Monferrato

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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Monferrato (disambigua).
Monferrato
Monferrato (in italiano)
Monfrà (in piemontese)
Monferrato – Stemma
Monferrato – Bandiera
StatiItalia (bandiera) Italia
RegioniPiemonte (bandiera) Piemonte
Territoriocomuni della provincia di Asti e della provincia di Alessandria
Capoluogo Casale Monferrato
Acqui Terme
Asti
Superficie2 500 km²
Lingueitaliano, piemontese, con marcate influenze liguri nell'Alto Monferrato e lombarde nel Basso Monferrato orientale
 Bene protetto dall'UNESCO
Paesaggio vitivinicolo del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturali
Criterio(iii) (v)
PericoloNon in pericolo
Riconosciuto dal2014
Scheda UNESCO(EN) The Vineyard Landscape of Piedmont: Langhe-Roero and Monferrato
(FR) Paysage viticole du Piémont : Langhe-Roero et Monferrato

Il Monferrato (Monfrà [muŋ'fra] in piemontese, Mons ferratus in latino) è una regione storico-geografica del Piemonte.

Il suo territorio, quasi esclusivamente di natura collinare, è compreso principalmente all'interno delle province di Alessandria e Asti[1] e si estende verso sud a partire dalla destra idrografica del Po sino a giungere ai piedi dell'Appennino ligure sul confine con la città metropolitana di Genova e la provincia di Savona. Inoltre confina con altre regioni geografiche e storiche del Piemonte appartenenti alla provincia di Cuneo, ossia le Langhe e il Roero, e a nord-est con la regione storica lombarda della Lomellina. Il territorio infine confluisce a ovest, senza soluzione di continuità, nella zona delle Colline torinesi.

Il 1º giugno 2006 fu presentato ufficialmente a Parigi, dalla delegazione costituita dalle province di Asti, Alessandria e Cuneo, il dossier di candidatura[2] per includere il territorio del Monferrato degli Infernòt, del Barbera e dell'Asti spumante assieme a quello delle Langhe, del Roero e della Valtellina, nella lista del Patrimonio Mondiale dell'umanità dell'UNESCO[3][4][5][6]. Il giorno 22 giugno 2014, durante la 38ª sessione del comitato UNESCO a Doha, è stato ufficialmente incluso, assieme a Langhe e Roero, nella lista dei beni del Patrimonio dell'Umanità[7].

Nel 2020 è stata lanciata la candidatura congiunta delle città monferrine di Acqui Terme, Casale Monferrato e Ovada sotto il nome di "Gran Monferrato" a Capitale Europea del Vino 2024. Nel 2023 la candidatura, insieme con l'Alto Piemonte di Ghemme e Gattinara, ha ottenuto l'investitura ufficiale, superando le candidature di Montepulciano (Siena) e di San Clemente (Rimini).

«... e l'esultante di castella e vigne suol d'Aleramo»

Vi sono varie interpretazioni e ipotesi sull'etimologia della parola "Monferrato", ma a oggi nessuna certa. Assolutamente non plausibili: quella sostenuta da Aldo di Ricaldone che la farebbe derivare da "Monte" e da "farro", una varietà di frumento; un'altra secondo la quale deriverebbe dal latino "Mons ferax", cioè monte fertile e ricco; un'altra ancora farebbe riferimento ai ferri lasciati dai Romani nella loro conquista, da cui "Mons ferratus". Infine un'interpretazione, che è quella più suggestiva ma inverosimile, deriverebbe da una leggenda secondo la quale Aleramo, volendo ferrare un cavallo e non trovando i materiali adatti, usò un mattone ("mun" in monferrino) e così il cavallo fu ferrato "frà": da qui il nome Monferrato[8]. Più recentemente, Aldo A. Settia[9], ha proposto una nuova interpretazione del toponimo, che potrebbe derivare, analogamente ai numerosi toponimi simili diffusi tra Piemonte e Lombardia occidentale[10], dalla presenza di un tipo di terreno detto "ferrétto"[11].

