Ranzo
Ranzo comune | |
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Il municipio | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Liguria |
Provincia | Imperia |
Amministrazione | |
Sindaco | Giancarlo Cacciò (lista civica Uniti per Ranzo) dal 10-6-2024 |
Data di istituzione | 1947 |
Territorio | |
Coordinate | 44°03′33.91″N 8°00′52.6″E |
Altitudine | 124 m s.l.m. |
Superficie | 10,86 km² |
Abitanti | 561[1] (31-7-2024) |
Densità | 51,66 ab./km² |
Frazioni | Bacelega, Costa Bacelega |
Comuni confinanti | Aquila d'Arroscia, Borghetto d'Arroscia, Casanova Lerrone (SV), Nasino (SV), Onzo (SV) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 18020 |
Prefisso | 0183 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 008048 |
Cod. catastale | H180 |
Targa | IM |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 103 GG[3] |
Nome abitanti | ranzesi |
Patrono | san Donato d'Arezzo |
Giorno festivo | 7 agosto |
Cartografia | |
Posizione del comune di Ranzo nella provincia di Imperia | |
Sito istituzionale | |
Ranzo (Rànso in ligure[4]) è un comune italiano di 561 abitanti[1] della provincia di Imperia in Liguria.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Il territorio di Ranzo è situato lungo il fondovalle del torrente Arroscia. Tra le vette del territorio la punta Marina (741 m).
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il toponimo è attestato per la prima volta intorno al XIII secolo[5] nella versione Rancio[5], derivante probabilmente dal termine romano gentilizio Rantius[5].
È probabile che anche questa zona della valle Arroscia fosse abitata già in epoca protostorica[5] dove, alle primitive popolazioni dedite alla caccia e alla pastorizia, subentrarono poi i Liguri Ingauni[5] durante l'epoca preromana e che "colonizzarono" l'intero entroterra ligure.
Alla caduta dell'Impero romano d'Occidente (476) anche il territorio di Ranzo fu interessato dalle invasioni barbariche[5], a cui seguirono le dominazioni da parte dei Longobardi[5] - nel 643 - e dei Franchi fino all'888[5]. Nel periodo carolingio entrò assieme ad altri paesi del fondovalle fra i possedimenti del Contado di Albenga[5] e, successivamente, nella Marca Arduinica sotto giurisdizione dello stesso comitato albenganese[5].
Con la dissoluzione della marca il feudo di Ranzo fu sottoposto al controllo dei marchesi di Clavesana[5] e a tale periodo risalirebbe[5] la costruzione presso il paese di una fortificazione per proteggere il territorio dalle mire espansionistiche del Comune di Albenga. Secondo altre documentazioni[5] il castello risalirebbe invece al X secolo quale avamposto costruito dagli abitanti per scongiurare i continui assalti dei Saraceni.
Nel 1233 la popolazione ranzese partecipò assieme ad altri borghi della valle Arroscia alla fondazione di Pieve di Teco[5].
Al 1355[5] è datata la cessione da parte dei marchesi di Clavesana di una parte del territorio di Ranzo ai marchesi Emanuele e Aleramo Del Carretto; la restante parte venne comunque poi ceduta nel 1358[5] alla Repubblica di Genova che mantenne il marchese Emanuele di Clavesana quale suo feudatario in loco. Nuovi scontri tra le famiglie feudali dei Ceva, Del Carretto e Clavesana per altri possedimenti all'interno del territorio ranzese portarono nel 1386[5] ad un intervento diretto del doge di Genova Antoniotto Adorno. Il lodo dogale stabilì[5] la cessione da parte dei Del Carretto di tre quarti di Ranzo alla repubblica genovese, legando però la facoltà di conservarli come semplici feudi: la famiglia carrettesca risultò quindi proprietaria esclusiva di un quarto del territorio ranzese e feudataria, per conto di Genova, dei restanti tre quarti di Ranzo. Fu il nobile Giovanni di Saluzzo, marchese di Clavesana, a cedere definitivamente l'intero territorio di Ranzo alla Repubblica di Genova nel 1393[5] che sottopose questa parte di territorio nel capitaneato di Pieve di Teco sino alla dominazione napoleonica di fine XVIII secolo.
Con la dominazione francese il territorio di Ranzo rientrò dal 2 dicembre 1797 all'interno della Repubblica Ligure[5]. Dal 28 aprile del 1798 fece parte del VI cantone, come capoluogo[5], della Giurisdizione di Centa e dal 1803 centro principale del III cantone di Pieve nella Giurisdizione degli Ulivi[5]; nel 1804 aggregò i territori dei soppressi comuni di Bacelega e Costa Bacelega[6]. Annesso al Primo Impero francese dal 13 giugno 1805 al 1814 venne inserito nel Dipartimento di Montenotte.
