Ramadan

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رمضان
Ramadan
Uno spicchio di luna visibile al tramonto a Manama, indica l'inizio del mese islamico di Ramadan in Bahrein.
TipoReligiosa
Periododal 1º al 29 o 30 del mese di Ramadan
ReligioneIslam
Ricorrenze correlateʿīd al-fiṭr, Laylat al-Qadr
Tradizioni

Nel calendario islamico, il Ramadan[1][2] (in arabo رمضان?, ramaḍān[3]) è il nono mese dell'anno, di 29 o 30 giorni; in base all'osservazione della luna crescente[4][5][6].

Secondo la pratica islamica[7], il Ramadan è il mese in cui si pratica il digiuno (Sawm), in commemorazione della prima rivelazione del Corano a Maometto («Il mese in cui fu rivelato il Corano come guida per gli uomini e prova chiara di retta direzione e salvezza»: II.185)[8][9].

Origini del nome e calcolo astronomico

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Considerato che il calendario islamico è di tipo lunare, ovvero si basa su cicli di mesi sinodici o lunari, detti anche "lunazioni", ne deriva che ogni mese lunare islamico viene identificato con la prima falce visibile in cielo di luna crescente e inizia quindi con una data di calendario sempre diversa; perciò anche la data del nono mese di tale calendario cambia ogni anno.[10]
Il calendario islamico è composto da 354 o 355 giorni (10 o 11 giorni in meno dell'anno solare), dunque il mese di Ramadan retrocede man mano ogni anno rispetto all'anno solare, fino a cadere in una stagione diversa.

Lo stesso argomento in dettaglio: Calendario islamico.

Ancor prima della cultura musulmana le antiche tribù arabe, che sempre seguivano un calendario di tipo lunare, tendevano ad identificare il "nono mese" con un periodo stagionale torrido, estivo, legato alle loro attività di pastorizia e agricoltura, quindi chiamato "Ramadan", derivante da termini in arabo حرارة?, harara, caldo, in arabo حترقتالغنم?, ramal-hara, randhaa, sabbia, terra scottante, ma anche nella frase in arabo احترقت الغنم?, ramidat-al-ghnamam, "si sono bruciate le pecore"[11]. Oggi però, a causa del preciso calcolo delle fasi lunari, il nono mese può iniziare in qualsiasi periodo stagionale, a volte anche d'inverno.
Molto importante per la tradizione islamica risulta l'avvistamento diretto del primo taglio di luna crescente in cielo dopo il novilunio che chiude il mese precedente, l'ottavo, ovvero il Sha'ban. Con Hilāl (la luna crescente) infatti, si indica il periodo di un giorno, o più giorni, dopo l'ultima luna nuova.
Tuttavia, poiché l'avvistamento ad occhio nudo della nuova falce risulta difficile, spesso ostacolato da eventi meteorologici, oltretutto non è identico in tutti i paesi del mondo, si tende a seguire una disposizione ufficiale, in quel momento, dell'autorità islamica della propria nazione di appartenenza. Nonostante ciò, per molti musulmani questo non rispetterebbe quanto scritto negli hadith, che invece consiglierebbero sempre una conferma visiva, in ogni area del mondo. Infatti, le variazioni consistenti di visibilità esistettero fin dai tempi di Maometto.[12].
Un'interpretazione coranica infine, invita i musulmani che vivono in regioni terrestri quasi polari, in cui si verifica il cosiddetto sole di mezzanotte, ad adottare le ore di levata e tramonto de La Mecca, in Arabia Saudita, come indicazione per l'inizio e la fine del digiuno giornaliero.[13] Comunque l'opinione più comune è che i musulmani in quelle aree adottino gli orari del Paese più vicino a loro in cui il giorno si può distinguere dalla notte.

