Fiat Mod. 14 tipo Aviazione
Fiat Mod. 14 tipo Aviazione | |
---|---|
La mitragliatrice con il raccoglibossoli | |
Tipo | mitragliatrice aeronautica |
Origine | Italia |
Impiego | |
Utilizzatori | Servizio Aeronautico |
Conflitti | Prima guerra mondiale |
Produzione | |
Progettista | Abiel Bethel Revelli di Beaumont |
Data progettazione | 1910 |
Costruttore | Società Metallurgica Bresciana |
Date di produzione | 1914-1920 |
Entrata in servizio | 1915 |
Ritiro dal servizio | 1945 |
Numero prodotto | 3 000 |
Descrizione | |
Peso | 14,5 kg |
Lunghezza | 1 200 mm |
Lunghezza canna | 645 mm |
Rigatura | elicoidale destrosa |
Calibro | 6,5 mm |
Munizioni | 6,5 × 52 mm |
Azionamento | massa battente con ritardo di apertura |
Cadenza di tiro | 450-500 colpi/min |
Velocità alla volata | 700 m/s |
Alimentazione | caricatore a cassetta da 50 colpi e "paravento" di protezione per il caricatore. |
Raffreddamento | ad aria |
Sviluppata da | Fiat-Revelli Mod. 1914 |
Cappellano, op. cit. pag. 87. | |
voci di armi da fuoco presenti su Wikipedia |
La Fiat Mod. 1914 tipo Aviazione era una mitragliatrice media per impiego aeronautico sviluppata dalla Fiat-Revelli Mod. 1914, adottata dal Corpo Aeronautico italiano durante la prima guerra mondiale.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La mitragliatrice deriva dalla Fiat-Revelli Mod. 1914, realizzata del capitano del Regio Esercito Abiel Bethel Revelli come evoluzione della Perino Mod. 1908. La Mod. 14 venne impiegata largamente nella Grande Guerra e nella cosiddetta riconquista della Libia, ed era ancora la mitragliatrice standard italiana durante la guerra di Spagna e quella d'Etiopia.
L'arma tipo Aviazione fu progettata per la Fiat da Abiel Bethel Revelli di Beaumont per l'impiego sugli aeromobili del Servizio Aeronautico del Regio Esercito e fu realizzata in circa 3 000 esemplari dalla Metallurgica Bresciana già Tempini (MBT)[1].
Essendo un'arma a chiusura labile era difficilmente sincronizzabile, quindi fu impiegata essenzialmente nei bombardieri in installazioni brandeggibili sia a prua che in fuga. Venne impiegata sui bombardieri Caproni Ca.32, Ca.33, Ca.40 e Ca.44 e sui diribili tipo M e P[2]. Fu installata invece fissa in caccia sugli idrovolanti ad elica spingente, come il Macchi L.2, M.3 e M.8, o sull'ala superiore di biplani, quali i SAML S.1, SAML S.2, SIA 7 e Pomilio PE[3]. L'arma si rivelò precisa ed affidabile, a patto di una costante lubrificazione delle munizioni. Nel 1917 la MBT propose un caricatore circolare da 250 colpi e nello stesso periodo la Fiat condusse esperimenti sull'alimentazione a nastro, ma entrambi gli sviluppi non ebbero seguito. Per aumentare la cadenza di tiro venne sperimentato un dispositivo acceleratore di tiro[4] e, più semplicemente, vennero testate installazioni binate: tale soluzione prevedeva l'installazione delle due armi ruotate di 45° sul loro asse maggiore, in modo da poter inserire i caricatori a cassetta dall'alto in basso contemporaneamente su entrambe le armi, con le conseguenti modifiche alle impugnature ed alle manette d'armamento[5].
Alla fine della Grande Guerra l'arma fu sostituita nel servizio aviatorio dalla mitragliatrice leggera Lewis, che disponeva di una munizione da 7,7 mm più potente e di un caricatore chiuso circolare più pratico. Molte andarono ad armare le tankette CV29 e CV33[5].
Tecnica
[modifica | modifica wikitesto]Quest'arma differiva dal modello standard essenzialmente per il sistema di raffreddamento e per quello di alimentazione. Il manicotto dell'acqua, che nella versione originale contiene l'acqua che ricircola da un bidone con pompa a mano, è sostituito da un manicotto traforato, in quanto alle quote e velocità degli aeromobili il flusso d'aria è sufficiente a raffreddare la canna. Il bocchettone di alimentazione è munito di un paravento ed accoglie un caricatore a cassetta da 100 colpi (20 scomparti da 5 colpi). Sul lato destro è applicata una sacca raccoglibossoli modello Reparto Artiglieria Aerea, che recuperava anche i caricatori esauriti. Sul lato sinistro del castello fu applicata una leva di blocco del carrello in apertura durante la fase di ricarica[6].
Le armi installate su supporti brandeggiabili erano dotate di correttori di velocità avversaria di tipo inglese ad anello, di modello "Le Prieur" e modello "Cacciatore". I correttori di velocità propria potevano essere ad ellisse, modello "Norman-Pattern" e modello "Le Prieur". L'arma ricorreva a munizioni 6,5 × 52 mm del tipo ordinario, perforanti, fumogene-traccianti, luminose, incendiarie BTS (Bontempelli-Tealdi-Suppo)[7]. Verso la fine della guerra vennero introdotte le munizioni perforanti incendiarie (PI), semiperforanti incendiarie (SPI), esplosivo perforante (EP), esplodente a tempo (DT: direzione tiro), luminoso incendiario (LI)[8].
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Filippo Cappellano, La mitragliatrice Fiat mod. 1914 da aviazione[1] Archiviato il 1º ottobre 2013 in Internet Archive..
- Nicola Pignato, Armi della fanteria italiana nella seconda guerra mondiale, 1978.
- Mitragliatrice automatica "Fiat", Metallurgica Bresciana già Tempini [2].