Nel 1815 il territorio fu inglobato nel Regno di Sardegna, così come stabilì il Congresso di Vienna del 1814, e successivamente nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1926 il territorio fu compreso nel V mandamento di Pieve di Teco del Circondario di Porto Maurizio facente parte della provincia di Porto Maurizio (poi provincia di Imperia, dal 1923). Nel 1928[7] il comune di Ranzo fu soppresso e aggregato al territorio comunale di Borghetto d'Arroscia, poi ricostituito nel 1947[8].
Durante le fasi cruciali della seconda guerra mondiale qui operò il distaccamento partigiano "Filippo Airaldi"[5], dipendente dal comando della II Brigata "Giovanni Beiro"[5], che contrastò il presidio tedesco di stanza a Ranzo che nella seconda metà del settembre 1944[5] abbandonò quest'area della media valle Arroscia.
Dal 1973 al 31 dicembre 2008 ha fatto parte della Comunità montana Alta Valle Arroscia e con le nuove disposizioni della Legge Regionale n° 24 del 4 luglio 2008[9], in vigore dal 1º gennaio 2009, ha fatto parte della Comunità montana dell'Olivo e Alta Valle Arroscia, quest'ultima soppressa con la Legge Regionale n° 23 del 29 dicembre 2010[10] e in vigore dal 1º maggio 2011[11].
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]- Stemma
«L'emblema civico di Ranzo riporta, in campo azzurro, il monogramma di Cristo (YHS, variante in IHS: per "Iesus Hominum Salvator": Gesù Salvatore degli Uomini), in caratteri gotici dorati, con la lettera H crociata nell'asta e cimata da una corona a tre punte.[12]»
- Gonfalone
«Drappo di giallo...[12]»
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 9 maggio 1997[12].
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Architetture religiose
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa parrocchiale di San Donato d'Arezzo nella borgata di Costa Parrocchia. Vicariato foraneo del vescovo di Albenga fino al 1964 è una costruzione di epoca barocca, ad unica navata con sei altari laterali, più l'altare maggiore. Conserva un dipinto della Crocifissione di Gesù, opera di Orazio De Ferrari[5].
- Chiesa di San Pantaleo nella borgata di Borgo di Ranzo. Eretta nel XV secolo[5] su una chiesa preesistente di epoca romanica dell'XI secolo[5]. Custodisce al suo interno un polittico del compaesano pittore Giorgio Guido da Ranzo del 1554[5]. Il portico è decorato dai Guido da Ranzo[5] e dai portali della scuola dei Lapicidi di Cenova (1493[5]).
- Oratorio della Madonna delle Vigne nella borgata di Borgo di Ranzo. Vi è custodito il polittico[5] della Madonna con i santi Giacomo e Filippo del pittore Giorgio Guido da Ranzo, realizzato nel 1544[5].
- Chiesa parrocchiale di Nostra Signora dell'Assunta nella frazione di Bacelega. Edificata nel XV secolo[5], presenta un portale del XVI secolo e conserva dipinti del pittore locale Pietro Guido, padre di Giorgio. Il toponimo della località ove sorge questa parrocchiale, Bacelega, deriverebbe dal greco Basilicos, ad indicare la presenza di un'antica abbazia benedettina del VI-VII secolo con annessa basilica.
- Chiesa parrocchiale di San Bernardo nella frazione di Costa Bacelega, eretta tra il 1618 e il 1628.
- Oratorio di Nostra Signora della Neve nella frazione di Costa Bacelega.
- Chiesetta di San Pietro nella borgata di Faldo.
- Cappella di San Bartolomeo nella borgata di Fantinone, finita di restaurare esternamente ad agosto 2007 in occasione della ricorrenza di san Bartolomeo.
- Oratorio dell'Immacolata Concezione nella borgata di Favari, eretto nel 1755[5] per volontà della locale popolazione.
Architetture militari
[modifica | modifica wikitesto]- Ruderi del castello eretto dei marchesi di Clavesana nel Basso Medioevo anche se la tradizione popolare riferirebbe di una prima postazione difensiva risalente ad un periodo interiore all'anno Mille per scongiurare le frequenti incursioni saracene.
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[13]
Etnie e minoranze straniere
[modifica | modifica wikitesto]Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2019, i cittadini stranieri residenti a Ranzo sono 73[14], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[15]:
- Albania, 38
Qualità della vita
[modifica | modifica wikitesto]Il comune di Ranzo ha conseguito la certificazione del proprio sistema di gestione ambientale conformemente alla norma ISO 14001[16].
