Federigo Meninni
Federico Meninni, o Federigo[1] (Gravina in Puglia, 14 giugno 1636[1] – Napoli, 1712[1]), è stato un medico e poeta italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nasce a Gravina in Puglia dai nobili Angelo e Ruffina Errico.[1]
Compiuti gli studi grammatici e umanistici, prosegue quelli giuridici con Antonio Martoro e filosofia con Giustiniano Maiorani, seguace del filone aristotelico. Successivamente abbandona la facoltà di giurisprudenza per intraprendere quella di medicina.
Morto il padre, nel 1654 si trasferisce a Napoli dove, raccomandato dal vescovo di Sarno Antonio Tura, è accolto da Antonio Riccio, medico e letterato. Due anni più tardi giunge la peste: il letterato Riccio soccombe, mentre il Meninni sopravvive.
Sulla vita privata si sa poco: sposa Caterina di Scio nel 1670 da cui ha tre figli. Fu seguace della filosofia medica di Aristotele e Galeno; segue Carlo Pignataro, un medico del Viceregno, e non frequenta l'accademia medica napoletana, ove altri personaggi importanti vi furono Cornelio, D'Andrea e Di Capua.
L'attacco alla chimica
[modifica | modifica wikitesto]Nel settembre 1663 viene pubblicato Discorso per difesa dell'arte chimica e de' professori di essa, senza autore e luogo di stampa. Si ritiene che possa averlo scritto uno dei tre medici dell'accademia, ma con maggiore certezza viene attribuito a Di Capua.
Per impedire la proibizione dell'insegnamento della chimica nell'accademia, Di Capua propone un'unione tra chimica e medicina, sottolineando l'importanza della prima che può essere utile in zone dove avvengono frequentemente epidemie, tra cui anche quella dell'agro napoletano.
Il Meninni, con lo pseudonimo di Moinero di Giarbo, fa pubblicare il Discorso nel quale si dimostra che i medicamenti spargirici sieno per lo più mal sicuri e pericolosi, e da non permettersi senza l'approbazione de' medici galenisti…,, dove lo attacca e ricalca la pericolosità stessa della chimica, definendola insolita, nuova e proibita, contro i precetti filosofici di Aristotele. Questo attacco viene ribadito due anni dopo, quando contesta le influenze dell'epidemia con probabile origine dai lini del lago di Agnano.
Sebastiano Bartoli ribadisce che la chimica non è pericolosa: per questo verrà anche attaccato dal Meninni nell'opera La morsa domatrice di Testa Libera nelle credenze di Agnano innocente (Napoli, 1665), che ha la sua risposta in Frantumi della morsa di un bruto medico maniscalco…, dove Bartoli lo attacca nuovamente, riaffermando la precedente presa di posizione.
Tuttavia, più tardi, cambia opinione e inizia a seguire i metodi moderni, stringendo amicizia con persone quali Juan Caramuel y Lobkowitz, ed entrando a far parte della Società degli Spensierati di Rossano.
Produzione letteraria e rapporti con la scuola napoletana
[modifica | modifica wikitesto]Opere
[modifica | modifica wikitesto]Molte delle opere del Meninni sono state pubblicate e stampate nella città di Napoli, mentre alcune edizioni sono state duplicate a Genova.[1] Alcuni dei suoi scritti sono rimasti inediti, o comunque, se pronti per la stampa, mai pubblicati.
