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Principato vescovile di Strasburgo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Disambiguazione – Se stai cercando l'attuale diocesi, vedi Arcidiocesi di Strasburgo.
Vescovato di Strasburgo
Vescovato di Strasburgo – Bandiera
Vescovato di Strasburgo - Stemma
Vescovato di Strasburgo - Localizzazione
Vescovato di Strasburgo - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completoPrincipato vescovile di Strasburgo
Nome ufficialeFürstbistum Straßburg (de)
Bistum Strossburi (als)
Lingue parlatetedesco, alsaziano
CapitaleSaverne
Altre capitaliStrasburgo
Dipendente da Sacro Romano Impero
Politica
Forma di governoteocrazia
Nascita982 con Erkanbaldo
CausaDivisione dal Ducato di Svevia
Fine1803 con Louis-René-Édouard de Rohan-Guéménée
CausaReichsdeputationshauptschluss
Territorio e popolazione
Bacino geograficoBacino del Reno
Massima estensione1400 km2 nel XIV secolo
Economia
Valutatallero di Strasburgo
Religione e società
Religioni preminenticattolicesimo
Religione di Statocattolicesimo
Religioni minoritarieebraismo
protestantesimo
Classi socialiclero, patrizi, cittadini, popolo
Evoluzione storica
Preceduto da Ducato di Svevia
Succeduto da Regno di Francia
—————
Francia (bandiera) Repubblica Francese
Elettorato di Baden

Il Principato vescovile di Strasburgo fu uno stato ecclesiastico tedesco inserito nel contesto del Sacro Romano Impero, che persistette nella propria esistenza dal X secolo al 1803, costituendosi come entità territoriale di rilievo a partire dall'epoca medievale. La sua capitale fu Strasburgo e comprendeva i territori attorno alla città. Durante l'epoca moderna, il principato episcopale fece parte della Provincia dell'Alto Reno e aveva il 21º voto al Reichstag.

A partire dal XVIII secolo, il vescovado passò sempre più sotto l'influenza francese perdendo progressivamente territorio al punto che durante la Rivoluzione francese la restante parte occidentale di esso venne occupata dalle truppe francesi che ne annetterono una parte mentre il restante nel 1803 venne mediatizzato all'Elettorato di Baden.

La diocesi venne fondata nel IV secolo d.C. e riconosciuta come principato ecclesiastico nel X secolo col vescovo Erkanbaldo. Già in epoca post-romana, ad ogni modo, la diocesi di Strasburgo era stata particolarmente favorita dai Merovingi che con Dagoberto[quale dei tre?] aveva eseguito importanti donazioni alla chiesa locale purché inviasse dei monaci a cristianizzare parte della Foresta Nera con delle missioni. I primi possedimenti riconosciuti parte dello stato di Strasburgono furono Vallée de la Bruche, Rufach ed Ettenheim.

Il principato ecclesiastico di Strasburgo continuò a fiorire durante tutto il medioevo, arrivando ad annettere anche una vasta area situata sulla riva sinistra del Reno comprendente i villaggi di Saverne, Molheim, Benfeld, Dachstein, Dambach, Dossenheim-Kochersberg, Erstein, Kästenbolz, Rhinau e la regione del Mundat (comprendente Rouffach, Soultz e Eguisheim). Tra il 1223 ed il 1260 i vescovi Bertoldo I di Teck ed Enrico III di Stahleck ingrandirono notevolmente il territorio secolare sottoposto al principato episcopale, riuscendo ad annettere alcune città imperiali dell'area di Ortenau tra Landau ed il lago di Bienne, dando grande impulso alla città di Ettenheim. Nel 1262, dopo una lotta col vescovo Walter di Geroldseck, venne ottenuto definitivamente il territorio della città di Strasburgo che divenne quindi stabilmente la nuova capitale del principato. Dal 1359, in riconoscimento dei territori acquisiti, i vescovi di Strasburgo portarono anche il titolo di langravi d'Alsazia. Nella metà del XIV secolo, l'area del principato si estendeva per 1400 chilometri quadrati con circa 300 villaggi. Dal 1444 i vescovi presero stabile residenza perlopiù nella città di Saverne dove era presente un castello di proprietà dei principi-vescovi dove essi conducevano una vita come aristocratici dell'epoca.

Durante il periodo della riforma protestante, la città di Strasburgo fu uno dei centri del protestantesimo. La rivolta dei contadini del 1525 prese piede anche nel vescovado e venne repressa nel sangue grazie ai pesanti provvedimenti presi dal vescovo Giovanni IV di Manderscheid-Blankenheim e dal capitolo della cattedrale contro i protestanti. Dopo la morte del vescovo, si riaccesero le polemiche tra cattolici e protestanti anche all'interno dello stesso capitolo episcopale che si concluse con un nulla di fatto, ma costò al principato la concessione di Renchtal al Württemberg per pagare le spese necessarie.

Dopo la fine della Guerra dei Trent'anni i vescovi vennero pesantemente influenzati dal governo francese grazie soprattutto alla complicità dei vescovi della dinastia von Furstenberg prima e dei loro successori dalla casa Rohan (una delle più influenti ed antiche della Franca). Una prima mutazione dello stato avvenne nel 1681 quando tali territori vennero occupati dalla Francia di Luigi XIV e formalmente riconosciuti ad essa dal Sacro Romano Impero col Trattato di Ryswick del 1697.

I vescovi mantennero in Alsazia solo la loro sede principesca, anch’essa occupata dai francesi con lo scoppio della Rivoluzione. La parte rimanente dello stato di Strasburgo posta lungo la riva destra del Reno consisteva invece dei villaggi di Oberkirch, Ettenheim e Oppenau, territori che saranno perlopiù secolarizzati a vantaggio dell'Elettorato di Baden con la secolarizzazione decisa dal Reichsdeputationshauptschluss del 25 febbraio 1803, pochi giorni dopo la morte dell'ultimo principe-vescovo sovrano, il cardinale Louis-René-Édouard de Rohan-Guéménée.

Principi-vescovi di Strasburgo (982-1803)

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secolarizzazione del principato vescovile
  1. ^ Due mesi di episcopato.
  2. ^ Eletto dal capitolo della cattedrale il 26 gennaio 1569 e confermato dalla Santa Sede solo quattro anni dopo.
  • Francis Rapp: Hochstift Straßburg. Artikel der Residenzenkommission (Onlineversion)
  • Karl Heinz Debus: Bistum Straßburg. In: Gerhard Taddey (Hrsg.): Lexikon der deutschen Geschichte. 2. Aufl. Stuttgart, 1983 S.1202f.
  • Gerhard Köbler: Historisches Lexikon der deutschen Länder. 4. Aufl. München, 1988 S.610
  • Francis Rapp: Hochstift Strassburg. In: Meinrad Schaab, Hansmartin Schwarzmaier (Hrsg.): Handbuch der baden-württembergischen Geschichte. Band 2: Die Territorien im alten Reich. Im Auftrag der Kommission für geschichtliche Landeskunde in Baden-Württemberg herausgegeben. Klett-Cotta, Stuttgart 1995, ISBN 3-608-91371-8, S. 491–504.

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