Discussione:Il club dei 39
Citazioni fuori standard
[modifica wikitesto]Sposto qui citazioni presenti nella voce che vanno sicuramente accorciate, menzionate per parafrasi, forse spostate a 'quote?
Hitchcock racconta
"...Quello che mi piace del Club dei trentanove è l'estrema rapidità. Robert Donat (Richard Hannay) è venuto di sua spontanea volontà al commissariato per denunciare l'uomo dal dito tagliato e raccontare come è riuscito a sfuggire alla morte grazie alla Bibbia che ha fermato il proiettile; ma non viene creduto e gli infilano le manette; non sa come ne verrà fuori. La macchina da presa, in strada, inquadra Donat che salta dalla finestra, col vetro che si rompe in mille pezzi. Subito dopo egli incrocia una banda di musicisti dell'Esercito della Salvezza e si mescola ad essi. Poi entra in un vicolo cieco ed è bloccato in un corridoio."Dio sia lodato, il nostro oratore è arrivato" e lo spingono su un podio dove deve improvvisare un discorso elettorale. La ragazza che aveva baciato sul treno, e che l'aveva già denunciato una volta, sbuca con due tipi per portarlo in macchina al commissariato, ma questi sono falsi poliziotti e Donat, legato alla ragazza con le manette, riuscirà a fuggire con lei sfruttando un ingorgo causato da un gregge di pecore. Passeranno una notte insieme, all'albergo, sempre legati l'uno all'altro con le manette e così via... Ecco cosa c'è di stupendo, la rapidità dei passaggi. Bisogna lavorare molto per realizzarla, ma ne vale la pena. Bisogna utilizzare un'idea dietro l'altra, sacrificando tutto il resto alla rapidità."
- da François Truffaut, Il cinema secondo Hitchcock, Il Saggiatore,Milano 2002, pag.80-81.
Sequenze celebri
- L'incontro con Annabella Smith
"...non è il rigore logico della trama ad affascinare Hitchcock, semmai il contrario. Chi potrà convincerci della credibilità di una spia come Annabella che fa il suo ingresso in scena, svolge la semplice funzione di "spalla" per la presentazione dei protagonisti, primo fra tutti Mister Memory, e poi si toglie rapidamente dai piedi, a mezzo di un delitto che nessuno si perita di spiegarci? Eppure la sua funzione ci appare rigorosa e necessaria: profuma di mistero, di erotismo, di ambiguità il suo invito al bonaccione canadese di passare una notte (poi assolutamente casta) sotto lo stesso tetto. Anticipa il rapporto uomo-donna che farà ruotare intorno a sè tutta la storia con altre due epifanie femminili che sfaccettano -a dire il vero- un solo personaggio. Evoca l'idea di Mata Hari e quindi dell'icona spionistica per eccellenza." (Giorgio Gosetti,Alfred Hitchcock, Il Castoro Editore,Perugia 1996, pag.73)
- A casa del fattore: il benedicite
"...la scena come è nel film per la sua atmosfera fa molto pensare a Murnau, probabilmente per i volti, l'ambientazione, i personaggi, così legati alla terra e alla religione; è una scena piuttosto breve, tuttavia i personaggi riescono ad avere una personalità compiuta e di rilievo. La scena della preghiera è di notevole valore; mentre il marito recita pieno di fervore il benedicite, Robert Donat (Richard Hannay) vede la sua foto stampata sul giornale aperto sulla tavola; volge lo sguardo verso la donna, questa vede il giornale, poi la foto, e guarda a sua volta verso Donat; i loro sguardi si incrociano; Donat vede che ha capito che è ricercato; lei gli lancia uno sguardo severo al quale risponde con uno sguardo supplichevole e proprio in questo momento l'agricoltore, sorprendendo questo scambio di sguardi sospetta un inizio di complicità amorosa tra i due. Allora lascia la stanza per poterli spiare dalla finestra. E' una bellissima sequenza di cinema muto e i personaggi sono stupendi..."(François Truffaut,op.cit.,pag.78)
- Nella villa del professor Jordan: il riconoscimento
"...Allorchè il professor Jordan alza la mano e mostra allo stupefatto Hannay il segno distintivo del gran maestro dei Trentanove scalini, questo segno, in primo piano, ripetuto due volte, è un'indicazione inequivocabile quanto un paio di corna e di piedi biforcuti. L'idea è in sè molto bella e più profonda di quel che appare; il segno, infatti, è costituito da un'assenza, da qualcosa che manca: Jordan ha soltanto quattro dita. A questo punto non possiamo fare a meno di richiamare il paragone del professor Marrou che definiva la natura umana come "una spugna asciutta, dove i buchi sono l'immagine di Satana e la materia tutto quanto non gli appartiene:"" (Rohmer e Chabrol,op.cit.,pag.54)
- La sequenza delle manette
"...L'erotismo per Hitchcock non è rappresentazione di oggetti o situazioni erotiche già definite, ma rappresentazione di situazioni che sprigionino e suggeriscano delle emozioni. Così la descrizione della notte passata insieme nella camera matrimoniale da Pamela e Richard che, necessariamente, ai padroni dell'albergo hanno dovuto far credere di essere sposati, è ricchissima di una serie di gesti sospesi, di cose appena suggerite, che, nonostante l'ironia della rappresentazione, acquistano un oggettivo valore erotico. Basti pensare alla scena in cui Pamela, che ha deciso di dormire, cerca di sfilarsi le calze e alla mano di Richard, trattenuta dalle manette, che le sfiora ripetutamente le gambe, e alla scena successiva in cui si accingono a dormire distesi sullo stesso letto. Quando due personaggi, uomo o donna, condividono le stesse situazioni e percorrono insieme lo stesso itinerario, il finale li premia consentendo la loro unione."(GianPiero Brunetta,Il cinema di Hitchcock,Marsilio Editore, Venezia 1996, pag.79-80)
- La confessione di Mister Memory:
"...Pur conservando il famoso principio del dosaggio, pur conferendo al film l'aspetto e la forma di un perfetto feuilleton di spionaggio, il regista riesce ad esprimere un certo numero di idee che gli stanno a cuore. Di queste idee troveremo un altro esempio fra i più straordinari, nell'agonia di Mister Memory. In questa scena, infatti, Hitchcock mostra e insieme smonta il meccanismo della confessione. Memory è gravato di un imbarazzante segreto che lo tormenta -del tutto assurdo e ridicolo: una formula fisica incomprensibile; una volta recitata, quasi la vomitasse, prima di morire dice: "Mi sono liberato"" (Rohmer e Chabrol,op.cit.,pag.54)
I commenti dei critici
Rohmer e Chabrol:
- "...Senza alcun dubbio The Thirty Nine Steps è il film inglese più celebre di Hitchcock. E' lo stesso film che rese noto il suo nome in tutto il mondo e gli valse le prime proposte da parte di Hollywood. Le concessioni, contenute nel principio stesso del dosaggio, sono qui sublimate dalla perfezione del risultato. Il film ambizioso commerciale, questa è la trovata. In Ricco e strano, Hitchcock aveva messo molto di sè, più generosamente e, soprattutto, più ciecamente che in Il club dei trentanove; non stupisce dunque che lo preferisca a quest'ultimo, giacchè la sincerità è la sola scala di valore possibile per un autentico artista, Ciò non toglie che Il club dei trentanove risolva, per la prima volta e, se non per l'ultima, almeno per molto tempo, la quadratura del cerchio personale di Alfred Joseph Hitchcock."
- Rohmer e Chabrol, Hitchcock, Marsilio Editori, Venezia 1996, pag.55.