Mappa del Monferrato

     Basso Monferrato

     Monferrato Astigiano

     Alto Monferrato

Il Monferrato è frequentemente distinto in tre porzioni principali che nulla hanno a che fare con la storia del territorio che, fino al Settecento (epoca in cui si concluse la sua esistenza di Stato) è sempre identificato, nei documenti, esclusivamente come "Monferrato" senza alcuna ulteriore distinzione:

Basso Monferrato

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Il Basso Monferrato (o Casalese) si caratterizza per le sue morbide colline che, con l'esclusione del Sacro Monte di Crea (455 m), non raggiungono mai altezze superiori ai 400 metri; territorialmente comprende la parte della provincia di Alessandria consistente nei paesi che gravitano attorno a Casale Monferrato, una delle capitali storiche di questo territorio. Viene delimitata a nord e a est dal corso dei fiumi Po e Tanaro. Altra città rilevante è sicuramente Valenza. Il territorio rappresenta una commistione tra il paesaggio collinare e la pianura che si caratterizzano, rispettivamente, per la coltivazione vitivinicola e quella risicola. Numerosi sono i castelli così come caratteristici sono i borghi spesso contraddistinti dalla tipica "Pietra da Cantone" di cui sono costituiti.

Vista da San Marzano Oliveto, Monferrato astigiano, verso il Monviso

Monferrato Astigiano

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Il Monferrato Astigiano (o Basso Monferrato Astigiano) identifica buona parte della Provincia di Asti (con l'eccezione della Langa Astigiana) ed è caratterizzato da una conformazione prevalentemente collinare e da diversi borghi storici quali ad esempio Moncalvo, Grazzano Badoglio, Montemagno, Montiglio a nord del fiume Tanaro, Nizza Monferrato, Mombaruzzo, Incisa Scapaccino, Bruno, Fontanile a sud. Asti è il cuore geografico di questo macro-territorio, delimitato a sud dalla valle del fiume Belbo e a ovest approssimativamente dal percorso del torrente Versa e alla cui destra orografica si localizza quell'area denominata Astesana. Il punto più alto del territorio è la collina di Albugnano a 549 metri s.l.m.

Alto Monferrato

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L'Alto Monferrato si estende verso sud della provincia di Alessandria, ai confini con la Liguria e la provincia di Asti. É caratterizzato da piccoli borghi, isolati sui dossi collinari, di castelli fortificati e numerosi sono i luoghi di culto. Le colline dell'Alto Monferrato sono oggi celebri soprattutto per i loro vigneti, specializzati nella produzione di grandi vini, come il Cortese di Gavi, Brachetto d'Acqui e il Dolcetto d'Ovada. I centri principali sono Novi Ligure, Acqui Terme, Ovada e Gavi. [12][13][14]

Nell'Acquese, il turismo è generato principalmente dalla presenza di fonti termali. Le sorgenti termali di Acqui Terme godevano infatti di notevole prestigio già nell'Antica Roma. La città era dotata infatti di almeno tre impianti termali, di cui sopravvivono oggi alcuni resti. Un monumentale acquedotto, inoltre, garantiva l'approvvigionamento di acqua comune sia per gli usi termali sia per quelli domestici e produttivi. In questo territorio prevale la produzione di formaggi come la Robiola di Roccaverano, oltre che a funghi e castagne.

Le aree del Novese e dell'Ovadese (chiamate anche dell'Oltregiogo) ereditano una forte influenza ligure, questo territorio storicamente apparteneva alla Repubblica di Genova e inizia a far parte del Piemonte solo in seguito all'unità d'Italia. Il lungo passato sotto dominio genovese è ben visibile dalla conformazione e dallo stile dei centri storici di Novi, Ovada e dei piccoli borghi che gravitano attorno alle due città. Anche la gastronomia risente di questa influenza: tra i piatti tipici di queste zone si trovano, ad esempio, la farinata di ceci, la panissa ligure, la focaccia novese e i ravioli.[15] La zona del Novese è anche nota per la produzione di cioccolato e per la tradizione ciclistica: a Novi Ligure si trova il più grande museo del ciclismo d'Europa, dedicato a Fausto Coppi e Costante Girardengo, originari di questa zona.

Vigna del Monferrato casalese innevata
Belforte Monferrato, Alto Monferrato
Castello di Gabiano Monferrato
Moncalvo: l'antica fiera del bue grasso
Acqui Terme, centro principale dell'Alto Monferrato

Alcune località suddivise per area

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Basso Monferrato

Monferrato Astigiano

Alto Monferrato

Castello di Cereseto Monferrato

Formazione della Pianura Padana e del Monferrato

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Lo stesso argomento in dettaglio: Geologia del Piemonte.

