Granito (sommergibile)
Granito | |
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Descrizione generale | |
Tipo | Sommergibile di piccola crociera |
Classe | Platino |
Proprietà | Regia Marina |
Cantiere | CRDA, Monfalcone |
Impostazione | 9 novembre 1940 |
Varo | 7 agosto 1941 |
Entrata in servizio | 3 gennaio 1942 |
Destino finale | affondato dal sommergibile HMS Saracen il 9 novembre 1942 |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento in immersione | 865 t |
Dislocamento in emersione | 712 t |
Lunghezza | fuori tutto 60,18 m |
Larghezza | 6,475 m |
Profondità operativa | 80 m |
Propulsione | 2 motori diesel Tosi da 1500 CV totali 2 motori elettrici Ansaldo da 800 CV totali |
Velocità in immersione | 7,5 nodi |
Velocità in emersione | 14 nodi |
Autonomia | in emersione: 2300 mn a 14 nodi o 5000 mn a 8,5 nodi in immersione: 7 mn alla velocità di 7 nodi o 80 mn a 3 nodi |
Equipaggio | 4 ufficiali, 40 sottufficiali e marinai |
Armamento | |
Armamento | [1]
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informazioni prese da [1] e [2] | |
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Il Granito è stato un sommergibile della Regia Marina.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Dopo l'ultimazione svolse l'addestramento a ritmi serrati per divenire operativo il prima possibile[2].
Il 6 agosto 1942 fu inviato ad est dell'isola La Galite al comando del tenente di vascello Leo Sposito, nell'ambito della Battaglia di mezzo agosto che si sarebbe di lì a poco sviluppata[2][3][4]. Il 12 agosto avvistò il convoglio britannico dell'operazione «Pedestal», diretto a Malta, ma non riuscì ad avvicinarsi a sufficienza per attaccare[5]. Il 14 agosto individuò in superficie un gruppo di unità nemiche (si trattava della scorta che rientrava alla base) e le attaccò con il lancio di cinque siluri, immergendosi subito dopo – dato che l'incrociatore leggero HMS Kenya lo aveva avvistato e stava dirigendo per speronarlo – e posandosi sul fondale per eludere l'eventuale caccia antisommergibile[2][3]. Fu avvertito un forte scoppio, ma non risultano danneggiamenti[2][3].
Nei primi giorni di novembre fu impiegato in una missione di trasporto di 22,4 tonnellate di munizioni in Libia: giunse a Tobruk il 5 novembre, effettuò la messa a terra del carico e fece quindi ritorno nella base di Augusta, ove arrivò tre giorni dopo[2].
L'8 novembre stesso lasciò Augusta per attraversare lo stretto di Messina e porsi in agguato a settentrione del litorale dell'Algeria: tuttavia comunicò per l'ultima volta con la base alle 10.15 del 9 novembre, dopo di che non se ne seppe più nulla[2][3].
Solo nel dopoguerra si apprese che era stato attaccato il 9 od il 14 novembre, al largo di Capo San Vito (Sicilia) dal sommergibile britannico HMS Saracen, con il lancio di tre siluri: colpito, il sommergibile italiano era affondato con tutto l'equipaggio in posizione 38°34' N e 12°09' E[2][3][6][7].
Con il Granito s'inabissarono il comandante Sposito, altri 4 ufficiali, 13 sottufficiali e 29 fra sottocapi e marinai[2][8].
Il sommergibile aveva svolto in tutto 4 missioni offensivo-esplorative e 4 di trasferimento, per complessive 3.839 miglia di navigazione in superficie e 348 miglia in immersione[2].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Da Navypedia.
- ^ a b c d e f g h i j Museo della Cantieristica Archiviato il 23 settembre 2015 in Internet Archive..
- ^ a b c d e Regio Sommergibile Alabastro Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive..
- ^ Giorgerini, p. 333.
- ^ Giorgerini, p. 336.
- ^ Allied Warships of WWII - Submarine HMS Saracen - uboat.net.
- ^ Giorgerini, p. 342 e ss.
- ^ Caduti.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, Mondadori, 2002, ISBN 978-88-04-50537-2.