Gino Campomizzi
Gino Campomizzi | |
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Nascita | Castel di Ieri, 1917 |
Morte | Ivanovka, 25 dicembre 1942 |
Cause della morte | Morto in combattimento |
Luogo di sepoltura | Corpo disperso |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Fanteria |
Specialità | Alpini |
Reparto | 9º Reggimento alpini |
Anni di servizio | 1938 - 1942 |
Grado | Soldato |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna italiana di Grecia Campagna italiana di Russia |
Battaglie | Seconda battaglia difensiva del Don |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959) [1] | |
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Gino Campomizzi (Castel di Ieri, 1917 – Ivanovka, 25 dicembre 1942) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Castel di Ieri, provincia dell'Aquila, nel 1917, figlio di Domenico e Maria Giangregorio.[2] Di professione agricoltore nel maggio 1938 e chiamato a prestare servizio militare di leva nel Regio Esercito, assegnato al battaglione alpini "L'Aquila" del 9º Reggimento alpini.[2] Nell'aprile del 1939 prese parte allo sbarco e all'occupazione dell'Albania. Trattenuto in servizio attivo e mobilitato con l'entrata in guerra del Regno d'Italia, il 10 giugno 1940, a partire dal 28 ottobre partecipò alle operazioni di guerra svoltesi sul fronte greco-albanese.[2] Rimpatriato con il reggimento nel maggio 1942, dopo soli due mesi, in agosto, partiva per l'Unione Sovietica al seguito della 3ª Divisione alpina "Julia" in forza all'ARMIR.[3]
Tra il 19 e il 25 dicembre 1942, nel pieno della seconda battaglia difensiva del Don, si trovava a Ivanovka.[3] Alle 8:30 del 25 dicembre, giorno di Natale, entrava nella cittadina forte una colonna sovietica, di consistenza superiore a un reggimento, che preceduta da alcuni carri armati muoveva in direzione di Kricnaja.[3] Caduta sotto il fuoco dell'artiglieria delle 385ª e 387ª Divisioni tedesche la colonna si arrestò e ritornò indietro.[3] Nel pomeriggio un reparto nemico forte di un centinaio di uomini tentò di arrivare a quota 205,6 ma la pronta reazione difensiva dei reparti italiani costrinse l'avversario a ripiegare lasciando sul terreno diversi morti.[3] L'aviazione nemica attaccò allora la postazione di quota 206,5, bombardando e mitragliando le retrovie, causando qualche ferito.[3] Quel giorno, mentre assolveva il suo compito di portaordini, allo scoperto e sotto il tiro nemico, cadde in combattimento.[3] Fu successivamente insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[4] Il gruppo alpini di Castel di Ieri è a lui intitolato così come una via della città de L'Aquila.[5]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Decreto del Capo Provvisorio dello Stato 31 dicembre 1947.[7]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare 1965, p.148.
- ^ a b c Combattenti Liberazione.
- ^ a b c d e f g Bianchi, Cattaneo 2011, p.348.
- ^ Bianchi, Cattaneo 2011, p.347.
- ^ Bianchi, Cattaneo 2011, p.349.
- ^ Quirinale - scheda - visto 23 marzo 2023
- ^ Registrato alla Corte dei conti lì 9 febbraio 1948, Esercito registro 8, foglio 308.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Andrea Bianchi e Mariolina Cattaneo, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro, Roma, Associazione Nazionale Alpini, 2011, ISBN 978-88-902153-1-5.
- Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 148.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Federico Bocchetti
- Anselmo Durigon
- Gioacchino Di Marzio
- Angelo Gabrieli
- Kruger Gavioli
- Enrico Rebeggiani
- Gustavo Roccella
- Giovanni Soncelli
- Gianni Tamanti
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Campomizzi, Gino, su Combattenti Liberazione. URL consultato il 31 marzo 2023.
- Campomizzi, Gino, su MOVM. URL consultato il 31 marzo 2023.
- 148268 - Lastre alle Medaglie al Valore agli Alpini Abruzzesi guerra 1940-45, su Pietre della Memoria. URL consultato il 31 marzo 2023.