Venti milioni di anni fa la catena alpina era oramai costituita, nell'area mediterranea si produsse una nuova risalita di calore dal mantello terrestre che determinò l'inarcamento e la rottura della crosta europea dalla quale si distaccò il blocco sardo - corso, la micro zolla sardo corsa fece perno sul golfo ligure eseguendo una rotazione antioraria di 50° e formando il mar Ligure. Il mare ricopriva la Collina di Torino, le Langhe, il Monferrato e la Pianura Padana. La rotazione del blocco sardo-corso contrastata dal blocco africano produsse una pressione che dette origine agli Appennini. Otto milioni di anni fa a est del blocco sardo-corso si aprì da nord a sud un'ampia frattura che separò la penisola italiana dalla Corsica e dalla Sardegna, questa frattura si allargò fino a diventare il mar Tirreno. Nel periodo che va da 7 a 5 milioni di anni fa il mar Mediterraneo fu chiuso e restò isolato dall'oceano Atlantico.

Questo produsse l'aumento della temperatura delle acque che trasformò il mar Mediterraneo in un basso lago salato con molte zone prosciugate, questa condizione che durò diverse centinaia di migliaia di anni fece depositare sedimenti di tipo salino, le evaporiti. Successivamente il mar Mediterraneo si aprì e l'acqua dell'oceano riprese a circolare, tra la catena alpina e quella appenninica si era formato un golfo triangolare che ricopriva l'intera Pianura Padana. A seguito dei continui sollevamenti della catena alpina e appenninica il mare si ritirò da questo golfo e l'accumulo di sedimenti portati dai fiumi diede origine a una pianura alluvionale che corrisponde all'attuale Pianura Padana. I depositi marini di questo periodo sono visibili nell'attuale area astigiana del Monferrato, ma sono presenti anche nel Biellese e allo sbocco della Val Sesia e Val Sassera a testimoniare che il mare arrivava fin quasi sotto alla catena alpina. Alcune isole emergevano dal mare che ricopriva il Piemonte, l'attuale Collina torinese e del Basso Monferrato.

Dai resti fossili sappiamo che il clima di quel periodo era di tipo subtropicale, e quindi più caldo e umido di quello attuale. I corsi d'acqua portavano i loro detriti formando dei delta sui quali pascolavano branchi di rinoceronti, elefanti, cervi e cavalli. I corsi d'acqua con la loro forza erosiva asportarono i sedimenti del periodo precedente spessi anche centinaia di metri, ricoprendo il bacino con depositi fluviali megaconoidi. Un milione di anni fa il clima subì un ulteriore cambiamento, aumentarono le piogge e le temperature si fecero più fredde. Questo portò alla nascita dei ghiacciai alpini, le lingue glaciali correvano lungo le valli, approfondendole e allargandole talvolta arrivavano fino alla pianura. Il materiale detritico che proveniva dai monti costruì imponenti anfiteatri morenici; essi sono riconoscibili allo sbocco delle Valli della Dora Riparia e della Dora Baltea e nelle zone intorno ai laghi Maggiore e d'Orta.

Lingue locali

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Basso Monferrato: la parlata tipica è piemontese. Esistono similitudini con la lingua lombarda della Lomellina e del Pavese, esclusivamente nei centri in prossimità del confine con la Lombardia.

Monferrato Astigiano: la parlata tipica è l'astigiano, un dialetto piemontese orientale o basso piemontese della lingua piemontese. Viene parlato ad Asti e provincia.

Alto Monferrato: nell'Acquese la parlata tipica è piemontese; nell'Ovadese e nel Novese la parlata è ligure. Vi sono reciproche influenze.

