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Oronzo Albanese

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Oronzo Albanese (Tolve, 1748Matera, 30 dicembre 1799) è stato un presbitero e rivoluzionario italiano, fu giurisperito e docente di filosofia e teologia nel seminario di Potenza.

"U.J. Doct. Orontius Albanese, ab incarnatione dni MDCCLXXVII, XXVII annus natus, Dominico Russo Anti. - Vicarius Generalis Potentinus "

Nato a Tolve nel 1748 da Antonio (o Giuseppe), morto prematuramente attorno ai trent’anni, e da Camilla Pappalardo, fu ordinato sacerdote nel 1766. Divenne Vicario del Vescovo di Potenza, Andrea Serao, a ventisei anni.

Esperto di diritto canonico e civile (U. J. Doct.), fu un sacerdote democratico ed uomo di grande cultura, attingendo alle idee dell’Illuminismo ed entrando in contatto con Mario Pagano e Domenico Cirillo, oltre a Francesco Caracciolo e Ignazio Ciaia.[1]

Fu sostenitore della Repubblica Napoletana; partecipò ai moti giacobini del 1799 costituendo una guardia civica ed innalzando l’Albero della Libertà a Tolve l'8 febbraio 1799. Nel Vulture il moto, di cui Albanese fu uno dei protagonisti, assunse anche confuse connotazioni di riscatto sociale e a Tolve i "lavoratori precari e forestieri" costituivano il 16% della popolazione[2].

Fu catturato dai sanfedisti del Cardinale Ruffo e incarcerato a Matera, giustiziato il 30 dicembre 1799; sul patibolo, rifiutò i sacramenti.[3]

Alla sua memoria fu eretta una lapide sulla facciata del Palazzo del Municipio di Napoli; a Tolve, gli è stata intitolata la Scuola Elementare.

Nella letteratura

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Nel romanzo storico "Rosso Cardinale" il giornalista inglese Peter Nichols ricostruisce così il discorso del Cardinale Ruffo del 23 maggio 1799 ad Altamura:

Signori, vorrei sapeste che prima di procedere oltre io intendo cancellare ogni traccia di repubblicanesimo. Ho ordinato l'arresto di tutti i noti ispiratori della ribellione, a prescindere dagli elenchi che abbiamo compilato a Matera. Per esempio, ho scritto al Primo Alfiere e Quartiermastro Michele Mattia, che come sapete è l'uomo sul quale possiamo più contare a Miglionico, comandandogli di andare a Tolve ad arrestare un certo Oronzo Albanese sul conto del quale non ho dubbi. È un traditore. Basta il cognome. I suoi antenati giunsero insieme con quei ribelli albanesi che fuggirono dal proprio paese e si stabilirono qui più di due secoli fa, e anzi si dice che egli sia un diretto discendente del loro eroe Skanderberg che guidò la rivolta albanese contro gli ottomani. Ho sempre considerato un errore che i buoni Avi del nostro Re avessero permesso a quei profughi di stabilirsi nel nostro paese. Chi è stato ribelle una volta lo sarà sempre.[4]

Famiglia Albanese

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Verosimile è la parentela con il patriota Giuseppe Leonardo Albanese.

In una memoria scritta dall’ultima erede della famiglia Albanese a Tolve, Maria Saveria, sposa al medico e sindaco di Tolve Domenico Raffaele Pastore, si riporta che la famiglia era originaria di Noci, in Puglia, e che un capostipite fu Ionno (Giovanni) Albanese, sposato questo a Camilla Mattia, altra distinta famiglia di Tolve. Il ramo si imparentò anche con i Baroni d’Erario e i Frisara.

  1. ^ Lorenzo Predome, La Basilicata (Lucania). Notizie geografiche, storiche, folcloristiche delle attività agricole della regione. Dedalo Litostampa, Bari, 1964.
  2. ^ Patrioti, p 445.
  3. ^ Patrioti, p 484 nota, Storia della Basilicata, p 385
  4. ^ Peter Nichols, Rosso Cardinale, Editori Riuniti 1983..
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