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Pëtr Ivanovič Melissino

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Pëtr Ivanovič Melissino
Il generale Pëtr Ivanovič Melissino in un ritratto d'epoca
NascitaCefalonia, 11 gennaio 1726
MorteSan Pietroburgo, 26 dicembre 1797
Dati militari
Paese servitoRussia
Forza armataEsercito
ArmaArtiglieria
GradoGenerale di artiglieria
GuerreGuerra dei Sette anni
Guerra russo-turca (1768-1774)
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Pëtr Ivanovič Melissino (in russo Пётр Мелиссино?; Cefalonia, 11 gennaio 1726San Pietroburgo, 26 dicembre 1797) è stato un generale e nobile greco naturalizzato russo. Generale d'artiglieria, è considerato uno dei migliori teorici dell'arte dell'artiglieria nella Russia della seconda metà del XVIII secolo[1].

Nato Pétros Melissinόs (in lingua greca Πέτρος Μελισσηνός) nel 1726 sull'isola greca di Cefalonia,[2] all'epoca possedimento veneziano, suo padre era medico e discendeva dalla nobile famiglia bizantina dei Melissenos, che risaliva alla fine del secolo VIII e che aveva lasciato l'isola di Creta per stabilirsi a Cefalonia nel XV secolo.[2][3][4] Durante la sua vita fu sempre molto orgoglioso di queste sue origini greche.[2] Ricevette un'educazione molto accurata e si concentrò in particolare sullo studio delle lingue, parlando fluentemente russo, tedesco, italiano, francese, turco ed il nativo greco; aveva anche delle nozioni di latino e inglese.[2]

La carriera militare

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Arma parlante della linea russa della famiglia Melissino

Melissino giunse in Russia durante il regno di Pietro il Grande ed entrò nell'esercito russo. Nel 1756 ricevette il grado di capitano e nel 1759 venne trasferito su sua richiesta al corpo di artiglieria, ricevendo il grado di maggiore. Prese quindi parte alla guerra dei sette anni. La figura, l'altezza e la postura di Melissino somigliavano tanto a quelle di Pietro I che lo scultore francese Étienne Maurice Falconet gli chiese di posare per la celebre figura de "Il cavaliere di bronzo", raffigurante appunto lo zar[5].

Il generale Melissino in una litografia francese del XVIII secolo

Divenne in seguito vicepresidente del collegio del commercio nel 1740-1745.

Durante la guerra russo-turca (1768-1774), col grado di colonnello, Pëtr Melissino venne incaricato di sovrintendere all'artiglieria russa impegnata nel conflitto, dapprima sotto il comando del generale Aleksandr Mikhailovič Golitsyn e poi sotto quello del generale Pëtr Rumjancev-Zadunajskij. Il suo comando efficiente riuscì a garantire ai russi una superiorità numerica sul nemico in almeno tre occasioni, a Khotin, a Larga ed a Kagula. Nel 1782 ricevette il grado di luogotenente generale e l'anno successivo venne nominato direttore dell'artiglieria di San Pietroburgo, dedicandosi alacremente a restaurare l'intero corpo militare oltre a promuovere lo studio della materia tra il personale dell'esercito. Dopo l'ascesa al trono di Paolo I di Russia, Melissino venne incaricato di ispezionare l'intera artiglieria dell'esercito russo, ma morì l'anno successivo.

Melissino risultò un personaggio fondamentale per promuovere la carriera di uno dei suoi principali favoriti presso lo zar Paolo I, Aleksej Andreevič Arakčeev. Suo figlio Aleksej Petrovič Melissino, maggiore generale, rimase ucciso nella battaglia di Dresda nel 1813. Suo fratello, Ivan Petrovič Melissino, fu decano dell'Università di Mosca all'epoca di Caterina la Grande.