Bricco Lu: vitigno in zona Costigliole d'Asti
Complesso del castello di Cremolino, Alto Monferrato
Panorama di Lu Monferrato

Il Monferrato è una delle più note regioni vinicole italiane nel mondo[17][18][19], soprattutto per quel che riguarda i vini rossi[20] e gli spumanti[21][22][23].
Il clima secco di tipo continentale con estati calde tendenti alla siccità e inverni particolarmente freddi e la particolare conformazione idrogeologica dei terreni sono favorevoli alla viticoltura, che peraltro è dominante in tutto il territorio, facendo diventare il vino non solo un elemento di ricchezza economica dell'intera regione, ma anche e soprattutto un vero simbolo della cultura e della tradizione monferrina. La capillare diffusione dei vitigni autoctoni e conseguentemente di una molteplice varietà di vini, ne sono testimoni.
Fra i vini (DOC e DOCG) i più celebri sono:

Oltre alla viticoltura attività importanti per l'economia del Monferrato sono l'agricoltura (nocciole, frutta), l'allevamento (carni, formaggi), la gastronomia (tartufi)[24] e il turismo (settore attualmente in crescita e in fase di rilancio, grazie anche all'insediamento dell'Outlet più grande d'Europa a Serravalle Scrivia, nell'Alto Monferrato). L'industria è sviluppata prevalentemente nell'Alto Monferrato e in particolare nel Novese, che presenta impianti dolciari e siderurgici. In maniera più limitata figura invece nelle altre zone, dove nell'ultimo ventennio si sono sviluppate aziende di piccole dimensioni nell'edilizia, metalmeccanica, nel settore alimentare e manifatturiero. A causa della crisi economica congiunturale degli ultimi anni, comunque, lo sviluppo industriale si è ridotto e in molti casi è stato soffocato.

Enogastronomia

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Moscato d'Asti
Bonet preparato con ricetta tradizionale monferrina

La cucina tipica del Monferrato comprende una vasta gamma di cibi che vanno dalle carni, ai pesci, alle verdure, ai formaggi, e piatti tipicamente monferrini, che ormai hanno raggiunto una notorietà non solo nazionale ma anche internazionale. Fra questi ricordiamo, tra i primi piatti, gli agnolotti "al plin" (letteralmente "al pizzicotto"), i tajarin (tagliatelle fini ricche di uova condite con sughi vari), i risotti del Casalese, il riso ai funghi e quello al vino rosso, i minestroni di verdure, la polenta col merluzzo fritto o "comodato". Degna di menzione e soprattutto molto conosciuta è la bagna càuda. Tra le carni: trippe, zampini (batciuà), ceci con la testina, coda di bue (oggi cucinata col Barbera) e il salame cotto.

Agnolotti, piatto tipico monferrino

Tipici del Monferrato sono anche il vitello tonnato, l'insalata di carne cruda della tipica razza bovina piemontese (tritata fine col coltello e condita con soli olio, sale e limone), le acciughe sotto sale al verde[25], l'insalata russa di verdure in maionese, i peperoni scottati alla fiamma, i fiori di zucchino ripieni, le numerose torte salate, solo per citarne alcuni. Tra i salumi la muletta, simbolo della tradizione monferrina, fatto tradizionalmente con la Barbera. La muletta di ogni salumeria è diversa dalle altre, per tradizione; zone di produzione tipica sono Sala Monferrato, Cella Monte, Serralunga di Crea e Ozzano. Da ricordare inoltre il fritto misto alla piemontese e il bollito di carne, veri e propri marchi di fabbrica di quest'area. Tra le verdure, si distingue il Cardo gobbo di Nizza Monferrato. Fra i dolci spiccano la panna cotta e il bonet (o bunet), tipico anche delle Langhe, il cui nome deriva dallo stampo di cucina Benetta di rame stagnato, dentro cui lo si faceva cuocere, facendogli così acquisire la forma di un "berretto". Si tratta di un antenato del budino, quando ancora non esistevano colla di pesce, addensanti e gelatine varie. È un dolce genuino preparato con cacao, amaretti e marsala, insieme a latte uova e zucchero e cotto a bagno maria per essere successivamente servito freddo. È ora molto diffuso in tutto il Piemonte[26].

Prodotti autoctoni

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La Regione Piemonte è la prima in Italia per biodiversità e coltivazione di prodotti autoctoni. Solamente all’interno del Monferrato si trovano 74 qualità di mele autoctone ed esclusive della zona. Il commercio di prodotti autoctoni è fonte di guadagno principale per la regione monferrina, la quale vanta dieci prodotti ortofrutticoli richiesti a livello nazionale.

