[go: up one dir, main page]

Vai al contenuto

Polizia ferroviaria

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Polfer)
Voce principale: Polizia di Stato.
Polizia ferroviaria
Scudetto Omerale
Descrizione generale
Attiva1945 – oggi
NazioneItalia (bandiera) Italia
Servizio Polizia di Stato
TipoSpecialità
CompitiOrdine pubblico
Controllo di mezzi e infrastrutture ferroviari
Indagine e repressione dei reati in ambito ferroviario
Pronto intervento
Sicurezza nelle ferrovie
Dimensionecirca 4 400 unità
SoprannomePolfer
La ferroviaria
Parte di
Ministero dell'interno
Dipartimento della pubblica sicurezza
Comandanti
Voci di forze di polizia presenti su Wikipedia

La Polizia Ferroviaria, detta anche Polfer è una delle quattro specialità della Polizia di Stato.

Un mezzo della Polfer alla Stazione di Roma Termini

La Polizia Ferroviaria nasce il 24 giugno 1907, storico momento dell'istituzione dei commissariati di pubblica sicurezza presso le Direzioni compartimentali delle Ferrovie dello Stato. Il provvedimento di Giovanni Giolitti, allora ministro dell'Interno, ha permesso all'odierna Polizia ferroviaria di divenire l'organo di pubblica sicurezza deputato alla prevenzione e repressione dei reati in ambito ferroviario.

La Polizia Ferroviaria è l'unico reparto di polizia ad operare nelle stazioni e lungo la rete ferroviaria. I suoi compiti sono principalmente quello di garantire la sicurezza nelle stazioni ferroviarie, a bordo dei treni e delle infrastrutture ferroviarie; più in generale si occupa della prevenzione e repressione dei reati e della tutela dell’ordine e la sicurezza pubblica in ambito ferroviario.

Inoltre è competente per la rilevazione e le indagini sugli incidenti ferroviari ed indaga su tutti i reati che avvengono in ambito ferroviario, con apposite squadre investigative; effettua la scorta a treni viaggiatori e treni tifosi ed è quindi una specialità della Polizia di Stato.

La Polizia Ferroviaria si avvale di un organico di circa 4.400 unità distribuite su 15 compartimenti con competenza regionale, di 17 sezioni e 24 sottosezioni con sede nelle principali stazioni italiane e di 143 posti di polizia nelle altre stazioni che assicurano una copertura capillare nel territorio.

Il personale della Polizia Ferroviaria si avvale, insieme a quello delle altre "specialità" della Polizia di Stato, del Centro Addestramento Polizia di Stato (CAPS) di Cesena.

  • Il 23 aprile 2010 la Polizia Ferroviaria di Genova, durante un normale controllo, ha arrestato Daniel Nieto, considerato uno dei capi del Clan dei marsigliesi. I poliziotti avevano notato un geco tatuato sul collo del latitante ormai anziano, accompagnato nei locali della Polizia, dopo circa 12 ore di controlli scoprirono la reale identità del soggetto. Nieto era stato condannato a 18 anni di reclusione e rinchiuso nel carcere di Volterra per aver sequestrato Giovanna Amati; dopo circa di 10 anni di reclusione riuscì a sfuggire nel 1989 grazie a un permesso premio, rimanendo latitante per 22 anni fino all'arresto avvenuto a Genova.[1][2]
Medaglia d'oro al merito civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Gli uomini e le donne della Specialità Polizia Ferroviaria della Polizia di Stato, dando prova di esemplare perizia professionale, eccezionale dedizione e generoso altruismo, hanno operato in occasione di incidenti e disastri ferroviari nonché di calamità naturali, prodigandosi nell'assistenza ai viaggiatori e nel soccorso di persone in pericolo. Gli innumerevoli interventi effettuati in tutto il territorio nazionale, con umiltà e coraggio, sprezzo del pericolo e senso del dovere, spesso in estrema lotta contro il tempo e in condizioni ambientali proibitive, hanno confermato la mirabile tradizione dei valori istituzionali della Polizia di Stato al servizio della collettività, suscitando la riconoscenza della Nazione tutta. Territorio nazionale, 2008-2012 (alla Specialità Polizia Ferroviaria)»
— Roma, decreto del Presidente della Repubblica 19 aprile 2013

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]