- La fama (1658)
- Ragguagli festivi (1658)
- Discorso per difesa dell'arte chimica e de' professori di essa (settembre 1663)
- Discorso nel quale si dimostra che i medicamenti spargirici sieno per lo più mal sicuri e pericolosi, e da non permettersi senza l'approbazione de' medici galenisti… (1663)
- La morsa domatrice di Testa Libera nelle credenze di Agnano innocente (1665)
- Lodi varie d'illustrissimi ingegni italiani in diverse occasioni dirizzate all'autore (1666)
- Grillaia (1668)
- L'Uomo di tre lettere (1669)
- Poesie (opera precedente riveduta e ampliata)(1669)
- Poesie liriche (1669)
- Censura del poetar moderno (1672)
- Biblioteca Aprosiana (1672)
- Affetti caritativil (1674)
- Poesie (edizione veneziana)(1676)
- Ritratto del sonetto e della canzone (1677, con ristampo a Venezia nel 1678)
- Risposta a gli Affetti caritativi del petulante ludimagistro G. Battista (1679)
- Furti svelati nelle poesie meliche e negli epigrammi di G. Battista (1679)
- Ritratto de' componimenti giocosi e gioco serii (1680/1681)
- Miscellanea poetica (1687)
- Maraviglie poetiche e le poesie varie (1702)
- Della buona e della mala imitazione (1703, mai pubblicato)
- De sternutatione (1703, inedito)
- Vita di Aristide orator greco (1703, inedito)
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- N. Toppi, Biblioteca napoletana…, Napoli 1678, pp. 81, 315
- G. Gimma, Elogi accademici della Società degli Spensierati di Rossano, Napoli 1703, I, pp. 121–132, 352
- B. Croce, Nuovi saggi sulla letteratura italiana del '600, Bari 1931, pp. 334 s.
- M.H. Fisch, L'Accademia degli Investiganti (1953), in De homine, 1968, nn. 27-28, pp. 23, 34, 50
- G. Malcangi, La «Censura del poetar moderno» del duca delle Grottaglie, Roma 1956, pp. 17–21, 29 s.
- A. Quondam, Dal barocco all'Arcadia, in Storia di Napoli, VI, 2, Napoli 1970, pp. 818–820, 905-909
- M. Torrini, Un episodio della polemica tra «antichi» e «moderni»: la disputa sulla macerazione dei lini nel lago d'Agnano, in Bollettino del Centro di studi vichiani, V (1975), pp. 56 s.
- G. Parenti, Vicende napoletane del sonetto tra manierismo e marinismo, in Metrica, I (1978), pp. 238 s.
- G. Rizzo, Introduzione, in G. Battista, Opere, a cura di G. Rizzo, Galatina 1991, pp. 39 s., 52 s., 80
- E. Raimondi, Il petrarchismo nell'Italia meridionale, in Id., I sentieri del lettore, I, Bologna 1994, pp. 315–318
- G. Rizzo, Polemiche tardo-barocche a Napoli: G. Battista, G. Cicinelli e F. M., in Critica letteraria, XXIII (1995), pp. 88 s., 143-152
- R. D'Agostino, Impegno intellettuale e pratico della poesia in Onofrio Riccio, Napoli 2000, pp. 47 s.
- G. Fulco, La «maravigliosa» passione. Studi sul barocco tra letteratura e arte, Roma 2001, p. 74*A. Martini, Le nuove forme del canzoniere, in I capricci di Proteo. Percorsi e linguaggi del barocco. Atti del Convegno internazionale, Lecce… 2000, Roma 2002, pp. 200–202
- G. Rizzo, Ancora su una polemica tardo-secentesca a Napoli: Baldassarre Pisani tra F. M. e G. Battista, in Critica letteraria, XXX (2002), pp. 453–463
- C. Carminati, Petrarca nel «Ritratto del sonetto e della canzone» di F. M., in Petrarca in barocco: cantieri petrarchistici. Due seminari romani, a cura di A. Quondam, Roma 2004, pp. 289–312; E. Russo, Studi su Tasso e Marino, Roma-Padova 2005, pp. 81 s. n. 49
- C. Carminati, Giovan Battista Marino tra inquisizione e censura, Roma-Padova 2008, pp. 83–86.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina dedicata a Federico Meninni
- Wikiquote contiene citazioni di o su Federico Meninni
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Meninni, Federico, su sapere.it, De Agostini.
- Carlo Alberto Girotto, MENINNI, Federigo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 73, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2009.
- (EN) Opere di Federigo Meninni, su Open Library, Internet Archive.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 74092517 · ISNI (EN) 0000 0001 0916 1861 · SBN SBLV222555 · BAV 495/219292 · CERL cnp01380074 · LCCN (EN) nr99003976 · GND (DE) 128457589 · BNF (FR) cb14554559m (data) |
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