Melissino fu un noto massone e una figura importante nella storia della massoneria russa. Il suo nome compare per la prima volta nel 1756 in terza posizione in una lista di massoni russi, non è precisato il nome della sua loggia ma la maggior parte dei membri sono militari. Nel 1763 incontrò il teologo tedesco Johann August von Starck, che iniziò al suo rito e che frequentò la sua loggia a San Pietroburgo fino al 1765. Nel mese di dicembre del 1764 fece la conoscenza di Giacomo Casanova, che introdusse negli ambienti massonici di San Pietroburgo[6]. Ebbe un ruolo preminente tra i massoni della capitale russa, creando un rito massonico speciale in 7 gradi (che contava in più dei 3 gradi comuni a tutti i sistemi: Apprendista, Compagno, Maestro, quattro "alti gradi" particolari)[7]. Con un "conclave" segreto prescelse 10 persone selezionate con le quali studiare i segreti "sconosciuti e inesplorati" della natura. Nel 1774 fu tra i fondatori della loggia del "Silenzio" di San Pietroburgo, la Patente di fondazione fu firmata da Roman Illarionovič Voroncov come Gran Maestro e da Vladimir Ignat'evič Lukin come Gran Segretario della Gran Loggia Provinciale di tutte le Russie[8]. Il suo nome figura in un elenco come Primo Sorvegliante di un capitolo scozzese e come membro di una loggia di maestri scozzesi che avrebbero dovuto affiancare la Gran Loggia Provinciale[9]. Nel 1777 pubblicò una nuova versione ampliata di una raccolta di lied e una cantata per voci e pianoforte di membri della loggia del "Silenzio"[10]. Sempre nel 1777 Melissino ricevette i più alti gradi del Rito svedese [11]. Mentre prestava servizio a Iasi nel 1778, vi fondò la "Loggia di Marte" n. 469, una delle cinque logge della Gran Loggia al di fuori della Russia, loggia militare della quale fu il Maestro venerabile.

Lo storico Michael Jenkins ha scritto a proposito della sua figura:

«Melissino era un uomo intelligente ed ambizioso che fece molto per promuovere al causa dell'artiglieria. Avrebbe potuto certamente perseguire una carriera ancora più illustre se alcuni difetti del suo carattere non lo avessero fatto apparire poco serio. Aveva la reputazione di uomo frivolo, debole e spendaccione. Fu una figura prominente nella società di San Pietroburgo; parlava diverse lingue, andava bene a cavallo e sapeva ben danzare, oltre ad essere un vero intenditore in campo teatrale. Ma era difficile prenderlo sul serio, e in società gli era stato affibbiato il soprannome di "le grand seigneur manqué". Ad ogni modo, la scuola si fece rapidamente un nome sotto la sua guida, e in poco tempo il numero dei cadetti nel campo dell'artiglieria raddoppiò. I sensibili cambiamenti negli studi da lui introdotti diedero i loro frutti sui suoi pupilli.»

È sepolto nel Cimitero di Lazarev a San Pietroburgo.