Tra tutti spicca il Melone di Mirabello, pianta rampicante da frutto che entra nella famiglia delle cucurbitacee; il termine melone indica sia il frutto sia la pianta. Prende il nome dalla città di Mirabello Monferrato maggiore produttrice. Questo frutto tipico piemontese vanta un'originale forma ovale che lo rende facilmente distinguibile, buccia di un giallo paglierino di forma sia liscia sia rugosa a seconda dell'umidità del terreno. Questo tipo di melone ha una crescita rapida, trapiantato nei mesi di maggio-giugno viene raccolto già a luglio, clima permettendo. La cicoria pan di zucchero, scientificamente chiamata Cicaorium Intybus var. Foliosum, è una qualità di radicchio appartenente alla famiglia delle asteraceae. Viene chiamata pan di zucchero per le alte quantità di vitamine e zuccheri che rendono la foglia dolce. Il sedano di Orbassano è una qualità di sedano originario della regione monferrina. Nel Seicento la duchessa dei Savoia, Anna Maria di Borbone-Orléans, quando arrivò in Italia dalla Francia fece coltivare del sedano violetto di Tours, più morbido e dolce del sedano monferrino di allora. Col passare degli anni le due qualità di sedano s'innestarono grazie ai terreni umidi della zona di Orbassano generando naturalmente una nuova qualità dalle coste rosse in cima e un sapore mandorlato.[senza fonte]

Il Monferrato, assieme ad Alba, è anche conosciuto come zona di produzione del tartufo bianco e molte sono le fiere al riguardo, una fra tutte la fiera regionale del tartufo a Montechiaro d'Asti[27].

L'enogastronomia della parte meridionale del Monferrato presenta marcate influenze liguri.[senza fonte]

Alla cucina monferrina si accompagnano diversi conosciuti vini locali.

La leggenda di Aleramo e il Marchesato del Monferrato

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Lo stesso argomento in dettaglio: Marchesato del Monferrato e Ducato di Monferrato.
Anna d'Alençon fu marchesa del Monferrato

La leggenda - priva di ogni riferimento storico - racconta che verso il 900 il padre e la madre di Aleramo del Monferrato vennero in Italia diretti a Roma per adempiere a un voto. Giunti a Sezzadio, vicino a Acqui Terme, la donna partorì un maschio cui fu dato il nome di Aleramo, sinonimo di “persona allegra”. Il bambino fu affidato ai nobili del posto e a una nutrice sassone, ma i genitori morirono ed egli venne allevato a Sezzadio.

Blaxonarium Casalense, raccolta risalente al Settecento degli stemmi delle famiglie nobiliari del Monferrato

Di origine nobile e battagliera, ben presto si distinse come abile cavaliere e fu nominato "cavaliere particolare" e "mescitore di vini" alle tavole di Ottone I, imperatore del Sacro Romano Impero.

Aleramo si innamorò della figlia dell'imperatore, la bellissima Alasia e con lei fuggì nascondendosi nei paraggi di Pietra Ardena. Qui Aleramo fece il carbonaio e riuscì a farsi assumere tra i soldati del vescovo, vassallo dell'imperatore e andò a combattere a Brescia. Ben presto l'imperatore notò il suo valore e la sua audacia: riconosciutolo e dimenticato l'antico rancore per la fuga con la figlia, gli conferì il titolo di Marchese e gli assegnò il territorio della “marca”: quello che sarebbe riuscito a circondare nel giro di tre giorni a cavallo.
Le origini del nome Monferrato restano del tutto incerte, puramente ipotetiche le definizioni che lo vogliono derivare da: monx ferrax, monte fertile; mun fra, mattone ferrato; mons ferratus, monte coltivato a farro.

Tomba di Aleramo, fondatore della dinastia dei Marchesi del Monferrato presso la chiesa dell'Abbazia di Grazzano Badoglio (AT), Italia

Con il diploma del 21 marzo 967 l'imperatore Ottone I assegna ad Aleramo tutte le terre dal fiume Tanaro al fiume Orba e fino alle rive del mare il territorio assume la denominazione di Marca Aleramica da cui, successivamente, si formerà il Marchesato di Monferrato; il primo a essere citato come Marchese di Monferrato sarà Ranieri nel 1111.

Il marchesato fu successivamente in possesso dei discendenti di Aleramo del Monferrato (Aleramici, seconda metà del X -1305), dei Paleologi (1306 - 1533) e dei Gonzaga (dal 1536 al 1708). I discendenti di Aleramo (aleramici) governarono il Monferrato finché nel 1306 passò alla casa imperiale dei Paleologi. I marchesi del Monferrato s'imparentarono con le case reali di Francia e dell'Impero. A seguito delle crociate s'imparentarono con i re di Gerusalemme e con la famiglia imperiale di Bisanzio.

