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Felice Andreis

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Felice Andreis (Torino, 21 giugno 1907Giuncarico, 7 marzo 2015) è stato un fotografo e chimico italiano.

Di antica famiglia nobile, agli inizi della prima guerra mondiale si trasferì dalla natìa Torino a Sanremo, dove frequentò le scuole fino alla terza ginnasio. Dopo la guerra, ritornato a Torino, terminò il liceo e si iscrisse alla facoltà di chimica, in cui si laureò nel 1929.[1] Successivamente frequentò il corso allievi ufficiali a Bra e, come sottotenente di artiglieria da campo, fu assegnato al V Reggimento a Venaria Reale.[1] Appassionato di fotografia sin dalla giovane età, nel 1932 prese parte alla quinta Esposizione di fotografia alpina del CAI di Torino.[2] Nel 1933 si trasferì in Maremma per condurre la tenuta di San Donato (1 800 ettari) che allora faceva parte delle "Aziende agricole maremmane", società torinese di cui era dirigente; ebbe inizio così il suo lungo rapporto con questa terra, che lo vide fotografo e documentatore di avvenimenti importanti, soprattutto legati alla civiltà rurale, alle bonifiche e al lavoro manuale.[1][2] Fu anche coinvolto egli stesso nelle operazioni di bonifica, realizzando la diga di Poggio Perotto (1934-1938) sul torrente Serra, che divenne uno dei suoi scatti fotografici ricorrenti.[2]

Nel 1939 si sposò con Angelica Barabesi, nipote del bibliografo Raffaello Barabesi, e si stabilì a Giannella, nel comune di Orbetello.[1] Qui frequentò le personalità di rilievo della zona, fra cui Guelfo Civinini, Corrado Alvaro, Giannalisa Gianzana con il marito Luigi Barzini, la famiglia Ponticelli, la famiglia Deram, la famiglia Vaccarino.[1] Al contempo, ebbe contatti frequenti con i Camera Club statunitensi, esponendo le sue fotografie negli Stati Uniti e nelle principali esposizioni europee.[2]

Scrive Giovanna Ginex che «Andreis sceglie i tagli e le inquadrature della fotografia artistica, secondo stilemi aggiornatissimi e internazionali che derivano dalla fotografia modernista di bauhaus passando per l'opera e le teorie fotografiche di Moholy-Nagy».[2] Quasi tutte le fotografie dei primi anni trenta erano scattate con obiettivo Voigtländer con lastre 6x9 e stampate presso lo studio Tirone di Torino.[2] Nel 1934 espose in Belgio al XIII Salon dell'Association belge de photographie et cinematographie di Bruxelles e al Salon international de photographie di Spa.[2] Molti dei suoi scatti vennero pubblicati regolarmente sulla testata dell'American Annual of Photography.[2]

Nel 1935 acquistò una Leica, iniziando a realizzare anche opere audiovisive, tra cui un documentario sulle bonifiche per l'Istituto Luce, presentato tre anni dopo all'Accademia dei Georgofili.[2]

Fino al 1948, esclusi gli intervalli della guerra, rimase in Maremma e poi si trasferì in Sudafrica dove aveva comprato una fattoria. Nella sua azienda piantò 20 000 ulivi e negli anni cinquanta vi installò un frantoio.[1] Nel 1975 lasciò il Sudafrica per tornare in Maremma, nella tenuta di Poggio Cavallino, tra Giuncarico e Ribolla.[1] Morì il 7 marzo 2015 all'età di centosette anni.[1]

Nella sua lunghissima e mai interrotta attività di fotoamatore, il barone Felice Andreis[3] ha accumulato moltissimo materiale di carattere fotografico, relativo sia all'ambito personale che professionale. Nell'archivio sono presenti circa 15 000 tra negativi e fotografie (lastre, diapositive, stampe) conservate in sette album e in scatole di cartone, alcuni fascicoli di documenti amministrativi relativi alla tenuta di San Donato; è presente anche un fondo librario. Tale materiale è attualmente custodito nella residenza di Poggio Cavallino; una parte dell'archivio andò perduto durante il secondo conflitto mondiale quando, a causa dei bombardamenti di Torino, sia la casa di corso Vittorio Emanuele che la villa in collina furono danneggiate. La documentazione più antica risale al 1916[3].

  1. ^ a b c d e f g h Andreis Felice, su Sistema informativo unificato per le soprintendenze archivistiche. URL consultato il 20 ottobre 2023.
  2. ^ a b c d e f g h i Crispolti, Mazzanti, Quattrocchi 2006, pp. 352-353.
  3. ^ a b Fondo Andreis Felice, su Sistema informativo unificato per le soprintendenze archivistiche. URL consultato il 6 luglio 2018.
  • Carlo Bonazza e Pietro Citati, Felice Andreis. Le fotografie della Maremma 1930-1939, Grosseto, Photoedizioni, 2003.
  • Enrico Crispolti, Anna Mazzanti e Luca Quattrocchi, Arte in Maremma nella prima metà del Novecento, Milano, Silvana Editoriale, 2006.
  • Edo Galli, Il tempo delle bonifiche. La Maremma, il barone, l'Africa. Felice Andreis documentarista, documentario, durata 15', 1996.
  • Claudio Longobardi, Il barone fotografo, documentario, durata 8’, 2008.

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