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Louis Lafitte

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Louis Lafitte (Parigi, 15 novembre 1770Parigi, 3 agosto 1828) è stato un pittore francese.

Tomba al cimitero di Père-Lachaise.

Louis Lafitte nasce il 15 novembre 1770 a Parigi, figlio di un parrucchiere che ospitò, verso il 1778, il pittore Simon Mathurin Lantara (1729-1778), un artista dotato ma povero.

Lantara rivela, a casa del suo ospite, di avere un dono per il disegno. Egli diviene così allievo di due incisori: Gilles Demarteau (1750-1802) e poi, nel 1786, Jean-Baptiste Regnault.

Ammesso all'Accademia reale di pittura e scultura a Parigi, ottiene il grande prix de Rome di pittura del 1791. Egli è l'ultimo pittore inviato a Roma sotto il regno di Luigi XVI.

Nel 1793, deve fuggire da villa Medici a causa del sollevamento italiano contro i Francesi. Si rifugia a Firenze, dov'è nominato professore di accademia.

Nel 1795 rientra a Parigi e s'installa al n.o 17 di rue du Théâtre Français (oggi 21 di rue de l'Odéon). Dipinge in compagnia degli artisti Constance-Marie Charpentier, che abita i luoghi dopo il suo matrimonio del febbraio 1793, e Pierre Bouillon, che abita nella stessa via[1].

Nel 1796 si sposa e ha una figlia.

Dei problemi finanziari lo costringono a orientarsi verso la decorazione e l'illustrazione. Nel 1796, fornisce dodici disegni per il Calendario repubblicano. Produce anche delle decorazioni dipinte a olio su carta, destinate ad essere rischiarate e viste in trasparenza (incise da Salvatore Tresca).

Nel 1800, lavora presso il Castello di Malmaison insieme all'architetto Charles Percier. Ne orna alcune parti, tra le quali la sala da pranzo ove dipinge a stucco, monocromatico, otto danzatrici nello stile pompeiano.[2]

Nel 1809, il Senato conservatore gli ordina una tela monumentale rappresentante L'instaurazione della Repubblica Cisalpina a Milano il 9 luglio 1797, ma non riesce a comporre la scena.

Nel 1810, egli decora la maquette in grandezza naturale dell'Arco di Trionfo di Parigi, sotto il quale l'imperatore Napoleone I e Maria Luisa dovranno passare il 2 aprile, per il loro ingresso in Parigi. Egli dipinge in trompe-l'œil i bassorilievi che rappresentano Gli abbellimenti di Parigi, La Legislazione, l'Industria nazionale, La Clemenza dell'Imperatore et L'Arrivo dell'Imperatrice[3].

Il 9 giugno 1811, in occasione del battesimo del principe imperiale, disegna una medaglia commemorativa che viene incisa da Bertrand Andrieu. Il diritto rappresenta l'Imperatore di profilo, con corona di alloro, mentre il rovescio lo mostra in piedi dinnanzi al suo trono, in veste di cerimonia, mentre solleva il figlio al di sopra del fonte battesimale. Una seconda medaglia porta, sul rovescio, l'iscrizione:

(FR)

«À l'Empereur, les bonnes villes de l'Empire : Paris, Rome, Amsterdam […]»

(IT)

«All'Imperatore, le buone città dell'impero: Parigi, Roma, Amsterdam […]»

Dal 1800 al 1814, disegna modelli per la Manifattura di Sèvres, tra i quali il vaso intitolato Louis XIV règne par lui-même, 1661 (Salone del 1828)[5].

Dal 1807 al 1808 realizza le decorazioni del Teatro dell'Imperatrice, ricostruito da Jean Chalgrin[6].

Dal 1814 al 1816, collabora con Merry-Joseph Blondel a dodici motivi di carta dipinta, in camaïeu di grigio o di seppia sul tema di Amori di Psiche e di Cupido dal romanzo di Jean de La Fontaine.

Nel 1816 si reca a Londra. Il re Giorgio III gli ordina dei disegni per Carlton House, in occasione di una festa.

Rientrato in Francia, realizza dei disegni per la nascita del duca di Bordeaux nel 1820, e per l'incoronazione di Carlo X nel 1825.

Nel 1823 riceve le insegne di Cavaliere della Legion d'onore, in quanto "disegnatore del Gabinetto del re".

Muore dopo breve malattia, a casa sua, situata in place des Quatre-Nations (attuale place de l'Institut - VI arrondissement) di Parigi, il 3 agosto 1828.

