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Elizabeth Christitch

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Incisione su legno di Henri Thiriat basata su una fotografia di Abdullah Freres del 1889

Elizabeth Christitch, nota anche con lo pseudonimo di Ben Hurst (Contea di Limerick (Patrickswell), 1861Londra, 26 gennaio 1933), è stata una giornalista, scrittrice, poetessa, traduttrice e patriota irlandese naturalizzata serba.

Elizabeth O'Brien nacque a Patrickswell, Limerick, Irlanda, da John O'Brien di Lough Gur, nella Contea di Limerick.[1]

Fu educata nel convento delle Fedeli Compagne di Gesù e Maria a Bruff nella Contea di Limerick e nel convento delle Orsoline a Gravelines vicino a Dunkerque in Francia.

Dopo gli studi, divenne governante nella casa della nobile famiglia polacca degli Swinarski a Strzałkowo vicino a Poznan.

Sposò il colonnello Ljubomir N. Christitch (scritto anche Hristić) dell'Esercito Reale Serbo nella cattedrale di Poznan. Dopo aver contribuito a fondare la Società Cattolica del Suffragio Femminile nel 1911,[2] si stabilì nel suo paese d'origine e durante la Guerra dei Balcani nel 1913, lavorò come infermiera per i soldati serbi. Durante la prima guerra mondiale lavorò a Belgrado per la Croce Rossa.

La Christitch era una giornalista per il Tribune, per diversi quotidiani di Londra ed per il Chicago Tribune, oltre a contribuire con romanzi a vari periodici. Tradusse l'Inno Nazionale Serbo e fu questa versione a essere cantata in Gran Bretagna durante la guerra. La Christitch usava lo pseudonimo "Ben Hurst". Il suo romanzo più noto è stato The Pride of Garr (1925). Ha scritto sulla politica balcanica e internazionale, nonché sul suffragio femminile e sul Governo irlandese.

La Christitch era un membro originale del Comitato del Fondo di Soccorso Serbo. Lei e sua figlia Annie sono state prigioniere in Serbia per tre anni e mezzo. La Christitch ottenne la libertà grazie all'assistenza del Papa. Lei e suo marito hanno avuto tre figli. Il loro figlio era il generale Nikola Christitch dell'esercito reale jugoslavo e aiutante di campo di entrambi i re, Alessandro I di Jugoslavia e Pietro II di Jugoslavia, e le loro figlie erano la compagna patriota Annie Christitch e Janie Christitch che in seguito fu Madre Maria della Croce. Christitch ricevette una benedizione per il suo lavoro da papa Benedetto XV. Nel 1919, Elsabeth Christitch ottenne un'udienza papale in Vaticano da Benedetto XV, il capo della Chiesa cattolica, che si dice abbia detto "vorremmo vedere donne elettrici ovunque".[2] La Christitch morì a Londra il 26 gennaio 1933 in quanto debole di cuore.[3][4][5][6][7][8][9][10][11][12]

Premi e riconoscimenti

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  • Light and Shade in Albania, 1913
  • A word on woman suffrage
  • The Slovenes : A Small Nationality, 1918
  • The Slovenes and Their Leaders, 1918
  • Church conditions in Jugo-slavia, 1920
  • Reunion and fusion of the southern slavs, 1921
  • The Pride of Garr, 1925
  1. ^ (EN) Carbery, Mary, The Farm at Lough Gur, Londra, Longmans, Green, & Co., 1937.
  2. ^ a b (EN) Votes for Women! The Catholic Contribution - Diocese of Westminster, su rcdow.org.uk. URL consultato il 1º marzo 2020.
  3. ^ (EN) Annie and Elizabeth O'Brien Christitch Papers (PDF), su library.bc.edu, Boston College. URL consultato il 6 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 6 novembre 2019).
  4. ^ (EN) Catholic News Service - Newsfeeds 6 February 1933, su Catholic Research Resources Alliance, 6 febbraio 1933. URL consultato il 6 novembre 2019.
  5. ^ (EN) E. Michail, The British and the Balkans: Forming Images of Foreign Lands, 1900-1950, Bloomsbury Publishing, 2011, p. 153, ISBN 978-1-4411-7061-3. URL consultato il 6 novembre 2019.
  6. ^ (EN) T.M. McCarthy, Respectability and Reform: Irish American Women's Activism, 1880-1920, Irish Studies, Syracuse University Press, 2018, p. 209, ISBN 978-0-8156-5436-0. URL consultato il 6 novembre 2019.
  7. ^ (EN) W.M. Petrovitch, Serbia: Her People History and Aspirations, Cosimo, Incorporated, 2007, p. 15, ISBN 978-1-60206-941-1. URL consultato il 6 novembre 2019.
  8. ^ (EN) F.C. Burnand, The Catholic Who's who & Yearbook, v. 15, Burns & Oates., 1922. URL consultato il 6 novembre 2019.
  9. ^ (EN) The Central European Observer -Obituary, v. 11-12, Central European Observer, 1933. URL consultato il 6 novembre 2019.
  10. ^ (EN) Great Britain and the East -Obituary, 1933. URL consultato il 6 novembre 2019.
  11. ^ (EN) The Catholic Citizen, v. 27-36, 1941. URL consultato il 6 novembre 2019.
  12. ^ (EN) Bojan Aleksov, Strange Bedfellows: British Women and Serbs 1717-1945, in British-Serbian Relations from the 18th to the 21st Centuries, 3 agosto 2015. URL consultato il 6 novembre 2019.

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