PRO Rugby

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PRO Rugby 2016
2016 PRO Rugby
Logo della competizione
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Sport Rugby a 15
Edizione Unica
Organizzatore PRO Rugby
Date dal 17 aprile 2016
al 31 luglio 2016
Luogo Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Partecipanti 5
Formula Girone unico A/R/A
Direttore Douglas Schoninger
Risultati
Vincitore Denver Stampede
(1º titolo)
Secondo Ohio Aviators
Statistiche
Miglior marcatore Stati Uniti (bandiera) Volney Rouse (131)
Record mete Stati Uniti (bandiera) Spike Davis (14)
Incontri disputati 30
Pubblico 51 696
(1 723 per incontro)
Volney Rouse, miglior marcatore dell'unica edizione di torneo

PRO Rugby, acronimo di Professional Rugby Organization, fu una lega professionistica nordamericana di rugby a 15, autorizzata a organizzare negli Stati Uniti il primo campionato professionistico di tale disciplina.

Ricevuta la licenza pure per il Canada per il 2017, non andò tuttavia oltre la prima edizione e chiuse prima di iniziare la seconda stagione.

Il principio adottato per la disputa di tale campionato fu lo stesso generalmente utilizzato dalle altre leghe del continente come la NBA, la NFL e la MLS: esso previde infatti cinque franchise in altrettante città (Denver, Sacramento, San Diego e San Francisco; Columbus rappresentava tutto l'Ohio).

Il rugby a 15 fu introdotto in Nordamerica intorno alla seconda metà del XIX secolo ed ebbe un discreto seguito fino ai primi decenni del XX[1], tanto che la Nazionale degli Stati Uniti fu due volte a seguire campione olimpica nel 1920 e 1924; tuttavia in quegli anni non esisteva un organismo di governo dell'attività, che declinò fino quasi a scomparire del tutto dall'orizzonte mediatico: negli anni sessanta il rugby veniva praticato da pochi club, quasi tutti in ambito universitario[2] e solo nel 1975 si giunse alla costituzione di una Federazione negli Stati Uniti, all'epoca nominata USA Rugby Football Union.

La più recente esperienza di un campionato nazionale di prima divisione negli Stati Uniti era stata la Super League, che si tenne tra il 1997 e il 2012 con una coda nel 2013 ribattezzata Elite Cup che tuttavia chiuse i battenti a inizio 2014 per divergenze tra i club che portarono al ritiro dell'ufficializzazione del torneo da parte della Federazione[3].

Nel 2015 una nuova lega, chiamata National Rugby Football League, tentò di organizzare alcuni incontri con club europei di richiamo, il primo dei quali contro gli inglesi del Leicester ma, non avendo mai ricevuto alcuna autorizzazione da parte della Federazione, tali eventi non videro mai la luce[4]; contemporaneamente Professional Rugby Organization, entità alternativa alla NRFL, propose un progetto basato su franchise territoriali professionistiche che ricevette l'ufficializzazione da USA Rugby e, successivamente, il riconoscimento da World Rugby come campionato di prima divisione[4].

L'unica edizione

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Per favorire la crescita dei giocatori nazionali PRO Rugby previde che ogni squadra non potesse ingaggiare più di cinque giocatori provenienti da altra federazione[5], che lo stipendio medio per stagione fosse intorno ai 25 000 dollari[5] estendibili fino a un massimo di 40 000 per quei giocatori, nazionali o stranieri, che avessero esperienza internazionale e di Coppa del Mondo[5]. Inoltre ogni squadra poteva avere un massimo di 30 giocatori in rosa e i contratti sarebbero stati stipulati direttamente tra Federazione e giocatore[5].

Tra gli elementi internazionali messi sotto contratto nell'unica stagione tenutasi figurano lo statunitense Takudzwa Ngwenya, il neozelandese Mils Muliaina[6] e l'italiano Mirco Bergamasco[7].