Fu per pochi anni sotto il dominio spagnolo per passare ai Gonzaga (dal 1536 al 1708). Sotto il governo gonzaghesco il territorio avrà rango ducale diventando così nel 1574 il Ducato di Monferrato. Una parte del ducato era già passata ai Savoia nel 1631 con la guerra di successione del Monferrato; i Savoia presero pieno possesso del Monferrato nel 1708 quando il Ducato di Mantova fu occupato dalle truppe imperiali di Leopoldo I.

Gli ultimi secoli

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Negli ultimi tre secoli il Monferrato ha attraversato, con il resto del Piemonte e del Regno di Sardegna, le vicende delle guerre napoleoniche, del Risorgimento, del Regno d'Italia e della Repubblica Italiana, caratterizzandosi sempre più come luogo della viticoltura, del vino e di altre industrie alimentari.

Nel 1937 la nuova provincia di Asti, staccata da quella di Alessandria, ha incorporato una parte rilevante della regione storica del Monferrato, sebbene storicamente la città di Asti sia appartenuta al Marchesato del Monferrato solo per un breve periodo del Trecento, rappresentando precedentemente un potente nemico. Discorso opposto per la città di Chivasso, che nonostante sia stata una delle residenze preferite dai Marchesi di Monferrato prima di Casale, nonché storica capitale del marchesato, a oggi non è considerata parte della regione geografica del Monferrato sebbene ne faccia parte storicamente come Alba.

Durante la seconda guerra mondiale, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 con gli Alleati e l'occupazione germanica, il Monferrato ha vissuto in pieno la guerra di Resistenza, i bombardamenti anglo-americani, la guerriglia partigiana (con anche una delle brevi Repubbliche partigiane, la Repubblica dell'Alto Monferrato dal settembre al dicembre 1944), la persecuzione degli ebrei, le deportazioni e i rastrellamenti, come testimonia anche la narrativa su quei tempi[28].

Particolare del mosaico risalente al X secolo giacente sopra la tomba di Aleramo, conservato presso la chiesa dell'Abbazia di Grazzano Badoglio, che segna il luogo ove furono traslati, nel 1581, i resti del Marchese
Pala d'Altare, tela di Andrea Pozzo, gesuita laico nativo di Trento, rappresentante la morte di Francesco Saverio. L'opera si data tra il 1670 e il 1675 ed è conservata nella "Cappella dei Gesuiti" interna alla chiesa di Grazzano Badoglio

Nella seconda metà del Quattrocento spicca nel campo delle letteratura dialettale monferrina Gian Giorgio Alione di Asti, poeta, drammaturgo e scrittore che pur sapendo poetare in francese e in italiano, scrisse diverse farse in dialetto, esprimendosi "an astezan" e fornendo un quadro vivace dei costumi e della vita dell'epoca e del teatro italiano del Cinquecento, spesso impregnato di satira e burle. Bisognerà attendere il Settecento per ritrovare due altri verseggiatori dialettali monferrini e cioè il priore Stefano Incisa e il capitano Giuseppe della Rocca, mentre in tempi più recenti e cioè nell'Ottocento spicca il più noto Angelo Brofferio, politico, giornalista e deputato legato al Risorgimento, che scrisse canzoni dialettali, commedie e opere di storia.

Madonna immacolata - Guglielmo Caccia detto "Il Moncalvo" - sec. XVII, conservato presso la Chiesa dell'Abbazia di Grazzano Badoglio
Cappella di Guazzolo (fraz. di Castelletto Merli, Alessandria) esempio di barocco piemontese attribuita all'architetto Magnocavallo