La fine del mese di Ramadan poi, viene identificata con la "Festa della Rottura" (in arabo عيد الفطر?, ʿĪd al-Fitr), che segna l'inizio del nuovo mese lunare islamico, ovvero il decimo mese, lo Shawwal. Ciò viene decretato con l'avvistamento di una nuova falce di luna, o il completamento dei 30 giorni di digiuno se l'avvistamento a occhio nudo non è possibile per cattive condizioni meteorologiche. ʿĪd al-Fitr potrebbe fare riferimento alla festosità per il successo nel completare il mese di digiuno e il conseguente ritorno alla normalità, alla disposizione naturale (fitra), del poter di nuovo mangiare, bere e intraprendere attività sessuali durante il giorno.[14]

Festività del Ramadan e pratica del digiuno

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Questa ricorrenza annuale è considerata il quarto dei Cinque Pilastri dell'Islam[15] e il digiuno è un precetto religioso (Farḍ) per i musulmani adulti, ad eccezione di quanti sono in età avanzata, in gravidanza, in allattamento, diabetici o malati terminali oppure durante le mestruazioni.[16] Il digiuno fu reso obbligatorio (wājib) durante il mese di Sha'ban nel secondo anno dopo la migrazione dei musulmani da La Mecca a Medina. Al termine del ramadan, viene celebrato lo Id al-fitr che significa "festa dell'interruzione del digiuno" ed è detta anche la "festa piccola" (id al-saghir).

Persone in attesa della fine del digiuno giornaliero durante il mese del Ramadan

Durante il digiuno dall'alba al tramonto, i musulmani si astengono dal consumo di cibi e bevande e dalla pratica di attività sessuali durante gli orari di digiuno. I fedeli sono anche invitati all'astinenza da comportamenti peccaminosi che vanificherebbero il digiuno, come ad esempio i peccati di parola (insulto, calunnia, bestemmia, menzogna, ecc.) o le azioni violente, con l'eccezione della legittima difesa.[17][18]

Cibo e bevande sono servite quotidianamente prima dell'alba e dopo il tramonto in pasti chiamati rispettivamente suḥūr e ifṭār.[19][20].
Durante questo periodo, il digiuno solitamente include la recita delle preghiere (Ṣalāt), la lettura del Corano e un crescente impegno nelle opere di bene e nella carità.[21][22]

Fonti coraniche e sciaraitiche

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Il digiuno (sawm) durante il mese di Ramadan costituisce il quarto dei Cinque pilastri dell'Islam e chi ne negasse l'obbligatorietà per coloro che sono musulmani e non hanno gli impedimenti riconosciuti dal Corano, sarebbe kāfir, colpevole cioè di empietà massima che esclude dalla condizione di musulmano.[senza fonte] Chi è impossibilitato a digiunare, perché malato, può anche essere sollevato dal precetto, ma appena possibile dovrà recuperare i giorni del mese in cui non ha digiunato. Le donne incinte o che allattano, i bambini e i malati cronici sono esentati dal digiuno e dovrebbero al suo posto, secondo le loro possibilità, fare la carità come ad esempio nutrire le persone bisognose indipendentemente dalla loro religione, gruppo etnico o dalle loro convinzioni. Le donne durante le mestruazioni non devono digiunare, ma possono recuperare i giorni mancati.

La Sura 2, Versetto 185 del Corano recita:

È nel mese di Ramadàn che abbiamo fatto scendere il Corano, guida per gli uomini e prova di retta direzione e distinzione. Chi di voi ne testimoni [l’inizio] digiuni. E chiunque è malato o in viaggio assolva [in seguito] altrettanti giorni. Allah vi vuole facilitare e non procurarvi disagio, affinché completiate il numero dei giorni e proclamiate la grandezza di Allah che vi ha guidato. Forse sarete riconoscenti!

Si crede che il Corano sia stato rivelato a Maometto durante il mese di Ramadan che è proclamato come "il migliore tempo di tutti". La prima rivelazione fu mandata durante la Notte del Destino, o Laylat al-Qadr, una delle cinque notti di numero dispari degli ultimi dieci giorni del mese di Ramadan.[23]

Secondo gli Ḥadīth tutte le sacre scritture furono consegnate durante il mese di Ramadan. Le tavole di Abramo, la Torah, i Salmi, il Vangelo e il Corano vennero concessi rispettivamente l'1, il 6, il 12, il 13 e il 24 di Ramadan.[24]

