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Lussazione

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Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Lussazione
Lussazione traumatica dell'articolazione tibia-tarsica di una caviglia con frattura distale del perone. La freccia aperta indica la tibia mentre quella chiusa il tarso
Specialitàortopedia
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM830 e 848
ICD-10T14.3
MeSHD004204
MedlinePlus000014

Una lussazione è uno spostamento permanente delle superfici articolari l'una rispetto all'altra.

La lussazione è detta "completa" se la perdita dei rapporti fra le due superfici è totale, quando invece resta un contatto parziale, si parla di "lussazione incompleta" o di "sublussazione".

  • Traumatica: in seguito a un trauma violento che sposta le estremità delle ossa.
  • Congenita: legate ad una malformazione delle estremità ossee (anca per esempio).
  • Degenerativa (patologica): legate a lesioni capsulo-legamentose (come nella mano della poliartrite reumatoide).

Le lussazioni traumatiche includono:

  • le lussazioni recenti, dove le lesioni capsulo-legamentose s'associano a lesioni delle parti molli e devono essere ridotte d'urgenza;
  • le lussazioni recidivanti, che si riproducono per traumi sempre più lievi (spalla, articolazione temporomandibolare).

Lussazione della spalla

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Riduzione ippocratica di una spalla lussata

La lussazione della spalla è la più frequente delle lesioni traumatiche. La sua prognosi è abitualmente favorevole. La lussazione antero-interna è la più frequente.

In seguito ad una caduta sulla mano, col braccio in abduzione ed in rotazione esterna, il paziente, in genere un adulto giovane, avverte un forte dolore e il braccio si presenta flesso e sostenuto dalla mano valida.

Se visitato il paziente presenta:

  • appiattimento del moncone della spalla che ha perduto il suo profilo: "segno della spallina" (al quale si aggiunge un "colpo di ascia" sul lato esterno del braccio): il gomito è allontanato dal corpo, il braccio in abduzione; si può con dolcezza ottenere qualche movimento, ma è impossibile riavvicinare il gomito al corpo;
  • alla palpazione, si apprezza un vuoto sotto acromiale: la testa omerale lussata non è più palpata sotto l'acromion, ma nell'ascella.

È indispensabile cercare complicazioni di cui il ferito deve essere avvertito:

  • complicazione vascolare con il rilevamento del polso;
  • soprattutto complicazione nervosa per paralisi del nervo circonflesso, con perdita di sensibilità del moncone della spalla;
  • più raramente lesione del plesso brachiale.
Lussazione della spalla: radiografia
Radiografia di una spalla lussata prima e dopo la riduzione

Le radiografie confermano l'impressione clinica e rilevano un'eventuale frattura della grande tuberosità della stessa testa omerale.

L'evoluzione di una lussazione della spalla trattata correttamente è più delle volte favorevole, grazie a una rieducazione attiva assidua, le possibili complicazioni sono di due tipi:

Complicazioni immediate
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  • paralisi del nervo circonflesso, spesso reversibile, ma la cui persistenza minaccia i movimenti di abduzione della spalla;
  • lesioni del plesso brachiale, rare ma gravissime;
  • fratture associate che aggravano la prognosi funzionale e il rischio di complicanza (rigidità articolare, periartrite scapolo-omerale) e modificano il trattamento.
Complicazioni tardive
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  • periartrite scapolo-omerale, dolore e limitazione dei movimenti usuali, come il pettinarsi, vestirsi e svestirsi;
  • lussazioni recidivanti, frequenti nei giovani (di età inferiore ai 35 anni), sopraggiungono per dei traumi sempre più lievi e possono causare handicap funzionale che giustifica allora un intervento chirurgico.

Nelle lussazioni antero-interne senza lesioni ossee associate, il trattamento consiste in una riduzione precoce, sotto anestesia locale poi, sotto controllo radiologico, in una contenzione che immobilizza il gomito al corpo per 2-3 settimane (a seconda dell'età del paziente).

La rieducazione deve escludere (non toccare per 15 giorni) i massaggi e comporta una mobilizzazione attiva e assidua a partire dal 15º giorno.

Lussazioni abituali della rotula

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L'articolazione femoro-patellare non ha stabilità ossea intrinseca durante i primi 20-30° di flessione. La stabilità diventa effettiva solo dopo i 70-80° quando la rotula scivola dentro la scanalatura tra i condili.

La stabilità è assicurata dai muscoli e dai legamenti e, nelle posizioni di flessione più importanti, dalla forma a V della rotula incastrata nella gola femorale.

L'inserzione del tendine rotuleo spesso molto esterna, genera una forte tendenza allo spostamento verso l'esterno della rotula quando il quadricipite si contrae o quando il ginocchio è in totale posizione estesa.

Esistono pure delle displasie dell'articolazione femoro-rotulea. In questi casi le faccette articolari della rotula troppo appiattite, si articolano con i condili femorali che non hanno una scanalatura abbastanza profonda per mantenere la rotula ben centrata. Si instaura una instabilità e la rotula potrà spostarsi facilmente, spesso anche in seguito a minimi traumi o movimenti laterali.

La prima lussazione avviene di solito in seguito a una banale caduta. La rotula ritorna spesso a posto da sola con uno schiocco doloroso seguito da un versamento di durata variabile.

  • Dolore all'inserzione del legamento esterno.
  • Inquietudine del paziente quando si spinge la rotula verso l'esterno, ha l'impressione che la rotula si sposti.
  • Tendine patellare inclinato verso l'esterno a partire dalla tuberosità anteriore della tibia.
  • Possibile posizione verso l'esterno della rotula.
  • Può essere normale.
  • Deformazione della superficie della rotula e del femore (displasia).
  • Spostamento della rotula verso l'esterno sulle lastre in posizione assiale e in flessione

Secondo la gravità del quadro clinico (frequenza di lussazione, ecc.), presenza di segni di displasia (bambino):

  • Spostamento dell'inserzione del tendine della rotula verso l'interno.
  • Abbassamento dell'inserzione al fine di meglio posizionare la rotula nella scanalatura femorale.
  • Ricostruzione dell'apparato estensore. Lo scopo è quello di offrire maggiore stabilità all'articolazione femoro-patellare.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàThesaurus BNCF 45174 · LCCN (ENsh85038438 · GND (DE4063133-3 · BNF (FRcb11992212r (data) · J9U (ENHE987007557963905171 · NDL (ENJA00561244
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