La cancellazione del torneo

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A settembre 2016 contatti tra la federazione statunitense e Martin Anayi, direttore generale del Pro12 (torneo per franchise gallesi, irlandesi, italiane e scozzesi[8]) circa l'allargamento del torneo anche agli Stati Uniti misero in allarme il direttore e proprietario del PRO Rugby Douglas Schoninger[9] il quale chiese chiarezza alla federazione sugli obiettivi a breve termine, avendo da poco ricevuto la licenza a operare in Canada ed essendo gli obiettivi del Pro12 in collisione con quelli del PRO Rugby, in quanto quest'ultimo si proponeva di sviluppare giocatori locali e di farli gradualmente crescere[9]. La federazione non diede garanzie a Schoninger circa l'esclusività dell'organizzazione di tornei, e anche il Canada volle tenersi aperta la possibilità di ospitare eventuali estensioni di tornei internazionali, cosa questa che mise fine al progetto di Schoninger di fare una lega professionistica che sviluppasse giocatori locali, sostenendo che il professionismo delle competizioni europee di club avrebbe solo lievitato i costi e favorito l'importazione di altri giocatori da Paesi già rugbisticamente affermati[9]; a fine novembre 2016, dopo avere dovuto chiudere la squadra di San Francisco per mancanza di un campo, annunciò un mese di tempo per trovare una soluzione al contenzioso con la federazione, al termine del quale avrebbe chiuso la lega[10].

Gli osservatori specializzati videro la chiusura come l'ennesima occasione persa di promuovere negli Stati Uniti uno sport diverso da quello delle maggiori leghe (football americano, hockey su ghiaccio, baseball e, in misura minore, calcio) e che, negli anni più recenti, mostrava il tasso di crescita più alto[11]; in retrospettiva le cause furono lette sia nell'incapacità federale di sostenere l'impegno preso con PRO Rugby[11], probabilmente attratta dalla possibilità di entrare a far parte di una competizione più economicamente redditizia, sia nel troppo poco tempo concesso all'esperimento di Schoninger[11], pur nella consapevolezza che una lega professionistica sia necessaria per favorire lo sviluppo della disciplina negli Stati Uniti[11] (e, del resto, lo stesso Schoninger era conscio, al momento di fondare la lega, che il primo anno avrebbe potuto anche rimetterci del denaro[9], ma che avendo firmato un impegno quadriennale fino a tutto il 2019, si attendeva la certezza di un'esclusiva per proteggere il suo investimento e continuare nell'opera di sviluppo dei giocatori locali[9]).

Nell'unica edizione disputata ogni squadra disputò 12 incontri, 6 in casa e altrettanti fuori. La formula fu quella del girone all'italiana con due gare di andata e una di ritorno, ragion per cui ogni squadra affrontò ciascuna delle altre quattro tre volte nella stagione; due volte in casa contro due delle sue avversarie e due volte a casa delle altre due avversarie. Eventuali ingressi di franchise dal Canada avrebbero potuto comportare un cambio di formula[4] anche se la questione non fu mai presa in esame.

Alla fine del torneo, in cui i punteggi ai fini della classifica furono quelli validi per l'Emisfero Sud (4 punti per la vittoria, 2 per il pareggio, 0 per la sconfitta più eventuali bonus per la squadra che realizzi almeno 4 mete nell'incontro e per quella che perda con sette punti o meno di scarto), la squadra prima classificata si aggiudicò il titolo.

Squadre partecipanti

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Club Sponsor Città Impianto interno
Denver Stampede Denver (Colorado) CIBER Field, Denver
Infinity Park, Glendale
Ohio Aviators Columbus (Ohio) Memorial Park, Obetz
Sacramento Express Sacramento (California) Boney Field, Sacramento
S.D. Breakers San Diego (California) Torero Stadium, San Diego
S.F. Rush San Francisco (California) Boxer Stadium, San Francisco

