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NGC 633

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
NGC 633
Galassia a spirale barrata
NGC 633 nelle immagini DSS
Scoperta
ScopritoreJohn Herschel
Data1 settembre 1834 [1]
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneScultore
Ascensione retta01h 36m 23.4s [2]
Declinazione-37° 19′ 18″ [2][1]
Distanza239,5 milioni di a.l.
(73.43 Mpc) [2]
Magnitudine apparente (V)12,8 [3]
nella banda B: 13,6 [3]
Redshift+0,017305 ± 0,000037 [2]
Luminosità superficiale13,36
Angolo di posizione148° [3]
Velocità radiale5188 ± 11 [2] km/s
Caratteristiche fisiche
TipoGalassia a spirale barrata
Classe(R')SAB:(rs)b [2], SBb [3], SB(r)b? [1], SBb [4]
Dimensioni215 800 anni luce (66 150 pc) a.l.  
Altre designazioni
PGC 5960
MCG -6-4-56
ESO 297-11
AM 0134-373
IRAS 01341-3734 [3]
Mappa di localizzazione
NGC 633
Categoria di galassie a spirale barrata

NGC 633 è una vasta galassia a spirale barrata situata nella costellazione dello Scultore, a una distanza di circa 239 milioni di anni luce dalla nostra Via Lattea.[1]

La galassia è stata scoperta il 1 settembre 1834 dall'astronomo britannico John Herschel.[1]

NGC 633 ha una classe di luminosità II e presenta una larga riga a 21 cm dell'idrogeno neutro. Nella galassia sono presenti anche regioni di idrogeno ionizzato.[2]

A sud di NGC 633 è visibile la più piccola galassia denominata PGC 5959 o ESO 297-012.[5] La distanza di ESO 297-012 dalla nostra Via Lattea è di 240 milioni di anni luce,[6] cioè praticamente identica a quella di NGC 633, il che fa ritenere che si tratti di due galassie interagenti. In effetti un'immagine a contrasto aumentato mostra la presenza di un ponte di materia tra le due galassie.[1]

  1. ^ a b c d e f (EN) Courtney Seligman, Celestial Atlas Table of Contents, NGC 633, su cseligman.com. URL consultato il 4 luglio 2024.
  2. ^ a b c d e f g Results for object NGC 633, su ned.ipac.caltech.edu, National Aeronautics and Space Administration / Infrared Processing and Analysis Center. URL consultato il 4 luglio 2024.
  3. ^ a b c d e (FR) Les données de «Revised NGC and IC Catalog by Wolfgang Steinicke», NGC 600 à 699, su astrovalleyfield.ca. URL consultato il 4 luglio 2024.
  4. ^ (EN) NGC 633 su HyperLeda, su leda.univ-lyon1.fr. URL consultato il 4 luglio 2024.
  5. ^ D. S. L. Soares, R. E. de Souza, R. R. de Carvalho e T. C. Couto da Silva, Southern binary galaxies. I. A sample of isolated pairs. (PDF), in Astronomy and Astrophysics Supplement, vol. 110, aprile 1995, p. 371, Bibcode:1995A&AS..110..371S, DOI:10.48550/arXiv.astro-ph/9410092.
  6. ^ (EN) Results for object ESO 297- G 012 (ESO 297-G 012), su ned.ipac.caltech.edu, National Aeronautics and Space Administration / Infrared Processing and Analysis Center. URL consultato il 4 luglio 2024.

Voci correlate

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