Pietre runiche di Jelling
Pietre runiche di Jelling | |
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Civiltà | Danesi |
Epoca | X secolo |
Localizzazione | |
Stato | Danimarca |
Regione | Danimarca meridionale |
Amministrazione | |
Visitabile | sì |
Mappa di localizzazione | |
Bene protetto dall'UNESCO | |
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Colline di Jelling, pietre runiche e chiesa | |
Patrimonio dell'umanità | |
Tipo | Culturali |
Pericolo | non in pericolo |
Riconosciuto dal | 1994 |
Scheda UNESCO | (EN) Jelling Mounds, Runic Stones and Church (FR) Scheda |
Le pietre runiche di Jelling sono due pietre runiche rinvenute nella cittadina danese di Jelling (comune di Vejle), nello Jutland, e risalenti al X secolo[1][2][3][4][5][6][7][8][9][10]: la prima pietra runica fu commissionata da re Gorm il Vecchio ed è dedicata a sua moglie Thyra[1][2][3][4][5][6][7][8][11][12], mentre la seconda fu commissionata dal figlio di Gorm e Thyra, Aroldo Dente Azzurro in memoria dei propri genitori.[1][2][3][4][5][6][7][9][10][11][12]
Le due pietre runiche sono considerate una sorta di "certificato di nascita" della Danimarca[10][13] e, unitamente alla chiesa e le colline adiacenti, sono annoverate dall'UNESCO nel patrimonio dell'umanità dal 1994.[2][3][5][12][13][14][15]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il sito si trova al nr. 1 della Thyrasvej[13], lungo la strada principale che conduce al villaggio di Jelling.[5]
Le due pietre sono protette dal 2011 da una copertura in bronzo.[13][15]
Pietra di Gorm
[modifica | modifica wikitesto]La pietra più antica, che è anche la più piccola delle due[1][2][3][5][11], fu commissionata da re Gorm il Vecchio nella prima metà del X secolo[6] (935 circa[2]/940-955 circa[8]) in onore di sua moglie Thyra.[1][2][3][4][5][6][8][11][12]
La pietra, in gneiss[8], è alta 1,85 m[8], larga 1,07[8] e ha uno spessore di 50 cm[8].
La pietra presenta un testo redatto in antico danese[8]: si tratta del più antico testo scritto da un sovrano danese di cui si abbia conoscenza.[1] È inoltre il più antico testo ritrovato in Danimarca in cui sia citato il nome di questa nazione[1][3], già in uso in altre parti d'Europa da almeno 75 anni.[1]
La pietra di Gorm è menzionata per la prima volta nel 1586 in un disegno di Rantzau ritrovato in un testo di Caspar Markdanner.[8]
Non si conosce quale sia il luogo originale in cui fu innalzata la pietra, sul quale sono state formulate varie ipotesi.[1] Fu comunque rinvenuta di fronte alla porta della Chiesa di Jelling[8], dove veniva usata come panca.[8]
Testo in fuþark
[modifica | modifica wikitesto]᛬ ᛋᛁᚾᛅ ᛬ ᛏᛅᚾᛘᛅᚱᚴᛅᛦ ᛬ ᛒᚢᛏ ᛬
Traslitterazione in caratteri latini
[modifica | modifica wikitesto]
Traduzione in italiano
[modifica | modifica wikitesto]Pietra di Aroldo Dente Azzurro
[modifica | modifica wikitesto]La pietra più recente, che è la più grande delle due[2][3][5][6][11], fu commissionata nella seconda metà del X secolo[6] (tra il 960 e il 965/985 circa[2][9]) da re Aroldo (Harald) Dente Azzurro in memoria dei suoi genitori Gorm e Thyra.[2][3][4][6][9][10][11].
La pietra, in gneiss[15], è alta 2,43 m[9][15] e si divide in tre parti distinte[15]: una parte (della larghezza di 2,90 m[9]) presenta esclusivamente l'iscrizione runica[2][9], un'altra (della larghezza di 1,62 cm[9]) è decorata con la figura di un leone avvolto da un serpente[11], mentre la terza parte (della larghezza di 1,58 m[9]) presenta raffigurazione di Cristo[1][2][3][11], la più antica che si conosca in area scandinava[1]. Alcune parti (tra cui la seconda "pagina" dell'iscrizione) si presentano in cattivo stato di conservazione.[9]
La pietra presenta un'iscrizione unica nel suo genere, in quanto il testo, in antico danese[15], si presenta - a differenza degli altri testi redatti in alfabeto runico - in forma orizzontale anziché verticale.[2]
Per l'incisione della pietra re Aroldo si avvalse dei migliori artigiani.[1] Pare che il lavoro di incisione sia durato circa un anno.[1]
La pietra di Aroldo Dente Azzurro è citata per la prima volta da Ole Worm nel 1586.[9] Fu rinvenuta interrata nei dintorni della città.[9]
Testo in fuþark
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Traslitterazione in caratteri latini
[modifica | modifica wikitesto](lato A)
haraltr : kunukR : baþ : kaurua
kubl : þausi : aft : kurm faþur sin
auk aft : þąurui : muþur : sina : sa
haraltr (:) ias : sąR * uan * tanmaurk
(lato B)
ala * auk * nuruiak
(lato C)
* auk * t(a)ni (* karþi *) kristną[1][9]
Traduzione in italiano
[modifica | modifica wikitesto]Re Aroldo ordinò che fosse fatto questo monumento in onore di Gorm, suo padre, e di Thyra, sua madre, quell'Aroldo che regnò sull'intera Danimarca e Norvegia e che convertì i Danesi al Cristianesimo[1][3][6][9][10][11][12]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q Runenstenene i Jelling su Fortidens Jelling
- ^ a b c d e f g h i j k l m Jelling-Stenene su Danmarks Historien
- ^ a b c d e f g h i j k l Die Runensteine von Jelling su Dänemark.info
- ^ a b c d e Jelling Stones su Encyclopædia Britannica
- ^ a b c d e f g h Die Runensteine von Jelling su Großsteingräber.de
- ^ a b c d e f g h i j Runensteine in Jelling su Treffpunkt Howaldt
- ^ a b c Runenstein in Jelling / Dänemark su Terraner.de
- ^ a b c d e f g h i j k l m n Jelling-sten 1 Archiviato il 27 aprile 2011 in Internet Archive. su Danske Runeindskrifter
- ^ a b c d e f g h i j k l m n Jelling-sten 2 Archiviato il 27 aprile 2011 in Internet Archive. su Danske Runeindskrifter
- ^ a b c d e Jellingstenen Archiviato il 14 aprile 2014 in Internet Archive. su Nationalmuseet
- ^ a b c d e f g h i j Marchetti, Emanuela, LE FORTEZZE CIRCOLARI DI AROLDO DENTE AZZURRO, in: InStoria, 27 maggio 2007
- ^ a b c d e f Le pietre runiche di Jelling Archiviato il 17 agosto 2014 in Internet Archive. su Guida Michelin
- ^ a b c d Nobel, Erik, Copertura delle pietre runiche a Jelling, Danimarca Archiviato il 13 aprile 2014 in Internet Archive. in: Copper Concept
- ^ Jelling Mounds, Runic Stones and Church - UNESCO World Heritage Centre
- ^ a b c d e f Runestenene i glasmontrer su Fortidens Jelling
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su pietre runiche di Jelling
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Jelling stones, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.