Stagione regolare

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1ª giornata
17-4-2016 Sacramento — San Francisco 37-25
17-4-2016 Denver — Ohio 16-13
rip. San Diego
4ª giornata
8-5-2016 Sacramento — Ohio 11-31
8-5-2016 San Francisco — San Diego 33-46
rip. Denver
7ª giornata
28-5-2016 San Diego — Sacramento 44-23
29-5-2016 San Francisco — Ohio 35-20
rip. Denver
10ª giornata
18-6-2016 San Diego — San Francisco 19-24
19-6-2016 Denver — Ohio 27-48
rip. Sacramento
13ª giornata
9-7-2016 Sacramento — Ohio 31-41
10-7-2016 Denver — San Diego 59-23
rip. San Francisco
16ª giornata
30-7-2016 Sacramento — San Francisco 34-37
31-7-2016 Ohio — Denver 32-25
rip. San Diego
2ª giornata
23-4-2016 San Diego — Sacramento 37-24
24-4-2016 San Francisco — Denver 18-35
rip. Ohio
5ª giornata
15-5-2016 San Diego — Ohio 24-20
15-5-2016 Sacramento — Denver 13-35
rip. San Francisco
8ª giornata
5-6-2016 San Diego — Denver 23-24
rip. Ohio, Sacramento,
San Francisco
11ª giornata
26-6-2016 Ohio — San Francisco 71-20
26-6-2016 Denver — Sacramento 29-13
San Diego
14ª giornata
16-7-2016 San Francisco — San Diego
17-7-2016 Denver — Sacramento 59-13
Ohio
3ª giornata
1-5-2016 Ohio — San Francisco 51-17
1-5-2016 San Diego — Denver 16-22
Sacramento
6ª giornata
20-5-2016 Denver — San Francisco 41-37
22-5-2016 Ohio — Sacramento 50-17
San Diego
9ª giornata
12-6-2016 Ohio — San Diego 55-29
rip. Denver, Sacramento,
San Francisco
12ª giornata
3-7-2016 Ohio — San Diego 44-21
3-7-2016 San Francisco — Sacramento 19-43
Denver
15ª giornata
23-7-2016 Sacramento — San Diego 35-27
24-7-2016 San Francisco — Denver 24-31
Ohio
Squadra G V N P PF PS B Pt
1. Denver Stampede 12 10 0 2 403 273 130 8 48
2. Ohio Aviators 12 9 0 3 476 273 203 11 47
3. S.D. Breakers 12 4 0 8 335 413 −78 9 25
4. S.F. Rush 12 4 0 8 339 454 −115 8 24
5. Sacramento Express 12 3 0 9 294 434 −140 6 18

Copertura televisiva

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Il torneo non ebbe copertura televisiva ma fu trasmesso in streaming video[12].

  1. ^ Bath, pag. 77.
  2. ^ (EN) Allyn Freeman, The Beginning of 7s in the US, in Rugby Today, 11 agosto 2014. URL consultato il 7 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
  3. ^ (EN) Kyle Willoughby, The Fallout From The Elite Cup Demise – What Next For D1 US Rugby?, in Last Word on Sports, Last Word Radio, 19 gennaio 2014. URL consultato il 7 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 15 gennaio 2016).
  4. ^ a b c (EN) Martin Pengelly, US professional rugby union competition to begin play in April, in The Guardian, 9 novembre 2015.
  5. ^ a b c d More Details On Pro Rugby, su thisisamericanrugby.com, This Is American Rugby, 9 novembre 2015. URL consultato il 7 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 17 novembre 2015).
  6. ^ (EN) Martin Pengelly, All Blacks great Mils Muliaina to play in US professional league, in The Guardian, 25 marzo 2016. URL consultato il 7 aprile 2016.
  7. ^ Roberto Parretta, Rugby, Mirco Bergamasco pioniere del rugby americano, in la Gazzetta dello Sport, 10 marzo 2016. URL consultato il 7 aprile 2016.
  8. ^ Dalla stagione successiva anche sudafricane
  9. ^ a b c d e (EN) Martin Pengelly, Pro12 North American plan could jeopardise US PRO Rugby league, in The Guardian, 2 settembre 2016. URL consultato il 24 ottobre 2017.
  10. ^ (EN) USA Rugby's first professional league, PRO Rugby, is defunct after eight months, in Stuff, Fairfax Media, Ltd, 21 dicembre 2016. URL consultato il 24 ottobre 2017.
  11. ^ a b c d (EN) Aaron Earlywine, A modest proposal for making professional rugby work in the United States, in Sports Illustrated, 28 marzo 2017. URL consultato il 24 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2017).
  12. ^ (EN) Alexander Diegel, USA Rugby takes next step in development with professional league, in ESPN, 9 novembre 2015. URL consultato il 7 aprile 2016.

Collegamenti esterni

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