La sua salma viene inumata nel Cimitero di Père-Lachaise, (28ª divisione)[7].

I suoi beni vengono venduti all'asta dal 18 al 24 dicembre 1828.

Collezioni pubbliche

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Bruto ascolta gli ambasciatori dei Tarquini al Los Angeles County Museum of Art.
  • Leda e il Cigno, verso il 1793, disegno che servì per il mese di Termidoro nel calendario repubblicano.
  • Regolo che torna a Cartagine, inciso da Normand, comparso in Les Annales du Musée, planche 7.
  • Il festino reale, inciso da François Noël Sellier e da Auguste II Blanchard[11].
  • Medaglie commemorative del battesimo del Re di Roma, 1811, disegni

Illustrazioni

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  • Raccolta completa di incisioni fatte dai disegni di M. Lafitte, di cui parte degli Annali del Museo; Princìpi di disegno, studi di teste, le feste per il ritorno del duca di Angoulême, numerosi ritratti e un gran numero di vignette per diverse opere.[12]
  • 1795 : Gladiatore morente
  • 1798 : Ritratto dell'attore Saint-Prix
  • 1806 :
    • Battaglia di Rivoli
    • Fuochi d'artificio del 16 dicembre 1804 in occasione dell'incoronazione
    • Ritratto di Bernardin de Saint-Pierre
    • Soggetto di Paolo e Virginia
    • Marte e Venere
  • 1808: Clemenza di Napoleone verso Madame de Hatzfeld, accordando la grazia a suo marito
  • 1810:
    • Clemenza dell'Imperatore
    • La Legislazione
    • Gli Abbellimenti di Parigi
    • L'Industria
  1. ^ Gildas Dacre-Wright, Constance Charpentier (1767-1849).
  2. ^ A. Pougetoux.
  3. ^ Per questo lavoro d'incisione egli ha presentato un conto di 33 157 franchi, che, nonostante le sue proteste, fu ridotto a 24 000
  4. ^ Marc Allègret, « Revue du Souvenir Napoléonien », in Revue Napoléonica, n° 439, février-mars 2002, p. 63.
  5. ^ a b (FR) notice sur le site photo.rmn.fr
  6. ^ I disegni di queste decorazioni non sono stati incisi e non sono noti che attraverso la descrizione pubblicata al momento dell'inaugurazione del 1808. Il lotto comporta cinquantadue pezzi realizzati col gesso nero e bianco su carta colorata, o all'inchiostro di china sfumato o a seppia.
  7. ^ (FR) Jules Moiroux, Le cimetière du Père Lachaise, Parigi, S. Mercadier, 1908, p. 210.
  8. ^ Catalogo Joconde
  9. ^ Catalogo Joconde
  10. ^ Catalogo Joconde
  11. ^ (FR) Ateliers d'art de la réunion des musées nationaux, "Le festin royal" dans les collections
  12. ^ Jean Duchesne Aîné, Catalogue, op.cit, pp. 28-29. L'ensieme contenente 368 pezzi, lotto 267 bis.

(in lingua francese salvo diverso avviso)

  • Dictionnaire Bénézit
  • Jean Tulard, l'Histoire de Napoléon par la peinture, Éditions Belfond, 1990, Réédition par les Éditions de l'Archipel, 2005, p. 29. ISBN 2841877396
  • Marc Allègret, «Louis Lafitte, (1770-1828), peintre et dessinateur», in Revue du Souvenir Napoléonien, nº 439, p. 63.
  • Roman d'Amat, Dictionnaire de biographie française, fascicule CIX
  • Lacombe-Laglenne, Dictionnaire Napoléon, 1995, pp. 172–173, notice «L.Lafitte» par A. Pougetoux, p. 1019.
  • Bernard Chevallier (directeur), Style Empire, Éditions Valmont, octobre 2000
  • Véronique de Bruignac-La Hougue, Le papier peint une forme de revêtement mural, pp. 63–65.
  • Jean Duchesne Aîné, «Notice sur la vie et les ouvrages de Monsieur Louis Lafitte», in Catalogue des tableaux, dessins, estampes, livres, médailles du cabinet de feu Mr Louis Lafitte, 1828.
  • C. Daufresne, Théâtre de l'Odéon, architecture, décors, musée, Sprimont, 2004, pp. 43–53.
  • L'Athénéum ou galerie de productions des tous les arts, nº 4, II année, 1808.
  • Journal de Paris, 1808, pp. 1195–1196.

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Collegamenti esterni

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