Tra gli artisti attivi nel Monferrato, degni di nota sono Gian Martino Spanzotti, casalese e pittore del Rinascimento; Andrea Pozzo, pittore e architetto gesuita attivo nel XVII secolo; il pittore Pier Francesco Guala; Macrino d'Alba, contemporaneo dello Spanzotti, le cui opere sono conservate in collezioni private e pubbliche negli Stati Uniti e a Torino. Le sue opere più importanti si possono tuttavia identificare in un trittico ospitato nel castello di Camino, in una "Madonna in trono" conservata nel santuario del Sacro Monte di Crea, in un'altra "Madonna" conservata nella chiesa di S. Giovanni Battista ad Alba e in uno "Sposalizio di S. Caterina" che orna la parrocchiale di Neviglie nelle Langhe. Il terzo artista monferrino cronologicamente parlando ma certamente non meno rilevante dei precedenti è Guglielmo Caccia, soprannominato "Il Moncalvo". Ricordiamo tra le sue opere un "Redentore" custodito al Museo civico di Asti e una "Resurrezione" conservata nel Duomo; inoltre diversi quadri si trovano nelle parrocchiali di Grazzano Badoglio, Villadeati, Casale Monferrato, San Salvatore Monferrato, Moncalvo e Castagnito.

San Salvatore in Ozzano Monferrato presenta un'architettura gotico-rinascimentale, conserva affreschi di fine Quattrocento, alcuni di scuola Spanzottiana, e una notevole volta interamente affrescata nella prima metà del Cinquecento secondo modi del rinascimento dell'Italia centrale (forse legati a Mercurino Arborio Gattinara)

L'architettura fiorì nel Monferrato a partire dall'anno 1000 in avanti ed è ben visibile negli innumerevoli edifici, chiese, castelli e palazzi delle varie epoche, molti dei quali ancora ben conservati. Fu influenzata da correnti romaniche, gotiche e rinascimentali prima di trasformarsi, a partire dal 1600, in barocco piemontese. Degni di nota, sono due artisti che operarono nel Monferrato: Benedetto Alfieri (1707-1767) di Asti, considerato successore di Filippo Juvarra, Francesco Gallo (1672-1750) di Mondovì. Grandi architetti come il Magnocavallo vi hanno inoltre lavorato lasciando splendide testimonianze. Francesco Ottavio Magnocavalli nacque a Casale Monferrato e durante la sua vita si dedicò con crescente impegno allo studio e alla pratica dell'architettura, progettando innumerevoli chiese e palazzi a Casale e in tutto il Monferrato[29].

Il Monferrato operò e opera tuttora come uno dei principali fulcri di propagazione della palla tamburello. Numerosi sono i campi da gioco, il cui nome tecnico è sferisterio.

Luoghi di interesse

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Sacro Monte di Crea

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Lo stesso argomento in dettaglio: Sacro Monte di Crea.

Il Sacro Monte di Crea è situato su una delle più alte colline del Monferrato, nei pressi di Serralunga di Crea, in provincia di Alessandria ed è stato inserito nel 2003 dall'UNESCO nell'elenco dei patrimoni dell'umanità.

