Coordinate: 43°45′56.6″N 11°14′30.03″E

Giardino Torrigiani

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Giardino Torrigiani
L'emicilo con la statua di Pio Fedi
Ubicazione
StatoItalia (bandiera) Italia
LocalitàFirenze
Indirizzovia de' Serragli, via del Campuccio
Caratteristiche
TipoParco urbano
Gestoreprivato
Aperturasolo per eventi speciali
Mappa di localizzazione
Map

Il giardino Torrigiani si trova a Firenze tra via de' Serragli, via del Campuccio e il tratto di mura che costeggia il viale Francesco Petrarca. Si tratta di un grande parco con un palazzo chiamato Casino Torrigiani al Campuccio.

È una delle poche grandi aree verdi, ancora superstiti all'interno delle mura, in stato di conservazione ottimale e costituisce un esempio tipico dello stile romantico che contrassegnò i giardini all'inizio dell'Ottocento. Già nel XVI secolo esisteva una proprietà Torrigiani nella zona detta "il Campuccio". Alla fine del XVIII secolo, con l'estinzione della famiglia, l'eredità del cardinale Ludovico Maria Torriggiani passò al pronipote Pietro Guadagni che assunse allora il nome dello zio e nella piccola proprietà del Campuccio iniziò la costruzione del giardino. Fra il 1802 e il 1817 con successivi acquisti, il nuovo marchese Torrigiani ampliò la proprietà, che da via del Campuccio si estendeva fin a via dei Serragli, alle mura, all'attuale Piazza Tasso, raggiungendo una superficie di circa dieci ettari.

L'incarico di progettare il grandioso giardino fu dato a Luigi Cambray Digny (1813-1814), al quale subentrò il giovane Gaetano Baccani. Fu così realizzato un parco all'inglese, ricco di suggestioni legate al mondo dell'Arcadia e soprattutto alla simbologia della massoneria, della quale faceva parte il marchese Pietro Torrigiani.

La presenza delle mura della cinta arnolfiana servì a movimentare il progetto, il quale fu caratterizzato da una ricchezza di piccoli edifici, statue e particolarità botaniche tanto da meritare, poco dopo la sua creazione, di "una guida ad uso dei visitatori". La guida citava oltre trenta punti di interesse, fra i quali l'ipogeo, la grotta di Merlino, la giostra coperta, il giardino degli agrumi e dei fiori, la cavallerizza, l'arcadia, il romitorio, il gymnasium, la grande torre, l'uccelliera, la limonaia, il torrente col magnifico ponte.

Sempre alla fine dell'Ottocento, presso il grande prato del Giardino Torrigiani, si tenevano allenamenti e venivano disputati incontri privati di football ospitando esponenti dell'aristocrazia fiorentina e delle famiglie inglesi che si erano trasferite a Firenze nel XIX secolo. Proprio grazie a Pietro Torrigiani venne infatti fondato il Florence Football Club, la società calcistica più antica di Firenze, che ebbe nell'allora sindaco di Firenze, figura di spicco della politica fiorentina, il suo primo presidente. Oggi il giardino non è così ricco di opere d'arte, tuttavia l'ambiente è rimasto ben conservato ed è uno dei giardini all'inglese più significativi di Firenze.

Il Torrino fotografato dal viale Petrarca, al di là delle mura.

Anticamente si entrava da via dei Serragli e da lì iniziava il percorso simbolico, con una statua di Osiride, dio legato all'agricoltura, al mondo dei defunti ed alla resurrezione; la statua sorregge delle tavole che indicano ancora le norme del giardino, un curioso vestigio di quando il parco venne aperto al pubblico nel 1824. Mani scolpite su colonne indicano ancora oggi i percorsi da seguire. Alcune zone del parco erano destinate anche al pascolo di animali selvatici quali cervi e caprioli.

L'ingresso attuale su via del Campuccio, al numero 53, introduce in un ampio spazio segnato da una grande aiuola circolare quadripartita con, al centro, il grande gruppo classicheggiante, opera di Pio Fedi (l'autore del Ratto di Polissena della Loggia dei Lanzi), che rappresenta Seneca col giovane Pietro Torrigiani. Attorno si dispongono vari elementi scultorei, alcuni con ancora i sostegni in ferro originali per lanterne.

