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Orazio Tedone

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Orazio Tedone

Orazio Tedone (Ruvo di Puglia, 10 marzo 1870Pisa, 18 aprile 1922[1]) è stato un fisico e matematico italiano.

Si interessò di teoria dell'elasticità ed elettromagnetismo e fu membro dell'Accademia dei Lincei.

Nato e cresciuto a Ruvo di Puglia, completò gli studi universitari a Napoli e si laureò in matematica alla Normale di Pisa nel 1892[2]. Inizialmente svolse il ruolo di assistente e poi divenne insegnante di meccanica razionale nello stesso ateneo[2]. Diventato docente all'Istituto Tecnico di Milano, ottenne la cattedra di meccanica razionale all'Università di Pavia[2].

Tra il 1893 e il 1896 Tedone si dedicò alla ricerca scientifica con lavori sull'idrodinamica e l'elasticità[2]. Nel 1899 l'Università di Genova gli affidò la cattedra di analisi superiore e statica grafica; nel 1902 fu poi assegnato alla cattedra di fisica matematica[2]. In questo periodo sposò Amalia Lojodice, dalla quale ebbe un figlio, Giuseppe, divenuto anch'egli poi docente universitario[2]. Nel 1911 divenne membro dell'Accademia Reale dei Lincei e nel 1921 ricevette una benemerenza[2]. Nel 1922 ottenne il trasferimento all'Università di Napoli e l'assegnazione alla cattedra di fisica matematica[2]. Tuttavia la sera del 17 aprile dello stesso anno fu trovato in pessime condizioni sui binari della stazione di Pisa, ferito gravemente[2]. Morì durante il trasporto in ospedale e le sue ultime parole furono: "Quando uno nasce sfortunato..."[2].

Suo figlio Giuseppe (Genova, 1911 – Roma, 1994) fu valente fisico-matematico, ordinario di meccanica razionale prima all'Accademia Aeronautica poi all'Università di Roma "La Sapienza".[3]

Attività scientifica

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Le opere più significative di Orazio Tedone riguardano la teoria matematica dell'elasticità e l'integrazione dell'equazione dell'elettromagnetismo di Maxwell-Hertz[2]. Nella dimostrazione di una formula sulla propagazione delle onde, fu il primo a servirsi di uno spazio a quattro dimensioni[4]. Inoltre, estese la formula di Kirchhoff alle vibrazioni più comuni che possono avvenire in un mezzo elastico, omogeneo e isotopo[4]. Si dedicò anche a problemi di statistica dei suddetti corpi e le sue formule erano famose per la semplicità[4]. Tedone cercò di risolvere i problemi relativi all'integrazione delle equazioni di Maxwell e ne ricavò l'applicazione nel campo dell'ottica elettromagnetica, riuscendo a esprimere in maniera semplice e suggestiva il vettore elettrico e il vettore magnetico[4].

  • Sul moto di un fluido contenuto in un involucro ellissoidico (1893).
  • Sulla linea elastica (1894).
  • Sulla integrazione dell'equazione (1898).
  • Sul sistema generale delle equazioni (1898).
  • Sulla teoria degli spazi a curvatura costante (1899).
  • Sull'equazione dell'elasticità in coordinate curvilinee (1899).
  • Sulle equazioni delle vibrazioni dei corpi elastici (1900).
  • Saggio di una teoria generale delle equazioni (1904).
  • Sull'equilibrio di una piastra elastica, isotopa, indefinita (1904).
  • Sui problemi di equilibrio elastico a due dimensioni (1905).
  • Un teorema dell'equazione dell'elasticità (1907).
  • Sui metodi della fisica matematica (1908).
  • Sul pendolo a sospensione elastica (1913).
  • Sui campi elettromagnetici (1915).
  • Sull'integrazione delle equazioni di Maxwell (1916).

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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