[go: up one dir, main page]

Vai al contenuto

Museo civico di Belriguardo

Coordinate: 44°45′12.24″N 11°45′22.97″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Museo civico di Belriguardo
Museo civico - sezione archeologica
Ubicazione
StatoItalia (bandiera) Italia
LocalitàVoghiera
Indirizzovia Provinciale, 274
Coordinate44°45′12.24″N 11°45′22.97″E
Caratteristiche
Tipoartistica
Istituzioneanni '70-2001
FondatoriRenzo Cirelli
Apertura1970
Direttoreresponsabile Assessore alla Cultura di Voghiera
Visitatori3 000 (2022)
Sito web

Il Museo civico di Belriguardo si trova nel comune di Voghiera[1] all'interno della dimora estense Delizia di Belriguardo, che fu residenza estiva della famiglia ferrarese dal 1435 fino al 1597. Il museo fu istituito ufficialmente nel 2001: comprende quattro sezioni espositive e spazi dedicati alle attività didattiche.[2]

Il museo nacque a Voghenza[3] in prossimità dell'area archeologica,[4] grazie al desiderio e alla passione di Renzo Cirelli, medico pediatra, per tutti Al Dutòr, che con tre amici, Don Primo Cristofori, Luigi Randoli e Vincenzo Maielli, riuscì a raccogliere i primi reperti con l'autorizzazione della sovrintendenza, aprendo il primo antiquarium espositivo.[5] Nel 1994 la sede venne trasferita nella locazione attuale diventando museo civico dal 2001. Nel 2006 il museo venne ampliato grazie all'intervento di Fede Berti, funzionario della Sovrintendenza. Nel 2013 venne elaborato un nuovo percorso espositivo con l'ausilio dell'archeologo della Sovrintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna, Valentino Nizzo. Nelle diverse sale sono raccolti reperti sia di epoca romana che bizantina, affreschi rinascimentali nonché opere e raccolte d'arte moderna.[6]

Sale espositive

[modifica | modifica wikitesto]

Sezione archeologica

[modifica | modifica wikitesto]
Steli funerarie provenienti dalla necropoli romana di Voghenza

Questa sezione è la più ricca del museo[7] e si divide in due areeː al centro della reggia, sotto il salone delle Bifore vi è la sezione archeologica riguardante i ritrovamenti presso Voghiera. Vi sono esposte le sessantasette tombe riportate dalla necropoli romana risalenti dal I al III secolo e della necropoli bizantina risalenti al VI-VII secolo entrambi provenienti dalla zona di Voghiera. Nel soppalco della sala vicina alla torre d'ingresso raccoglie i reperti provenienti dalla zona di Voghenza.[8] Vi è collocato anche il sarcofago di Claudia Januaria, liberta della famiglia imperiale di Giulio-Claudia risalente al I secolo e un oggetto in onice perfettamente conservato di pregiata fattura.
La sezione venne nel marzo 2015 ampliata da reperti provenienti dal Fondo Tesoro[9][10] di proprietà dello Stato con la presenza del Ministro dei Beni Culturali, onorevole Dario Franceschini. Le vetrine espongono oggetti d'uso domestico come aghi in osso, lucerne, monete, bottiglie di vetro, anelli, orecchini, pendenti e una collana,[11] assommando in più di 900 reperti suddivisi in un preciso ordine espositivo:

  • Esposizione di materiali etruschi provenienti dal consorzio agrario
  • Quadro topografico con i materiali di epoca romana provenienti dal territorio
  • La villa di età imperiale del Fondo tesoro, organizzata, per quanto possibile e i dati lo consentivano, per ambienti e, quindi, per tipologie
  • La ricostruzione della necropoli di Voghenza, con le tombe disposte secondo un criterio cronologico e, nei due casi possibili, accorpate in base ai recinti: le stele relative sono esposte nella parete antistante
  • La necropoli alto medievale rinvenuta nel Fondo Tesoro al di sopra della villa.[12]

Sezione rinascimentale

[modifica | modifica wikitesto]

Questa sezione riporta il visitatore negli ambienti che erano della famiglia egemone. A testimonianza dello sfarzo rimane solo la Sala della Vigna o delle Vigne, riccamente affrescata.[13][14] La sala rettangolare venne così chiamata per la decorazione del soffitto a grappoli d'uva bianca e nera (ora non più presente), che rappresenta un grande pergolato. Sulle pareti laterali gruppi di cariatidi dividono gli spazi su paesaggi lussureggianti, dando all'osservatore la sensazione di trovarsi in uno spazio esterno. Questa sala venne affrescata nel 1537 da Girolamo da Carpi con l'ausilio di Benvenuto Tisi da Garofalo e dei fratelli Battista e Dosso Dossi. Nella sala vi è esposta una raccolta di ceramiche ferraresi risalenti dal XIV al XVII secolo, opera di artigiani locali e rinvenute con altri materiali provenienti da una fossa di butto presente nei giardini. Vi è un plastico della Reggia all'epoca estense, eseguito dal locale Museo del modellismo storico. Nella sala trovano spazio anche mostre temporanee[15] nonché la possibilità di eseguire conferenze.

