Beng Mealea
Beng Mealea Prasat Beng Mealea | |
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Beng Mealea | |
Civiltà | Impero Khmer |
Utilizzo | Tempio |
Stile | Impero Khmer |
Localizzazione | |
Stato | Cambogia |
Comune | Angkor |
Dimensioni | |
Superficie | 27,512 m² 896,875 m² |
Amministrazione | |
Patrimonio | Candidato alla lista dei patrimoni dell'umanità |
Mappa di localizzazione | |
Beng Mealea (in lingua khmer:ប្រាសាទបឹងមាលា, Prasat Beng Mealea) è un tempio nello stesso stile di Angkor Wat, che si trova 40 km in linea d'aria ad est del gruppo principale di Angkor, in Cambogia.
Il tempio
[modifica | modifica wikitesto]Il suo nome attuale significa "stagno del loto"[1]. Si trova sull'antica strada reale che conduceva al Preah Khan Kompong Svay, attualmente percorribile solo con moltà difficoltà da esperti[2]. Dista un'ottantina di km di strada da Siem Reap e il suo raggiungimento è stato facilitato dalla risistemazione delle strade a partire dal 2005, a seguito di un'iniziativa privata volta allo sfruttamento turistico del complesso di Koh Ker[3].
Beng Mealea è un tempio induista dedicato a Visnù, ma vi si trovano scolpiti anche alcuni motivi buddisti[1]. Non se ne conosce la storia, ma dallo stile architettonico e scultoreo identico a quello di Angkor Wat gli studiosi hanno attribuito la sua costruzione al regno di Suryavarman II, nella prima metà del XII secolo. Le dimensioni del complesso sono molto inferiori a quelle di Angkor Wat: la galleria che costituisce la recinzione più esterna misura 181m per 152m[4], il che lo situa comunque tra i maggiori templi angkoriani. Si trovava inoltre al centro di una città racchiusa da un fossato di ben 1025 m per 875 m, ampio 45 metri.
Il materiale principalmente usato è l'arenaria. Beng Mealea dista circa 7 km in linea d'aria da Phnom Kulen, dove si trovavano le cave d'arenaria utilizzate per la costruzione di Ankgor, ed è probabile che vi transitassero i materiali da costruzione, trasportati per vie d'acqua canalizzate all'uopo[1]. Attualmente il tempio è in pessimo stato di conservazione, non essendo stato sottoposto a restauri estesi né ripulito dalla vegetazione, ma questo garantisce qualche emozione in più nella visita. Già dalla sua scoperta, la qualità delle decorazioni e dell'architettura hanno attirato l'attenzione degli studiosi francesi, che gli hanno dedicato diversi studi[5][6][7].
Beng Mealea è orientato ad est, ma ha entrate in corrispondenza di tutti e quattro i punti cardinali ed attualmente si approccia dal lato sud, che tra l'altro presenta costruzioni aggiuntive tra il recinto più esterno e quello mediano. Il progetto del complesso è costituito di base da tre gallerie concentriche, unite da chiostri cruciformi, come nell'Angkor Wat, ma a differenza di questo ha un solo livello, non presenta cioè i livelli sovrapposti caratteristici dei templi-montagna.
Edifici secondari, noti come "biblioteche", giacciono ad entrambi i lati della strada sopraelevata principale che lo attraversa da est a ovest, ornata ai lati da balaustrate nagā. Architravi e frontoni riportano raffigurazioni di scene della mitologia induista, come l'agitazione dell'Oceano di Latte e il sorgere di Visnù dall'uccello divino Garuḍa.
Status UNESCO
[modifica | modifica wikitesto]Il sito è stato proposto come candidato alla lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO il 1º settembre 1992, nella categoria culturale[8].
Galleria d'immagini
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Una delle biblioteche rialzate nel recinto esterno.
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Beng Mealea presenta frontoni scolpiti di ottima fattura.
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Porta cieca, architrave e frontone nello stile Angkor Wat.
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Il magnifico nāga a cinque teste con cui terminano le balaustrate delle terrazze cruciformi.
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La vegetazione è la signora del luogo, per il momento.
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Architrave caduto a terra che rappresenta l'agitazione dell'oceano di latte.
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Nāga
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Baniano e rovine.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Freeman & Jacques, 2006, pp.220-223.
- ^ Ray, Nick. Cambogia. Lonely Planet. 2006 (5ª ed.italiana)
- ^ (EN) Ancient capital of Koh Ker [collegamento interrotto] (abstract), in The Phnom Penh Post, 16 ottobre 2008. URL consultato il 18 ottobre 2009.
- ^ Rooney, 2005, pp.255-258.
- ^ (FR) Jean de Mecquenem, Les bâtiments annexes de Bĕn Mãlã, in BEFEO, vol. 13, 1913, pp. 1-22, ISSN 0336-1519 .
- ^ (FR) George Coedès, Note sur l'iconographie de Bĕn Mãlã, in BEFEO, vol. 13, 1913, pp. 23-28, ISSN 0336-1519 .
- ^ (FR) Jean Boisselier, Bĕn Mãlã et la chronologie des monuments du style d'Ankor Vat, in BEFEO, vol. 46, 1952, pp. 187-226, ISSN 0336-1519 .
- ^ Ensemble de Beng Mealea - UNESCO World Heritage Centre
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) (EN) Michael Freeman, Jacques, Claude, Ancient Angkor, River Books, 2006, ISBN 974-8225-27-5.
- (EN) Dawn F. Rooney, Angkor: Cambodia's wondrous khmer temples, 5ª ed., Odissey, 2005, ISBN 978-962-217-727-7.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Beng Mealea
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) A Pilgrimage to Beng Mealea di Willard Van De Bogart
- (EN) Beng Mealea re-visited dal sito di Andy Brouwer
- (EN) da Beng Mealea lungo la strada reale per Preah Khan Kompong Svay resoconto con foto del percorso fino al ponte Spean Ta Ong