Secondo il Corano il digiuno era un obbligo già per i popoli dell'arabia preislamica e per mezzo di esso il fedele acquisisce il timor di Dio, taqwa.[25][Corano 2:183] I pagani della Mecca praticavano dunque anch'essi il digiuno, ma solamente nel decimo giorno di Muharram per espiare i peccati e scongiurare la siccità.[26] Abu Zanad, scrittore iracheno vissuto in periodo islamico, intorno al 747 d.C., riferiva che almeno una comunità mandea situata nell'area di Giazira (a nord dell'odierno Iraq) osservava il digiuno del Ramadan ancor prima della conversione all'Islam.[27]

Il precetto di osservare il digiuno durante il mese di Ramadan fu reso obbligatorio 18 mesi dopo l'Egira, durante il mese di Sha'ban nel 624 d.C. Il significato spirituale del digiuno è stato analizzato da molti teologi. Si attribuisce ad esempio al digiuno la dote di insegnare all'uomo l'autodisciplina, l'appartenenza a una comunità, la pazienza e l'amore per Dio. Un'altra interpretazione è che il digiuno e l'astinenza sessuale per un mese intero ricordi al praticante le privazioni dei poveri e così lo invogli a versare la zakat.

Secondo lo storico Philip Jenkins il Ramadan deriva dalla rigorosa disciplina quaresimale delle Chiese Siriache, un'ipotesi avallata da altri studiosi, quali il teologo Paul-Gordon Chandler.[28][29] Tale tesi è basata sull'idea secondo la quale il Corano abbia ispirazioni siriaco-cristiane, una posizione che viene rigettata da alcuni accademici musulmani come al-Azami.[30]

Pratiche tradizionali

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La pratica comune durante il Ramadan è il digiuno dall'alba al tramonto. Il pasto prima dell'alba è chiamato suḥūr, mentre quello dopo il tramonto è detto ifṭār. Considerando la grande varietà culturale dei musulmani nel mondo, è pressoché impossibile descrivere un tipico suḥūr o ifṭār. Il digiuno viene rotto al tramonto del sole. Dato che il profeta Maometto interrompeva il digiuno con datteri e un bicchiere d’acqua, i musulmani mangiano datteri sia al suhoor che all’iftar. I datteri, alimento di base in Medio Oriente, sono ricchi di sostanze nutritive, molto digeribili e contengono elevate quantità di zuccheri, preziosi dopo una lunga giornata di digiuno.

Inoltre i fedeli musulmani sono invitati alla recita di preghiere, ad azioni di beneficenza e alla pratica dell'autodisciplina. Queste pratiche sono motivate dagli Hadith, specialmente in Sahih Al-Bukhari[31] e Sahih Muslim[32] in cui si dice che 'quando il Ramadan arriva, le porte del Paradiso sono aperte e le porte dell'inferno sono chiuse e i diavoli sono messi in catene'.

Nel corso del mese di Ramadan infatti i musulmani devono astenersi dal bere, mangiare, fumare, ascoltare musica e dal praticare attività sessuali e non solo, le donne non devono truccarsi. Particolarmente intensa dev'essere la lotta contro i cattivi pensieri, le cattive azioni, la rabbia:

«Iddio Potente e Glorioso ha detto: “Ogni azione del figlio di Adamo gli appartiene, eccetto il digiuno, che appartiene a Me, ed Io ne do ricompensa; il digiuno è un'armatura, e quando sia giorno di digiuno per uno di voi, non nutra propositi osceni né vociferi, e se qualcuno lo ingiuria o lo combatte, dica: 'Sto digiunando'; e per Colui nella Cui Mano è l'anima di Muhammad, l'alito cattivo che promana dalla bocca di colui che sta digiunando è migliore davanti a Dio del profumo del muschio. Chi digiuna ha due motivi di cui rallegrarsi: si rallegra quando lo rompe, e si rallegrerà del digiuno fatto quando incontrerà il suo Signore».[33]

Si ritiene che le ricompense spirituali (thawab) derivate dalla pratica corretta del digiuno siano moltiplicate durante il mese di Ramadan.[34]

Varie le ricorrenze del mese festeggiate o commemorate dai musulmani. Il giorno 6 infatti sarebbe nato il nipote di Maometto, al-Husayn ibn ‘Alī. Il giorno 10 sarebbe morta la prima moglie del Profeta, Khadīja bint Khuwaylid. Il giorno 17 sarebbe stata vinta la battaglia di Badr. Il giorno 19 sarebbe stata conquistata dai musulmani la città di Mecca. Il 21 sarebbero morti ‘Alī ibn Abī Ṭālib e il suo discendente, l'imam ʿAlī al-Riḍā.

