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Darkcore

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Darkcore
Origini stilisticheBreakbeat hardcore
musica industriale
jungle
Origini culturaliInghilterra, primi anni novanta
Strumenti tipiciSintetizzatore, tastiera, drum machine, sequencer, campionatore
PopolaritàMolto bassa

Per darkcore o darkside si intende un sottogenere musicale di breakbeat hardcore e jungle emerso nel Regno Unito tra la fine del 1992 e il 1993.[1] Il darkcore viene riconosciuto come uno dei diretti precursori del genere drum and bass e si caratterizza per le atmosfere cupe e minacciose in opposizione a quelle ludiche dell'happy hardcore, che costituisce anche esso un'evoluzione del breakbeat hardcore.

Caratteristiche

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Il darkcore è caratterizzato da breakbeat aggressivi, spesso sincopati, linee di basso a bassa frequenza e un pesante ritmo di 4/4. I brani sono generalmente compresi fra i 150 e i 167 battiti per minuto. Molte tracce sono caratterizzate da campionamenti cupi che comprendono voci distorte, suoni di sintetizzatore, colonne sonore di film horror,[2] o grida di aiuto che contribuiscono a creare sonorità confuse e sinistre. Con l'evolversi dello stile, i produttori iniziarono a sostituire le sonorità horror a effetti sonori come il riverbero, il delay, il pitch shift e, soprattutto, il timestretching, che viene spesso applicato ai campionamenti e ai breakbeat. Fra le prime uscite della stilistica si contano le prime produzioni di pionieri del genere drum and bass, fra cui i 4hero, Goldie,[3] Nasty Habits[4] e Q Project.[4]

  1. ^ (EN) Rumble In The Jungle: The Invisible History of Drum’n’Bass (PDF), su transformationsjournal.org. URL consultato il 7 gennaio 2018.
  2. ^ (EN) A short history of Drum and Bass, su globaldarkness.com. URL consultato il 7 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 23 febbraio 2019).
  3. ^ Christian Zingales, Electronica, Giunti, 2002, p. 58.
  4. ^ a b (EN) What is Jungle? – The History 1992 to 1996, su drumtrip.co.uk. URL consultato il 7 gennaio 2018.
  • Simon Reynolds, Energy Flash: Viaggio nella cultura rave, Arcana, 2010, capitolo 7.

Collegamenti esterni

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