Sala della Vigna, Cariatidi (1537)

Sezione di arte moderna

[modifica | modifica wikitesto]

Nella sala ubicata al primo piano del Torrione, vi è la Sala Giuseppe Virgili, dedicata allo scultore[16] nato a Voghiera nel 1864 e al quale il paese ha dedicato la Sala ad inizio degli anni Novanta.[17] Insegnante di plastica per un quarantennio all'Istituto d'Arte Dosso Dossi a Ferrara, nella Sala è esposta, tra altre opere in terracotta, gessi ed alcuni disegni, la terracotta della Ballerina, la cui versione in bronzo fu posta all'Accademia Nazionale di Danza di Roma, all'epoca diretta da Jia Ruskaja, a seguito della vittoria di Virgili al concorso del 1950 sul tema della Danza indetto dal Ministero della Pubblica Istruzione, battendo avversari quali Fazzini, Greco e Minguzzi. Le opere esposte sono frutto della donazione fatta dagli eredi, i figli Francesco e Annamaria: a queste opere sono da aggiungere quattro grandi statue date in locazione dal GAMC di Ferrara e donazioni da parte di privati.[18]

Sempre nel Torrione, la Sala al secondo piano, precedentemente dedicata alle mostre artistiche temporanee[19] ospita dal dicembre 2016 la Pinacoteca Ottorino Bacilieri, dedicata all'ex assessore alla cultura e vicesindaco fino al 2014, scomparso nel 2015 e fautore della creazione del polo museale del Museo civico di Belriguardo. La sala ospita la gran parte delle opere, mentre altre sono poste in diversi ambienti del Museo.[20]

Tra gli artisti di cui sono esposte opere, vi sono: Leo Artioli, Rosamaria Benini, Giuseppe Bergomi, Nedda Bonini, Mimì Buzzacchi Quilici, Daniele e Gianni Cestari, Lino Costa, Rossana Covi, Giorgio De Vincenzi, Alfredo Filippini, Giancarlo Gavelli, Gianfranco Goberti, Mirella Guidetti Giacomelli, Luigi Marcon, Mario Marzocchi, Ruggero Mazza, Giuseppe Mazzei, Antonio Mingozzi, Impero Nigiani, Gabrie Pittarello, Franco Floriano Salani, Carlo Salomoni, Andrea Samaritani, Lucio Scardino, Antonio P. Torresi, Giuliano Trombini, Gabriele Turola, Paolo Volta, Nino Zagni e pittori ferraresi anonimi del XVIII secolo.[20]

Archeologia industriale

[modifica | modifica wikitesto]

Nella sala che ospitava la sezione archeologica fino allo spostamento nel corpo centrale, resta la collezione della Sezione archeologia industriale con la mostra permanente delle Piccole metallurgie ferraresi, inaugurata nel dicembre 2014 con circa 150 oggetti della collezione di Alberto Cavallaroni: sono esposte lampade, lanterne, fanali, fornelli e caffettiere realizzate da ditte ferraresi tra fine Ottocento a metà Novecento, tra cui Aquilas, Orso, Stella, Simerac e Radius, oggetti ricercati da collezionisti anche al di fuori dell'Italia grazie alla loro qualità.[21]

Servizi didattici

[modifica | modifica wikitesto]

Il museo comprende spazi dedicati alla didattica con attività di servizio alle scuole ed è aperto ogni venerdì, sabato domenica dalle 9.30 alle 12 e dalle 15.30 alle 19.00 con un costo del biglietto di 5 euro, ridotto a 2 euro per scolaresche, ragazzi fino a 18 anni, studenti, insegnanti, giornalisti con patentino e diversamente abili. Nei restanti giorni della settimana, è possibile prenotare su appuntamento sia laboratori didattici che visite guidate per gruppi.

