Ramaria formosa
Ramaria formosa | |
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Fungi |
Divisione | Basidiomycota |
Classe | Agaricomycetes |
Ordine | Gomphales |
Famiglia | Gomphaceae |
Genere | Ramaria |
Specie | R. formosa |
Nomenclatura binomiale | |
Ramaria formosa (Pers.) Quél., 1888 | |
Sinonimi | |
Clavaria formosa Pers. 1797[1] |
Ramaria formosa Caratteristiche morfologiche | |
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Cappello | |
Imenio | |
Lamelle | |
Sporata | |
Velo | |
Carne | |
Ecologia | |
Commestibilità | |
Ramaria formosa (Pers.) Quél., 1888 è un fungo basidiomicete simbionte micorrizico del genere Ramaria, a sua volta appartenente alla famiglia delle Gomphaceae.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il carpoforo è alto 6-17 (20) cm e ha un diametro di 8-12 (20) cm; ha una base tozza che si divide in numerose ramificazioni verticali e cilindriche, diritte o ricurve, carnose ma elastiche, spesse alla base e gradualmente assottiglianti verso l'alto, di colore rosa salmone o arancione chiaro. Gli apici sono biforcati, piuttosto corti, color giallo limone negli esemplari giovani, dello stesso colore del resto del ramo negli esemplari più vecchi.[2]
Il tronco ha una lunghezza di 3-4 cm e un diametro di 5-6 cm; è tozzo, massiccio e compatto; da esso si originano numerosi rami. È di colore sempre più biancastro man mano che ci si avvicina verso la base.[2]
la carne è di colore bianco sporco, spesso marmorizzata, acquosa, elastica e difficile da masticare in corrispondenza dei rami. L'odore è debole e ricorda quello del muschio, mentre il sapore, gradevole e lievemente amarognolo nel tronco, diviene sempre più amaro e sgradevole verso i rami; negli esemplari vecchi, l'intero fungo è molto amaro. Il colore della carne vira al rossastro se sottoposta a pressione.[2]
Le spore di R. formosa hanno forma ellissoidale, superficie ruvida e dimensioni di 7,7-14,5 per 4,2-6,7 micron; le ife sono provviste di fibule. La sporata è di colore giallastro-ocra.[2]
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]Cresce dalla pianura alla montagna, isolato o in gruppi, in boschi di latifoglie, prevalentemente su terreno calcareo e umido, preferibilmente sotto faggi, da luglio-agosto fino a ottobre inoltrato.[2] È particolarmente diffuso in Europa, anche ad alte latitudini;[3] a Cipro ne è stata osservata l'associazione micorrizica con Quercus alnifolia ("quercia dorata di Cipro").[4]
Commestibilità
[modifica | modifica wikitesto]Da alcuni autori ritenuto erroneamente commestibile da giovane (forse perché confusa con Ramaria flava o altre specie di Ramaria commestibili), Ramaria formosa (come Ramaria pallida) provoca in realtà intossicazioni digestive abbastanza gravi con nausea, vomito e manifestazioni diarroiche particolarmente intense; l'intossicazione è causata da composti chimici molto instabili, detti acroresinoidi, da cui si origina l'avvelenamento fungino noto come sindrome resinoide.[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Ramaria formosa, su Index Fungorum. URL consultato il 19 dicembre 2023.
- ^ a b c d e (DE) Bruno Cetto, Der große Pilzführer, vol. 1, Monaco di Baviera, Berna, Vienna, BLV Verlagsgesellschaft, 1976, pp. 556-557, ISBN 3-405-11774-7.
- ^ (EN) S. Nilson, O. Persson, Fungi of Northern Europe 1: Larger Fungi (Excluding Gill-Fungi), in Penguin, 1977, p. 64, ISBN 978-0-14-063005-3.
- ^ (EN) M. Loizides, Quercus Alnifolia: the indigenous Golden Oak of Cyprus and its fungi, in Field Mycology, vol. 12, n. 3, 2011, pp. 81-88, DOI:10.1016/j.fldmyc.2011.06.004.
- ^ (DE) Eckhard Beubler, Kompendium der Pharmakologie - Gebräuchliche Arzneimittel in der Praxis, Vienna-New York, Springer, 2007, p. 261, ISBN 978-3-211-72054-7.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Antonio Testi, Funghi d'Italia, 6ª ed., Giunti, 2006, pp. 90-91.
- (DE) Marcel Bon, Pareys Buch der Pilze, Halberstadt, Kosmos, 2012, ISBN 978-3-440-13447-4.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ramaria formosa