In alcuni paesi a maggioranza islamica il mancato rispetto del digiuno nei luoghi pubblici è sanzionato penalmente in quanto urta la morale comune, tuttavia nella sfera privata non sussiste alcun obbligo[35].

La Notte del Destino

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Laylat al-Qadr, resa in italiano come Notte del Destino, è considerata la notte più sacra dell'anno, tanto da essere definita dal Corano stesso "migliore di mille mesi"[36]. Questa è la notte in cui, secondo i musulmani, Maometto ha ricevuto la prima rivelazione del Corano.

La data esatta del Laylat al-Qadr è sconosciuta, quindi per convenzione la si fa cadere nella notte di un giorno dispari dell'ultima decade di Ramadan, quindi la notte del 21, 23, 25, 27 o 29. Nella comunità di Dawudi Bohora la Notte del Destino viene celebrata la notte del 31 di Ramadan[37][38].

Anno Calendario gregoriano Anno

Calendario islamico

Inizio nel gregoriano Fine nel gregoriano
1958 1377 21 marzo 19 aprile
1959 1378 10 marzo 8 aprile
1960 1379 28 febbraio 28 marzo
1961 1380 16 febbraio 17 marzo
1962 1381 5 febbraio 6 marzo
1963 1382 26 gennaio 24 febbraio
1964 1383 16 gennaio 14 febbraio
1965 1384 4 gennaio 2 febbraio
1965-1966 1385 24 dicembre 22 gennaio
1966-1967 1386 13 dicembre 11 gennaio
1967-1968 1387 3 dicembre 1º gennaio
1968 1388 21 novembre 20 dicembre
1969 1389 11 novembre 10 dicembre
1970 1390 31 ottobre 29 novembre
1971 1391 20 ottobre 18 novembre
1972 1392 8 ottobre 6 novembre
1973 1393 27 settembre 26 ottobre
1974 1394 17 settembre 16 ottobre
1975 1395 6 settembre 5 ottobre
1976 1396 26 agosto 24 settembre
1977 1397 16 agosto 14 settembre
1978 1398 4 agosto 3 settembre
1979 1399 25 luglio 23 agosto
1980 1400 13 luglio 11 agosto
1981 1401 2 luglio 31 luglio
1982 1402 22 giugno 21 luglio
1983 1403 12 giugno 11 luglio
1984 1404 31 maggio 29 giugno
1985 1405 21 maggio 19 giugno
1986 1406 10 maggio 8 giugno
1987 1407 30 aprile 29 maggio
1988 1408 17 aprile 16 maggio
1989 1409 7 aprile 6 maggio
1990 1410 27 marzo 25 aprile
1991 1411 17 marzo 15 aprile
1992 1412 6 marzo 4 aprile
1993 1413 23 febbraio 24 marzo
1994 1414 12 febbraio 13 marzo
1995 1415 1º febbraio 2 marzo
1996 1416 21 gennaio 19 febbraio
1997 1417 10 gennaio 8 febbraio
1997-1998 1418 31 dicembre 29 gennaio
1998-1999 1419 20 dicembre 18 gennaio
1999-2000 1420 9 dicembre 7 gennaio
2000 1421 27 novembre 26 dicembre
2001 1422 16 novembre 15 dicembre
2002 1423 6 novembre 4 dicembre
2003 1424 26 ottobre 24 novembre
2004 1425 15 ottobre 13 novembre
2005 1426 4 ottobre 2 novembre
2006 1427 24 settembre 23 ottobre
2007 1428 13 settembre 12 ottobre
2008 1429 1º settembre 30 settembre
2009 1430 22 agosto 20 settembre
2010 1431 11 agosto 9 settembre
2011 1432 1º agosto 29 agosto
2012 1433 20 luglio 18 agosto
2013 1434 10 luglio 7 agosto
2014 1435[39] 29 giugno 28 luglio
2015 1436[39] 18 giugno 17 luglio
2016 1437[39] 6 giugno 6 luglio
2017 1438[39] 27 maggio 24 giugno
2018 1439[39] 17 maggio 15 giugno
2019 1440[39] 6 maggio 4 giugno
2020 1441[39] 24 aprile 23 maggio
2021 1442[39] 13 aprile 12 maggio
2022 1443[39] 2 aprile 1º maggio
