Servizio centrale operativo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Servizio Centrale Operativo
Descrizione generale
Attiva1989 - oggi
NazioneItalia (bandiera) Italia
ServizioPolizia di Stato
TipoReparto della Polizia di Stato
RuoloIndagini investigative
SedeRoma
Parte di
Direzione centrale anticrimine
Reparti dipendenti
squadre mobili
Comandanti
DirettoreVincenzo Nicolì
Voci su unità militari presenti su Wikipedia

Il Servizio centrale operativo è un reparto della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato. Coordina le squadre mobili delle questure italiane e l'attività investigativa sulla criminalità organizzata.[1]

Viene istituito nel novembre 1989 per coordinare le squadre mobili.[2] Confermato con il decreto legge 13 novembre 1990, n. 324 e il decreto legge 13 maggio 1991, n.152, convertito dalla legge 12 luglio 1991, che prevedeva l'istituzione di "Servizi centrali ed interprovinciali di polizia giudiziaria della Polizia di Stato, dell'Arma dei Carabinieri (Raggruppamento Operativo Speciale) e della Guardia di Finanza (GICO)" al fine di assicurare il collegamento delle attività investigative relative ai delitti di criminalità organizzata. Le attuali competenze, che prevedono anche operazioni all'estero, sono state definite dal decreto interministeriale 25 ottobre 2000.

Tra i direttori dello SCO vi sono stati futuri capi della polizia come Gianni De Gennaro,[3] Alessandro Pansa

Il servizio nel 2008 ha ricevuto la medaglia d'oro al merito civile alla bandiera.[4]

Organizzazione

[modifica | modifica wikitesto]

Il servizio è organizzato in tre divisioni, cui fanno capo diverse sezioni:

  • I Divisione: attività investigative svolte dalle Squadre mobili e dai servizi interprovinciali in materia di criminalità organizzata; rapporti con DIA, SCICO, ROS, NIC. Coordina e concorre alle indagini di particolare complessità nei confronti di organizzazioni criminali mafiose e delle loro proiezioni ultraregionali e internazionali. Svolge compiti di propulsione, raccordo informativo ed investigativo anche in tema di riciclaggio di denaro, ecomafia e infiltrazioni criminali nel settore legale dei giochi e delle scommesse. Partecipa direttamente alla ricerca ed alla cattura dei latitanti più pericolosi, alle indagini sui delitti di mafia più gravi e sui sequestri di persona a scopo di estorsione; assicura le procedure per lo svolgimento dei colloqui investigativi, delle intercettazioni preventive e delle attività cosiddette “sottocopertura” nel settore del traffico di armi e del riciclaggio di denaro;[5] elabora e dirama metodologie di indagine per il contrasto delle manifestazioni criminali mafiose di maggiore gravità; cura i rapporti con la Direzione nazionale antimafia, la Direzione investigativa antimafia e i Servizi centrali delle altre forze di polizia. Nell'ambito della cooperazione e collaborazione nella lotta al crimine organizzato transnazionale, nella divisione è operativo un ufficio di collegamento con l'FBI, il cui protocollo d’intesa prevede lo svolgimento di indagini congiunte.[5]
  • II Divisione: attività investigative svolte dalle Squadre mobili e dalle squadre di Polizia giudiziaria non attinenti al crimine organizzato. Coordina e concorre alle attività investigative sulle organizzazioni criminali dedite al traffico illecito di stupefacenti, alla riduzione in schiavitù, alla tratta di esseri umani e sui delitti più gravi, in contesti non riconducibili alla criminalità organizzata; assicura le procedure per lo svolgimento delle attività cosiddette “sottocopertura” per il contrasto al traffico di stupefacenti, elabora e dirama metodologie di indagine rivolte al contrasto di manifestazioni della criminalità comune di maggiore gravità; per la Polizia di Stato è referente Europol, Sirene (Supplementary information request at national entries) e Direzione centrale per i servizi antidroga; in Libia, investigatori della Divisione sono operativi in una task force costituita per acquisire informazioni utili a ricostruire le rotte dei flussi di immigrazione clandestina, il modus operandi e le caratteristiche dei sodalizi delinquenziali transnazionali.[6]
  • III Divisione: Affari generali, settore informatico, delle tecnologie, della logistica e delle comunicazioni; qualificazione e aggiornamento professionale.[7]

L'attuale dirigente è il dott. Vincenzo Nicolì

Direttori Durata
Gianni De Gennaro 19891991
Achille Serra 1991–1993
Nicola Simone 1993–1994
Rino Monaco 1994–1996
Alessandro Pansa 1996–2000
Francesco Gratteri 2000–2003
Lucio Carluccio 2003–2005
Gilberto Caldarozzi 2005–2012
Maria Luisa Pellizzari 2012–2013
Raffaele Grassi 2013–2015
Renato Cortese 2015–2017
Alessandro Giuliano 2017–2019
Fausto Lamparelli 2019–2023
Vincenzo Nicolì 2023-
Medaglia d'oro al Merito Civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Il Servizio Centrale Operativo, istituito in particolare per la lotta alle associazioni di tipo mafioso, è divenuto nel tempo fulcro del coordinamento nazionale di tutte le indagini che hanno consentito di assicurare alla giustizia i più efferati criminali in Italia ed all'estero. Il Servizio, avvalendosi della collaborazione delle Squadre Mobili, ha sempre dimostrato esemplare perizia professionale, encomiabile dedizione ed altissimo senso di solidarietà umana, collaborando anche con organismi di Polizia estera. Gli eccezionali risultati raggiunti hanno rafforzato la mirabile tradizione di valore ed efficienza, nonché di prestigio della Polizia di Stato, anche in campo internazionale, suscitando, ancora una volta, la riconoscenza della Nazione tutta. Territorio nazionale, 1989-2008 (al Servizio Centrale Operativo SCO)»
— Roma, decreto del Presidente della Repubblica 2 maggio 2008[8]

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]