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Quartiere ebraico di Třebíč

Coordinate: 49°13′02″N 15°52′44″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
 Bene protetto dall'UNESCO
Quartiere ebraico e Basilica di San Procopio a Třebíč
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturali
Criterio(ii) (iii)
PericoloNon in pericolo
Riconosciuto dal2003
Scheda UNESCO(EN) Jewish Quarter and St Procopius' Basilica in Třebíč
(FR) Scheda

Il quartiere ebraico di Třebíč è un ghetto che, insieme alla Basilica di San Procopio, costituisce un patrimonio dell'umanità dell'UNESCO situato a Třebíč, in Repubblica Ceca.

Scorcio del quartiere

Il quartiere ebraico, il relativo cimitero e la Basilica di San Procopio rappresentano un complesso che racconta la convivenza pacifica di cristiani ed ebrei dal medioevo al XX secolo.

Il quartiere ebraico copre un'area di 4,4 ettari, ed è limitato a sud dal fiume Jihlava e a nord da una collina. Oltre la collina si trova il cimitero ebraico che nonostante si trovi fisicamente all'esterno del quartiere, viene considerato dall'UNESCO come facente parte.

Gli edifici sono costruiti in stile vernacolare, e sono solitamente formati da un porticato sovrastato da due piani, con un soffitto in legno. Alcune facciate mostrano elementi rinascimentali o barocchi. Fino al 1875 vincoli politici obbligavano gli ebrei a non acquistare proprietà all'esterno del quartiere. La più antica sinagoga di cui si trovi traccia nelle fonti scritte risale al 1590, mentre la più antica tuttora in funzione come luogo di culto è un edificio barocco del 1639-42, attualmente usato come chiesa dagli Hussiti.

I giardini di Subak

Il cimitero si trova a nord del quartiere, nascosto dietro la collina, ed è raggiungibile tramite una strada di recente costruzione. È diviso in due parti, risalenti rispettivamente al XV ed al XIX secolo, e contiene circa 4000 tombe. Nonostante sia il cimitero più famoso della città non è il più antico; esiste un precedente cimitero costruito nei pressi del monastero e dalla basilica di San Procopio.

Fin dai primi tempi nacque un fiorente mercato nei pressi del monastero. Non essendo in nessun modo protetto, il quartiere subì le stesse venture del resto della città. Ad esempio venne distrutto nel XV secolo durante l'invasione del re ungherese. Il quartiere è autogestito con un governatore eletto. Nel 1849 si conquistò il diritto ad avere un proprio sindaco, e venne rinominato Zamosti (oltre il fiume). Nel 1920 il quartiere venne fuso con il resto della città portando ad una fusione delle etnie. Durante la seconda guerra mondiale tutti gli ebrei vennero deportati, e le case passarono nelle mani di persone di altre fedi.

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