  1. ^ Schenker, Alexander M., The Bronze Horseman: Falconet's monument to Peter the Great, Yale University Press, 2003, pp. 172–173, ISBN 0-300-09712-3.
    «Marin’s first connection in St. Petersburg was his compatriot Colonel Melissino, who, as Russia's best artilleryman, must have been of considerable interest to Venetian intelligence services.»
  2. ^ a b c d Masson, Charles François Philibert, Secret memoirs of the court of Petersburg: particularly towards the end of the reign of Catharine II and the commencement of that of Paul I., T.N. Longman and O. Rees, 1802, pp. 339–340, OCLC 35652011.
    «GENERAL MELISSINO - In these Memoirs we have frequently spoken of general Melissino, whose name will long live in Russia. He originally came from Cephalonia, and prided himself on his Cephalonia origin, which he was fond of recollecting… A sure discernment, an exquisite sensibility, with him compensated for a particular study which circumstances had not allowed him ; but he spoke, equally well and correctly, Russian, German, Italian, and French : he knew enough of modern Greek and Turkish to make himself understood; and he was not unacquainted with Latin and English. Gallant and magnificent, his military entertainments, his camps, his parties, and even his orgies and follies, will long be the subject of conversation.»
  3. ^ Илизаров, Симон Семенович, Московская интеллигенция XVIII века, Янус-К, 1999, p. 178, ISBN 978-5-8037-0028-9.
    «МЕЛИССИНО Иван Иванович (1718—23 марта 1795, Москва) — литератор, куратор Московского университета. Сын греческого лекаря, который выехал из Венеции в Россию при ...»
  4. ^ Mandich, Donald R. e Placek, Joseph Anthony, Russian heraldry and nobility, Dramco, 1992, p. 311, ISBN 978-0-9633063-9-5.
    «MELISSINO This family is descended from a most distinguished Greek family which resided in Constantinople …A descendant, Rikhard Melissino in 1454 left behind his property on the Island of Crete and settled in Cephalonia from which in more recent times Ivan Afanasievich Melissino departed for Russia. He and his descendants served the Russian Throne in distinguished posts and gained fame for their family...»
  5. ^ Λέανδρος Λεφάκης, Ο Τεκτονικός Τύπος Μελισσηνόυ, Εταιρεία Ερευνών Σκοτικό Τύπου, Aθίνα, 2021, p. 61-62.
  6. ^ Λέανδρος Λεφάκης, Ο Τεκτονικός Τύπος Μελισσηνόυ, Εταιρεία Ερευνών Σκοτικό Τύπου, Aθίνα, 2021, p. 78-79.
  7. ^ Λέανδρος Λεφάκης, Ο Τεκτονικός Τύπος Μελισσηνόυ, Εταιρεία Ερευνών Σκοτικό Τύπου, Aθίνα, 2021, p. 115-156, Cap. 7; Rituali degli alti gradi (da 4 a 7) del rito, il cui settimo e ultimo era denominato "Magnus Sacerdos Templariorum", p. 191-302.
  8. ^ Fondata il 28 febbraio 1772 con patente rilasciata a John Yelaguine (Ivan Elagin), Gran Maestro Provinciale, da Henry Somerset, V duca di Beaufort, Gran Maestro della Gran Loggia d'Inghilterra, Λέανδρος Λεφάκης, Ο Τεκτονικός Τύπος Μελισσηνόυ, Εταιρεία Ερευνών Σκοτικό Τύπου, Aθίνα, 2021, p. 38. Le sue logge praticavano i primi tre gradi della massoneria secondo il rito inglese dei Moderns tradotto in russo da Ivan Elagin, J.- B.- G. Galiffe, La Chaîne symbolique. Origine, Développement et tendances de l'Idée Maçonnique, Genève, 1852, (Riedizione: Champion-Slatkine, Paris-Genève, 1986, prefazione di Fabrizio Frigerio), p. 322-323.
  9. ^ Raffaella Faggionato, "Un'utopia rosacrociana. Massoneria, rosacrocianesimo e illuminismo nella Russia settecentesca: il circolo di N. I. Novikov", Archivio di storia della cultura, Liguori ed., Anno X, 1997, p. 38-39.
  10. ^ Freymäurer Lieder zum Gebrauch der E. Loge der Verschwiegenheit in St. Petersburg. Zwote verbesserte Auflage, Gedruckt bey Weitbrecht und Schnoor, 1777.
  11. ^ Rito in 12 gradi fondato su una base cristiana e templare, introdotto in Svezia nel 1759 da Carl Friedrich Eckleff, il re Carlo XIII di Svezia ne fu il Gran Maestro a partire dal 30 novembre 1774.
  • R. Collis, "Illuminism in the Age of Minerva: Pyotr Ivanovich Melissino (1726-1797) and High-Degree Freemasonry in Catherine the Great's Russia, 1762-1782". Tatiana V. Artemyeva and Mikhail I. Mikeshin (eds.), Intellectual and Political Elites of Enlightment, Hensinki Collegium for Advances Studies, 2014, vol. 16, p. 128-168.
  • Lefakis, Leandros K., "The Melissino's Rite - A contribution to Spiritual and KnightMasonry", Proceedings of the 1st International Masonic Workshop (Summer 2014), Athens, 2015, p. 195-275.
  • Λέανδρος Λεφάκης, Ο Τεκτονικός Τύπος Μελισσηνόυ, Εταιρεία Ερευνών Σκοτικό Τύπου, Aθίνα, 2021 ISBN 978-960-920-19-6-4.
  • Michael Jenkins, Arakcheev: Grand Vizier of the Russian Empire, Dial Press, 1969.

Voci correlate

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Altri progetti

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