2023 1444[39] 23 marzo 20 aprile
2024 1445[39] 11 marzo 9 aprile
2025 1446[39] 1º marzo 29 marzo
2026 1447[39] 18 febbraio 19 marzo
2027 1448[39] 8 febbraio 8 marzo
2028 1449[39] 28 gennaio 25 febbraio
2029 1450[39] 16 gennaio 13 febbraio
Date del Ramadan tra il 1958 e il 2029
  1. ^ ramadan, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. ^ talora reso come Ramazan, Ramadhan o Ramathan
  3. ^ dalla radice ramiḍa/al-ramaḍ 'calore rovente', 'aridità'
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  5. ^ Abul-Hussain Muslim-Ibn-Habaj, Sahih Muslim – Book 006 (The Book of Fasting), Hadith 2378., su hadithcollection.com. URL consultato il 25 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 15 gennaio 2013).
  6. ^ Abul-Hussain Muslim-Ibn-Habaj, Sahih Muslim, Kitāb 006 (The Book of Fasting), Hadith 2391., su hadithcollection.com. URL consultato il 25 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2018).
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  10. ^ https://www.nationalgeographic.it/storia-e-civilta/2022/04/ramadan-le-origini-e-le-regole-del-mese-piu-sacro-nella-cultura-islamica.
  11. ^ https://www.corriere.it/scuola/19_maggio_07/ramadan-nono-mese-calendario-islamico-significa-ardente-e71ac944-70d0-11e9-90e5-1aa1d5fb0bf8.shtml
  12. ^ (EN) Sahih Bukhari Volume 003, Book 031, Hadith Number 124., su Hadith Collection. URL consultato il 7 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2012).
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  27. ^ Cfr. Ibn Qutaybah, op. cit., p. 204; Citato da Sinasi Gunduz, The Knowledge of Life, Oxford University, 1994, p. 25, nota 403; "Abu al-Fida, op. cit., p. 148; Bar Habraeus, op. cit., p. 266, Ibn Hazm claims that this fast is the fast of Ramadan (of the Muslims), but this is completely wrong."
  28. ^ Jenkins, Philip (31 July 2006).
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  33. ^ Riyâd al-Sâlihîn, Il Giardino dei devoti, Detti e fatti del Profeta di al-Nawawî, IX, 38
  34. ^ AbdAllah-Muhammad Bukhari-Ibn-Ismail, Sahih Bukhari – Kitāb 031 (The Book of Fasting), Hadith 125., su hadithcollection.com. URL consultato il 25 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 15 gennaio 2013).
  35. ^ Ad esempio, in Algeria, nel 2008 il tribunale di Biskra ha condannato sei persone a 4 anni di prigione più una pesante ammenda per questa infrazione. Fonte: AFP-Arabia.net, su alarabiya.net, 7 ottobre 2008. URL consultato il 9 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2008).
  36. ^ Il Destino, su corano.it. URL consultato il 7 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2017).
  37. ^ (EN) Sahih Bukhari Volume 003, Book 032, Hadith Number 238., su Hadith Collection. URL consultato il 7 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 15 gennaio 2013).
  38. ^ (EN) Sahih Muslim Book 006, Hadith Number 2632., su Hadith Collection. URL consultato il 7 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 15 gennaio 2013).
  39. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Umm al-Qura calendar of Saudi Arabia.

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