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Giovanni Carbone

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Giovanni Carbone (noto anche come Il Carbone; Bargagli, 1724Genova, 19 maggio 1762) è stato un rivoluzionario italiano vissuto nella Repubblica di Genova.

Carbone iniziò la sua vita lavorativa come garzone e aiutante presso la locanda Del Falcone, gestita da Gian Giacomo Ghiglione. Partecipò alla rivolta di Genova, che portò alla cacciata degli Austriaci dalla città.[1]

La storia racconta che, il 10 dicembre, Giovanni recuperò le chiavi della Porta di San Tommaso, rimanendo ferito durante l'impresa. Successivamente, consegnò le chiavi al Doge dicendo:

“Signori, queste sono le chiavi che con tanta franchezza loro signori Serenissimi hanno dato ai nostri nemici; procurino in avvenire di meglio custodirle perché noi col nostro sangue recuperate le abbiamo.” [2][3]

Lapide commemorativa per Giovanni Carbone

Nel 1861 è stato inumato nella Basilica di Santa Maria delle Vigne, dove, all'entrata sulla destra si può trovare una lapide recanti queste parole:

"A Giovanni Carbone

che nel supremo pericolo in patria

infiammando gli animi dei cittadini

con l’esempio della sua virtù

rivendicata la Porta di San Tommaso,

restituite le chiavi al Senato

per la libertà

con coraggio e con forza combatté

la Repubblica decretava questa memoria

m. il 19 maggio 1762

dell’età sua 38°" [4]

  1. ^ Frederick C Schneid, Militarium: Fonti archivisti e bibliografia per la storia militare della Repubblica di Genova (1528-1797), della Repubblica Ligure (1797-1805) e della Liguria napoleonica (1805-1814) (review), in The Journal of Military History, vol. 72, n. 1, 2008-01, pp. 236–237, DOI:10.1353/jmh.2008.0005. URL consultato il 30 luglio 2024.
  2. ^ Comune di Bargagli, su www.comune.bargagli.ge.it. URL consultato il 30 luglio 2024.
  3. ^ ~ Miss Fletcher, Giovanni Carbone, il garzone che umiliò il Doge, su Dear Miss Fletcher, 6 ottobre 2011. URL consultato il 30 luglio 2024.
  4. ^ poeti SANTI scrittori AVVENTURIERI, su isegretideivicolidigenova.com. URL consultato il 30 luglio 2024.

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