomiglia molto ad America's Next Top Model condotto da Tyra Banks, vede varie drag queen sfidarsi con prove a eliminazione per aggiudicarsi titolo e premi. La drag queen vincitrice viene incoronata "America's Next Drag Superstar". Ad ogni edizione del programma RuPaul pubblica anche un nuovo album le cui canzoni ne fanno da sigla.

Anni duemiladieci

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Nel 2014 l'album Born Naked raggiunge la quarta posizione nella classifica Billboard Top Dance/Electronic Album, mentre nel 2016 l'album Butch Queen raggiunge la terza posizione. A luglio 2016 RuPaul partecipa al singolo di gruppo Hands, insieme ad artisti quali Pink e Britney Spears, i cui ricavati dalle vendite vengono devoluti ad associazioni legate alle vittime della strage di Orlando.[8] Nello stesso mese riceve inoltre una nomination agli Emmy Awards nella categoria "miglior conduttore di un reality", premio successivamente vinto.

Nel 2017 è stato incluso dal Time nella classifica delle 100 persone più influenti del mondo e l'anno seguente ha ricevuto la sua stella sulla Hollywood Walk of Fame,[9] divenendo la prima drag queen ad ottenerla.[10] Il 24 aprile 2018 annuncia la pubblicazione del libro Guru by RuPaul, previsto per il 23 ottobre 2018.[11] Nel 2019 ha interpretato invece il ruolo di Benjamin Le Day nella serie tv Grace and Frankie, distribuita da Netflix.[12] Nel 2019 RuPaul conduce RuPaul's Drage Race UK, versione britannica di RuPaul's Drag Race, sul canale BBC Three.[13]

RuPaul in abiti maschili

Molto discreto e riservato sulla sua vita privata, nel 2017 ha sposato Georges LeBar, suo compagno da 23 anni.[14]

Impatto culturale

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RuPaul, sin dall'inizio della propria carriera, e dopo aver raggiunto il successo negli anni novanta, è stato pioniere dell'abbattimento degli stereotipi di genere; in un'intervista in cui gli si chiedeva se preferisse essere chiamato lui o lei, rispose: "Potete chiamarmi lui, potete chiamarmi lei, non m'importa! L'importante è che mi chiamiate!".[15] Grazie alle sue interviste e ai suoi programmi, nei quali si presentava sempre nelle vesti di drag queen, cercò di sensibilizzare le persone dell'epoca su varie tematiche, tra cui l'omosessualità, la discriminazione verso le persone nere e la misoginia, portando avanti messaggi di amore e tolleranza.[16] Inoltre, RuPaul è riconosciuto per aver reso l'arte drag popolare e mainstream a partire dagli anni novanta, ed in seguito negli anni duemila.[17]

Lo stesso argomento in dettaglio: Discografia di RuPaul.

Video musicali

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Sceneggiatore

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Programmi televisivi

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Doppiatori italiani

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Nelle versioni in italiano delle opere in cui ha recitato, RuPaul è stato doppiato da:

Da doppiatore è sostituito da:

Riconoscimenti

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  • Emmy Award
    • 2016 – Miglior conduttore di un reality per RuPaul's Drag Race
    • 2017 – Miglior conduttore di un reality per RuPaul's Drag Race
    • 2018 – Miglior conduttore di un reality per RuPaul's Drag Race
    • 2019 – Miglior conduttore di un reality per RuPaul's Drag Race
  • Entertainment Weekly
    • 2013 – Giudice di un programma televisivo meglio vestito dell'anno per RuPaul's Drag Race
  • GLAAD Award
    • 1999 – Vito Russo Award
    • 2010: Best Outstanding Program per RuPaul's Drag Race
  • New Now Next Award
    • 2010 – Best New Indulgence per RuPaul's Drag Race
  • Time Magazine
    • 2017 – Time Magazine's 100 Most Influential People
  • TV.com's Awards
    • 2012 – Best Reality Show Judge/Host per RuPaul's Drag Race
    • 2013 – Best Reality Show Judge/Host per RuPaul's Drag Race
  • 2012 - Glamazon

Pubblicazioni

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  • Lettin' It All Hang Out
  • Workin' It! RuPaul's Guide to Life, Liberty, and the Pursuit of Style
  • Guru by RuPaul
  1. ^ (EN) Emmys 2016: Tatiana Maslany, Rami Malek, ‘Game of Thrones’ and Jimmy Kimmel lead a gala that reflects TV's bold new age, in Los Angeles Times. URL consultato il 17 marzo 2017.
  2. ^ RuPaul - Picture of Madame Tussauds New York, New York City - TripAdvisor, su tripadvisor.co.uk. URL consultato il 30 marzo 2015.
  3. ^ RuPaul Runs the World, 1º aprile 2013.
  4. ^ (EN) RuPaul (RuPaul Andre Charles) (b. 1960) (PDF), su glbtqarchive.com.
  5. ^ (EN) AMERICAN MUSIC SHOW (TELEVISION SHOW). American Music Show (Television show) video recordings, 1981-2005.
  6. ^ RuPaul's 'Supermodel of the World' Album Turns 25: Why It Was More Than a Novelty, in Billboard. URL consultato il 13 settembre 2018.
  7. ^ (EN) Exploring the incredible friendship of Kurt Cobain, Nirvana and RuPaul, su Far Out Magazine, 18 settembre 2018. URL consultato il 12 dicembre 2019.
  8. ^ Britney Spears, RuPaul, Pink, More, Join Forces On "Hands," New Orlando Benefit Single, su newnownext.com. URL consultato il 6 luglio 2016.
  9. ^ RuPaul Named One Of Time Magazine's 100 Most Influential People, in LOGO News. URL consultato il 20 aprile 2017.
  10. ^ (EN) Drag queen RuPaul gets Hollywood star, in BBC News, 17 marzo 2018. URL consultato il 17 marzo 2018.
  11. ^ (EN) RuPaul's New Book Is a 'Talisman' for Living — See the Cover!, in PEOPLE.com, 24 aprile 2018. URL consultato il 26 aprile 2018.
  12. ^ (EN) AJ and the Queen: Everything We Know So Far - What's on Netflix, su whats-on-netflix.com. URL consultato il 26 ottobre 2018.
  13. ^ (EN) 'RuPaul's Drag Race' launching U.K. version with RuPaul, Michelle Visage reportedly returning, su EW.com. URL consultato il 28 dicembre 2018.
  14. ^ (EN) James Michael Nichols, RuPaul Just Revealed He's Married!, in Huffington Post, 15 marzo 2017. URL consultato il 17 marzo 2017.
  15. ^ RuPaul: Lettin' It All Hang Out: An Autobiography, Hyperion Books, 1995 – ISBN 0-7868-6156-8.
  16. ^ (EN) Dazed, Why RuPaul was a cultural icon long before Drag Race, su Dazed, 25 ottobre 2016. URL consultato il 14 dicembre 2019.
  17. ^ (EN) Cynthia Littleton, Cynthia Littleton, How RuPaul Paved the Way for the Art of Drag to Be Celebrated by the Masses, su Variety, 14 ottobre 2019. URL consultato il 14 dicembre 2019.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN31213449 · ISNI (EN0000 0000 5551 4093 · Europeana agent/base/60902 · LCCN (ENn93091845 · GND (DE134816463 · BNE (ESXX999138 (data) · BNF (FRcb142228512 (data)