  1. ^ Ottorino Bacilieri, Storia amministrativa del Comune di Voghiera 1960-2010 - 50º anniversario, I° volume 1960-1990, II° volume 1990-2010, Comune di Voghiera, edizioni arstudio C, 2010
  2. ^ Museo civico di Belriguardo, su ferraraterraeacqua.it, Ferrara terra e acqua. URL consultato il 3 febbraio 2018.
  3. ^ Don Primo cristofori, Voghenza ieri ed oggi, Istituto padano di arti grafiche, Rovigo, 1967, ristampa anastatica edizioni arstudio C, Portomaggiore, 2006
  4. ^ Necrolopi romana, su ferraraterraeacqua.it, Ferrara terra e acqua. URL consultato il 3 febbraio 2018.
  5. ^ In memoria del Dutòr, su ricerca.gelocal.it, La Nuova Ferrara. URL consultato il 4 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2018).
  6. ^ Museo civico del Belriguardo [collegamento interrotto], su beniculturali.it, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. URL consultato il 3 febbraio 2018.
  7. ^ Ottorino Bacilieri, Storia archeologica di Voghenza e del suo territorio, edizioni arstudio C, Portomaggiore, 1994; IIª edizione 1995; IIIª 2001
  8. ^ Sito romano di Voghenza, su bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it, Istituto dei beni artistici culturali e naturali. URL consultato il 3 febbraio 2018.
  9. ^ Fede Berti, Piccoli bronzi di età romana da Voghenza, estratto da Supplemento al volume 78° degli Atti dell'Accademia delle Scienze di Ferrara, a.a. 178°, 2000-2001, TLA editrice, Ferrara, 2003.
  10. ^ Per «Fondo Tesoro» c'è un futuro pubblico, su ricerca.gelocal.it, La nuova Ferrara. URL consultato il 3 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2018).
  11. ^ Museo civico di Belriguardo, su voghieraonline.it, Voghiera on line. URL consultato il 3 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2018).
  12. ^ La nuova sezione archeologica nel nuovo Museo del Belriguardo, su archeobologna.beniculturali.it, Archebologna Beni culturali. URL consultato il 3 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2018).
  13. ^ Carla di Francesco, Jadranka Bentini, Adrano Cavicchi, Arte e storia a Belriguardo - la Sala delle Vigne, ed. Belriguardo, 2004.
  14. ^ Monografico, Pittura antica - oltre lo sguardo, anno I, n. 4, ed. Belriguardo, dicembre 2005.
  15. ^ Sezione rinascimentale, su voghieraonline.it, Voghiera on line. URL consultato il 3 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2018).
  16. ^ Arianna Fornasari, Giuseppe Virgili - Prima ipotesi di catalogo completo, Liberty house, Ferrara, 2014.
  17. ^ Lucio Scardino, Sculture di Giuseppe Virgili, Liberty house, Ferrara, 1989.
  18. ^ Arianna Fornasari, Giuseppe Virgili - Prima ipotesi di catalogo completo, Ferrara, Liberty house, 2014.
  19. ^ Sezione arte moderna, su voghieraonline.it, Voghiera on line. URL consultato il 3 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2018).
  20. ^ a b Maria Elena Bacilieri e Lucio Scardino (a cura di), La Pinacoteca Ottorino Bacilieri nel Museo Civico di Voghiera al Belriguardo, Cartografica artigiana, Ferrara, 2016; 2ª ediz. 2017, 3ª ediz. 2018.
  21. ^ Comunicato stampa a cura dell'assessore alla cultura Paolo Benetti in occasione dell'inaugurazione, 14 dicembre 2014.
  • Jadranka Bentini, La Sala delle Vigne nella "delizia" di Belriguardo, Comune di Voghiera, 1997.
  • Fede Berti, La raccolta archeologica nella Delizia di Belriguardo:nuovi studi, Portomaggiore, Edizioni Artstudio C, 1998, SBN IT\ICCU\FER\0169810.
  • C. Guarnieri, Un nucleo di ceramiche provenienti da sterri in Ferrara conservato presso il museo di Belriguardo in La raccolta archeologica delle Delizie di Belriguardo, Ferrara, Nuovi studi, 1998, pp. 147-159.
  • Enrico Benetti, Al Belriguardo - Piccola storia del rapporto tra la famiglia d'Este e la Delizia di Voghiera, Portomaggiore, ed. Artstudio C, 2000.
  • AV. VV., Guida storico turistica dell'Associazione Intercomunale di Argenta Masi Torello Portomaggiore Voghiera - sulle Sponde del Sandalo, Portomaggiore, edizioni arstudio C, 2004.
  • Arianna Fornasari, Giuseppe Virgili - Prima ipotesi di catalogo completo, Ferrara, Liberty house, 2014.
  • Ottorino Bacilieri, Il Museo Civico di Voghiera, Portomaggiore, Artstudio C, 2015, SBN IT\ICCU\UFE\1005538.
  • Maria Elena Bacilieri e Lucio Scardino (a cura di), La Pinacoteca Ottorino Bacilieri nel Museo Civico di Voghiera al Belriguardo, Ferrara, Cartografica Artigiana, 2016, 2ª ediz. 2017, 3ª ediz 2018.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]