Geografia antropica
[modifica | modifica wikitesto]Il territorio comunale è costituito dalla frazione di Costa Bacelega e dalle ventidue borgate storiche di Araca', Arma, Bacelega Parrocchia, Bonfigliara, Borgo di Ranzo (sede comunale), Calabria, Canata, Caneto, Conio, Costa Parrocchia, Degolla, Faldo, Fantinone, Favari, Martinetto, Molino, Oliveto, Piazza, Ponterotto, Ricci, Stra' e Villa per una superficie territoriale di 10,86 km²[17].
Confina a nord con i comuni di Borghetto d'Arroscia, Aquila d'Arroscia ed Onzo (SV), a sud con Borghetto d'Arroscia e Casanova Lerrone (SV), ad ovest con Borghetto d'Arroscia e ad est con Onzo.
Economia
[modifica | modifica wikitesto]La principale risorsa economica del comune è l'attività agricola. Produzione del vino Pigato, di cui Ranzo è fra i maggiori centri di produzione, e dell'olio di oliva da mensa taggiasche e loro derivati. Alcune attività commerciali legate all'olivicoltura (frantoi), all'artigianato (mobilificio) e al settore terziario (autotrasporti).
Infrastrutture e trasporti
[modifica | modifica wikitesto]Strade
[modifica | modifica wikitesto]Il territorio di Ranzo è attraversato principalmente dalla strada statale 453 della Valle Arroscia che gli permette il collegamento stradale con Casanova Lerrone (SV), ad est, e con Borghetto d'Arroscia ad ovest. Altre arterie provinciali del territorio ranzese sono la SP 14 che dalla borgata di Borgo di Ranzo collega alcune località comunali e la SP 78 per Aquila d'Arroscia.
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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3 ottobre 1988 | 27 maggio 1990 | Giovanni Allegro | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
19 giugno 1990 | 24 aprile 1995 | Giovanni Allegro | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
24 aprile 1995 | 14 giugno 1999 | Giovanni Allegro | lista civica | Sindaco | |
14 giugno 1999 | 14 giugno 2004 | Giovanni Allegro | lista civica | Sindaco | |
14 giugno 2004 | 8 giugno 2009 | Agnese Vinai | lista civica | Sindaco | |
8 giugno 2009 | 26 maggio 2014 | Agnese Vinai | Uniti per Ranzo (lista civica) |
Sindaco | |
26 maggio 2014 | 26 maggio 2019 | Piero Raimondi | X Ranzo (lista civica) |
Sindaco | |
27 maggio 2019 | 10 giugno 2024 | Piero Raimondi | X Ranzo (lista civica) |
Sindaco | |
10 giugno 2024 | in carica | Giancarlo Cacciò | Uniti per Ranzo (lista civica) |
Sindaco |
Altre informazioni amministrative
[modifica | modifica wikitesto]Ranzo fa parte dell'Unione dei comuni dell'Alta Valle Arroscia.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario del professor Gaetano Frisoni, Nomi propri di città, borghi e villaggi della Liguria del Dizionario Genovese-Italiano e Italiano-Genovese, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1910-2002.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai Fonte dal libro di Andrea Gandolfo, La provincia di Imperia: storia, arti, tradizioni. Volume 1, Peveragno, Blu Edizioni, 2005.
- ^ Fonte dal Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Artistiche, su siusa.archivi.beniculturali.it. URL consultato il 13 novembre 2014.
- ^ Regio decreto 13 settembre 1928, n. 2272
- ^ Decreto del Capo provvisorio dello Stato 21 gennaio 1947, n. 70
- ^ Legge Regionale n° 24 del 4 luglio 2008
- ^ Legge Regionale n° 23 del 29 dicembre 2010 Archiviato il 22 luglio 2011 in Internet Archive.
- ^ Fonte sulla soppressione delle comunità montane
- ^ a b c Fonte dal sito Araldica Civica.it, su araldicacivica.it. URL consultato il 6 novembre 2011.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Cittadini stranieri residenti secondo i dati Istat del 31-12-2019, su demo.istat.it. URL consultato il 7 aprile 2021.
- ^ Dati superiori alle 20 unità
- ^ Fonte dal sito Ambiente in Liguria (PDF), su ambienteinliguria.it. URL consultato il 16 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2011).
- ^ Fonte dallo statuto comunale di Ranzo, su comune.ranzo.im.it. URL consultato il 12 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2014).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ranzo
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su comune.ranzo.im.it.
- Ranzo, su sapere.it, De Agostini.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 239241787 |
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