Poco lontano si trovava la grotta di Merlino, dove il personaggio leggendario doveva richiamare al visitatore il tema della forza interiore dell'uomo, che ciascuno può usare secondo la propria volontà. Le mura del giardino all'interno erano coperte da affreschi di scene campestre e finte architetture in rovina.

Percorrendo un sentiero sinuoso in lieve salita si trovano sulla destra il piccolo anfiteatro (di uso puramente simbolico e come momento di sosta, non adatto a rappresentazioni teatrali) e il gymnasium, un tempietto in stile arcadico dove ci si poteva cambiare dopo aver praticato giochi quale il pallone, il tiro con l'arco, con la pistola e con la carabina nell'antistante prato (oggi vi risiedono i giardinieri).

L'"ossario"

Di fianco al prato si trova un boschetto posto su una collinetta artificiale: l'oscurità della vegetazione introduceva alla seconda parte del percorso, legata al tema della notte e della morte. Si trova nel bosco un Romitorio ed alcune sculture simboliche: l'urna con il serpente e una civetta (quest'ultima opera risulta ormai dispersa). Altrettanto simbolico era poi l'ossario, una grotticina preceduta da un vialetto affiancato da erme in stile egizio, fino a giungere, dopo aver costeggiato le mura trecentesche, alla base della torre, dove, sotto una collinetta, esiste un vano che simboleggiava un forno crematorio: da lì le "ceneri" simboliche dell'individuo ascendevano tramite la torre ad uno stato di conoscenza più alto ed a una sorta di resurrezione.

Il Torrino del Giardino Torrigiani

La torre quindi, aveva vari valori sia pratici che simbolici.

Fu costruita dal Baccani nel 1824 per un'altezza di circa quaranta metri[1], ma il fatto di trovarsi su una collinetta artificiale ne aumenta l'impatto visivo.

La torre allude innanzitutto ai Torrigiani, che nello stemma avevano proprio un torrino sormontato da tre stelle. Inoltre i suoi tre livelli alludono ai tre gradi del processo di iniziazione dal mondo profano a quello iniziatico della massoneria. La forma dei piani ricorda opere antiche, come il faro di Alessandria, e pure richiama il tema della conoscenza: dalla base squadrata, si passa al livello ottagonale, che prelude alla sommità cilindrica, dove il cerchio simboleggia la perfezione della conoscenza divina.

Nella pratica era adibita a "specola" astronomica e nei suoi piani erano ospitate una biblioteca, una raccolta di strumenti astronomici, di armi, e sulla sommità una terrazza scoperta per l'osservazione del cielo.

Corredo scultoreo

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Tra le sculture presenti nel giardino si ricordano l'opera barocca del Baratta, il gruppo marmoreo "di greco scalpello" raffigurante un Toro abbattuto da un leone, la statua di Osiride adiacente all'ingresso di via de' Serragli, la colonna marmorea dedicata al grande botanico Pier Antonio Micheli che in questa località lavorò assiduamente nei primi del '700, le statue di Giano e di Esculapio.

Essenze arboree e vegetali

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Il parterre circolare con la statua di Pio Fedi

La storia di questo giardino è importante non solo da un punto di vista architettonico, ma anche da quello botanico, testimoniato dalla presenza di vecchie e nuove serre, limonaie, tepidari, oltre ad un gran numero di piante.

Nel 1839 venne redatto da A. Pucci un inventario delle essenze in cui risultava che erano presenti 5.500 piante in vaso (ananas, camelie, rododendri, agrumi, ecc.) e oltre 13.000 piante in terra tra cui alberi da frutto, magnolie, pini e cipressi.

  1. ^ (80 braccia fiorentine dall'apice al terreno). Giampaolo Trotta: "Da Borgo Medievale a Piazza" Assessorato alla Cultura ed Assessorato al Decentramento del Comune di Firenze. Pag. 121. Messaggerie Toscane, Firenze, 1990
  • Toscana Esclusiva XII edizione, Associazione Dimore Storiche Italiane 2007.

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