Galleria d'immagini

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  1. ^ Sergio Miravalle, Colori d'autunno nel Monferrato dei vini scontrosi, su LaStampa.it, 1º ottobre 2009. URL consultato il 20 novembre 2019.
  2. ^ Langhe, Roero e Monferrato saranno tutelati dall'Unesco, su Repubblica.it, 9 gennaio 2011. URL consultato il 20 novembre 2019.
  3. ^ Associazione per il patrimonio dei Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, Patrimonio Mondiale UNESCO - Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, su PaesaggiVitivinicoli.it, 2019. URL consultato il 20 novembre 2019.
  4. ^ I paesaggi vitivinicoli del Monferrato candidati come "Patrimonio Mondiale", su clubunesco.al.it. URL consultato il 20 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2014).
  5. ^ (EN) Vineyard Landscape of Piedmont: Langhe-Roero and Monferrato, su WHC.UNESCO.org. URL consultato il 20 novembre 2019.
  6. ^ E l'Unesco guarda i vigneti, su ANSA.it, 13 ottobre 2011. URL consultato il 20 novembre 2019.
  7. ^ Luigi Letteriello, Langhe-Roero e Monferrato entrano nel patrimonio dell’umanità Unesco, su Corriere.it, 22 giugno 2014. URL consultato il 20 novembre 2019.
  8. ^ Alessandro Allemano, Monferrato: perché si chiama così (PDF), su Monferrini.com, 10 luglio 2007. URL consultato il 20 novembre 2019 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2014).
  9. ^ Geo Pistarino, L'enigma del toponimo "Monferrato", su IlPortoRitrovato.net, 20 settembre 1998. URL consultato il 20 novembre 2019.
  10. ^ Fabio Romanoni, Il Libro dei Censi (1315) del Monastero di San Pietro in Verzolo di Pavia, su Academia.edu, 2013. URL consultato il 20 novembre 2019.
  11. ^ ferrétto, su Sapere.it. URL consultato il 20 novembre 2019.
  12. ^ Alto Monferrato, su ovadese.net. URL consultato il 4 dicembre 2020.
  13. ^ a b c Alto Monferrato-Italiano, su www.elidio.com. URL consultato l'8 agosto 2024.
  14. ^ a b Novi Ligure e le case dipinte. Alto Monferrato: dove andare e cosa vedere, su Dove Viaggi, 28 febbraio 2023. URL consultato l'8 agosto 2024.
  15. ^ Piatti e prodotti tipici - :: SITO UFFICIALE DELLA CITTA' DI NOVI LIGURE (AL) ::, su www.comune.noviligure.al.it. URL consultato l'8 agosto 2024.
  16. ^ a b Strada del Vino Alto Monferrato | Vino e Prodotti tipici, su Turismo e Viaggi in Italia. URL consultato l'8 agosto 2024.
  17. ^ (EN) Anna Del Conte, Brasato al Barolo - Beef Braised in Barolo Wine, su BBC.co.uk. URL consultato il 20 novembre 2019.
  18. ^ (EN) Barbara Dunlap, Bycicle tours in Italy, su TravelTips.USAtoday.com. URL consultato il 21 novembre 2019.
  19. ^ (EN) Dave Yoder, Homes in Monferrato, su NYtimes.com. URL consultato il 21 novembre 2019.
  20. ^ (EN) John Brunton, Chilled in Piedmont: a guide to the best places to eat, drink and stay, su TheGuardian.com, 20 luglio 2008. URL consultato il 21 novembre 2019.
  21. ^ (EN) Winepros - OXFORD COMPANION TO WINE, Piedmont, su winepros.com.au. URL consultato il 21 novembre 2019 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2008).
  22. ^ (EN) Jancis Robinson e Julia Harding, The Oxford Companion to Wine, su OxfordCompanionToWine, settembre 2015. URL consultato il 21 novembre 2019.
  23. ^ “The Oxford Companion to Wine” - Una vera e propria enciclopedia del vino, ricca di 4.000 voci, per un totale di 912 pagine, su WineNews.it, 27 maggio 2015. URL consultato il 21 novembre 2019.
  24. ^ (EN) Rachel Cooke, The truffle is out there, su TheGuardian.com, 19 novembre 2006. URL consultato il 21 novembre 2019.
  25. ^ Acciughe al verde Archiviato l'11 marzo 2014 in Internet Archive.. Sapori piemontesi in tavola. Ricetta.
  26. ^ Bonet (Ricetta tradizionale) Archiviato il 12 novembre 2010 in Internet Archive.
  27. ^ Prodotti tipici del Monferrato e delle langhe: Il tartufo bianco Archiviato il 19 marzo 2011 in Internet Archive.
  28. ^ Sia in diversi scritti di Cesare Pavese e Giuseppe Fenoglio, sia più di recente in romanzi di Giampaolo Pansa e di Giulio Angioni.
  29. ^ Gian Paolo Romagnani, MAGNOCAVALLI, Francesco Ottavio in "Dizionario Biografico", su Treccani.it, 2006. URL consultato il 21 novembre 2019.
  • Carlo Ferraris - Roberto Maestri, "Storia del Monferrato. Le origini, il Marchesato, il Ducato", Editore Circolo Culturale I Marchesi del Monferrato, Alessandria 2016, ISBN 978-88-97103-01-1
  • G. Aldo di Ricaldone, Annali del Monferrato L. Fornaca editore
  • G. Aldo di Ricaldone, Monferrato tra Po e Tanaro Gribaudo Lorenzo Fornaca editore Asti 1999
  • R. Grigliè, Invito al Monferrato, Andrea Viglongo & C. Editori, 1976
  • Hull, Dr Geoffrey (1982) The Linguistic Unity of Northern Italy and Rhaetia, PhD thesis, University of Western Sydney, MacArthur; § 37.1.
  • M Girotto - ML Ronco (2012), Conoscere il Monferrato, Publicom editore, 13100 Vercelli

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