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Malachia Marchesi De Taddei

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Malachia Marchesi De Taddei
NascitaCasalmaggiore, 19 agosto 1834
MorteNapoli, 23 gennaio 1878
Dati militari
Paese servitoImpero austriaco (bandiera) Impero austriaco
Italia (bandiera) Italia
Forza armataEsercito imperiale austriaco
Esercito meridionale
Regio Esercito
CorpoCavalleria
Anni di servizio1854-1878
GradoTenente colonnello
GuerreSeconda guerra d'indipendenza italiana
Terza guerra d'indipendenza italiana
Decorazionivedi qui
dati tratti da Dizionario biografico del Risorgimento cremonese[1]
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Malachia Marchesi De Taddei (Casalmaggiore, 19 agosto 1834Napoli, 23 gennaio 1878) è stato un militare italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare a vivente nel corso della terza guerra d'indipendenza italiana.

Nacque a Casalmaggiore, allora parte dell’Impero austriaco,[2] il 19 agosto 1834,[1] figlio di Luigi e Carolina de Cristoforis. Nel 1854 fu arruolato[2] come soldato di leva nell’11º Reggimento ulani[1] dell’Esercito imperiale austriaco. Nominato ufficiale nel 1858,[2] quando in seguito all'esito negativo della seconda guerra d'indipendenza la Lombardia venne ceduta[3] al Regno di Sardegna, nel 1860 presentò le sue dimissioni.[2] In quello stesso anno si arruolò nei volontari bolognesi in partenza per la campagna di conquista dell’Italia meridionale,[2] in forza con il grado di sottotenente al 1º Reggimento della Brigata "Sacchi".[2] Passato in servizio attivo nell’Armata Sarda come luogotenente del Reggimento "Cavalleggeri di Lodi", e poi nel Regio Esercito alla proclamazione del Regno d'Italia, nel 1862 fu promosso capitano ed assegnato al Reggimento "Cavalleggeri di Alessandria".[4] Allo scoppio della terza guerra d'indipendenza assunse il comando del 3º Squadrone del reggimento, assegnato alla 16ª Divisione[5] al comando del Principe Umberto.[6] Il 26 giugno 1866,[1] dopo aver catturato un convoglio nemico[7] che cercava di allontanarsi dalla stazione ferroviaria[7] di Villafranca per raggiungere Verona, alla testa del suo squadrone caricò alcuni reparti di ulani della Brigata di cavalleria Pultz[8] che stavano attaccando le truppe della divisione.[4] Per questo fatto fu decorato di Medaglia d'oro al valor militare[1] a vivente. Promosso maggiore del Reggimento "Foggia Cavalleria"[1] nel novembre 1872, divenne tenente colonnello nel luglio 1877 in forza al Reggimento "Cavalleggeri di Lucca".[1] Si spense a Napoli il 23 gennaio 1878.[1]

Una via di Milano porta il suo nome.

Medaglia d'Oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Per aver spinto all’approssimarsi della cavalleria nemica il suo squadrone alla carica con molto slancio e coraggio. Nella mischia col nemico ebbe il cavallo mortalmente ferito. A piedi e circondato da alcuni ulani si difese valorosamente e fu ferito ad un piede. Ciò malgrado riuscì a liberarsi, prese un cavallo al nemico, rimontò in sella, ricondusse più volte il suo squadrone alla carica nel combattimento di Villafranca del 24 giugno 1866.»
— Regio Decreto 6 dicembre 1866
  1. ^ a b c d e f g h Angela Bellardi, Maria Luisa Betri, Andrea Foglia, Matteo Morandi, Emanuela Zanesi, Dizionario biografico del Risorgimento cremonese, Società Storica Cremonese, Cremona, 2013
  2. ^ a b c d e f Combattenti Liberazione.
  3. ^ Sezione Storica del Corpo di Stato Maggiore 1875, p. 2.
  4. ^ a b Sezione Storica del Corpo di Stato Maggiore 1875, p. 195.
  5. ^ Sezione Storica del Corpo di Stato Maggiore 1875, p. 118.
  6. ^ Sezione Storica del Corpo di Stato Maggiore 1875, p. 191.
  7. ^ a b Sezione Storica del Corpo di Stato Maggiore 1875, p. 192.
  8. ^ Sezione Storica del Corpo di Stato Maggiore 1875, p. 143.
  • La campagna del 1866 in Italia, Roma, Voghera Carlo, tipografo di S.M., 1875.
  • Leopoldo Pullè, I Cavalleggeri di Alessandria, in Patria Esercito Re, pagine del Risorgimento Italiano, 2ª ed., Milano, Ulrico Hoepli, 1908, pp. 215-218.
  • Angela Bellardi, Maria Luisa Betri, Andrea Foglia, Matteo Morandi e Emanuela Zanesi, Dizionario biografico del Risorgimento cremonese, Cremona, Società Storica Cremonese, 2013.
  • Fiorino Soldi, Risorgimento cremonese (1796-1870), Cremona, Pizzorni, 1963.

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