Stefano Oberto
Stefano Oberto | |
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Nascita | La Morra, 10 ottobre 1908 |
Morte | Oranki, 5 aprile 1943 |
Religione | Cattolicesimo |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Corpo | Alpini |
Specialità | Cappellano militare |
Reparto | Battaglione alpino "Dronero", 2º Reggimento, 4ª Divisione alpina "Cuneense" |
Anni di servizio | 1940 - 1943 |
Grado | Tenente |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna di Grecia Campagna di Russia |
Battaglie | Battaglia delle Alpi Occidentali Operazione Piccolo Saturno |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Notiziario Matricolare dell’Esercito Italiano n°127 del catalogo 1949 | |
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Stefano Oberto (La Morra, 10 ottobre 1908 – Oranki, 5 aprile 1943) è stato un presbitero e militare italiano, appartenente al Corpo degli alpini fu decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato a La Morra, provincia di Cuneo, il 10 ottobre 1909,[1] figlio di Francesco e Lucia Rabino, venne ordinato sacerdote nel 1933, e dopo aver conseguito la laurea in Filosofia all'Università di Torino, divenne insegnante ordinario di Storia e Filosofia nel Liceo salesiano Valsalice di Torino.[1]
All'atto dell'entrata in guerra dell'Italia, il 10 giugno 1940 fu chiamato a prestare servizio militare per esigenze di carattere eccezionale come cappellano militare,[1] assegnato con il grado di tenente al 615º ospedale da campo mobilitato in forza alla Divisione alpina "Cuneense".[1]
Prese parte alle operazioni belliche sul fronte occidentale, e poi, dal 20 dicembre dello stesso anno, a quelle sul fronte greco-albanese.[1] Trasferito il 1 aprile 1941 presso il battaglione "Dronero", del 2º Reggimento alpini, fu rimpatriato nel maggio successivo, al termine delle ostilità. Il 7 agosto 1942 seguì il suo battaglione in partenza per il fronte russo.[1] Catturato dai sovietici il 4 gennaio 1943, durante l'Operazione Piccolo Saturno, che portò allo sfondamento del fronte tenuto dai reparti dell'ARMIR, si spense, stremato dalla fatica e dalle privazioni, nel campo di prigionia n. 74 di Oranki il 5 aprile successivo.[2] Fu decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2] La città di Roma gli ha dedicato una via a Cinecittà Est[1] mentre nella sua città di nascita La Morra è stata posta una lapide commemorativa con un bassorilievo in bronzo all'ingresso della scuola primaria posta in piazza Castello.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— D.P.R. del 15 marzo 1950[4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Francesco Argenterio, Le armi della fede. Il percorso della rivelazione cristica nell'universo militare, Roma, Editrice Pontificia Università Gregoriana, 1999, ISBN 88-7652-831-8.
- Andrea Bianchi, Mariolina Cattaneo, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro, Associazione Nazionale Alpini, 2011, ISBN 978-88-902153-1-5.
- Giulio Bedeschi, Centomila gavette di ghiaccio, Milano, Ugo Mursia, 1994, ISBN 88-425-1746-1.
- Paola Chiesa, Dio e Patria. I cappellani militari lombardi nella Seconda guerra mondiale, Milano, Ugo Mursia Editore, 2011.
- Giovanni Messe, La guerra al fronte russo, Milano, Ugo Mursia Editore, 2005, ISBN 88-425-3348-3.
- Mario Rigoni Stern, Il sergente nella neve, Torino, Einaudi Ragazzi, 2001, ISBN 88-7926-359-5.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- [2] Sito Vecio - visto 1º febbraio 2009
- [3][collegamento interrotto] Salesiani - Biografia - visto 1º febbraio 2009
- [4][collegamento interrotto] Memorie di un Caporal Maggiore - Diario Militare dell'Alpino Giulio Parizia edito da Tec Editrice Fossano - pubblicazione: ottobre 2013: L'autore documenta più eventi vissuti insieme a Don Stefano Oberto, amico di Giulio, sia nel contesto della guerra contro la Grecia, sia nel contesto della campagna in Russia.
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