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Albero di Jesse

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L'albero di Jesse in una miniatura del XII secolo.
Un pannello dell'Armadio degli Argenti raffigurante la Genealogia di Gesù.

L'albero di Jesse (o Iesse) è un motivo frequente nell'arte cristiana tra l'XI e il XV secolo: rappresenta una schematizzazione dell'albero genealogico di Gesù a partire da Jesse, padre del re Davide, il quale è di particolare importanza nelle tre religioni abramitiche, l'ebraismo, il cristianesimo e l'islam.

Il tema iconografico trae spunto da un famoso annuncio messianico contenuto nel capitolo 11 del libro del profeta Isaia (11,1.10[1])[2] da cui ha origine il suo nome greco[3]. Gli artisti combinarono la frase con la genealogia di Gesù come appare nel vangelo secondo Matteo[4] o secondo il Vangelo di Luca (3, 23-38)[5], genealogie che tuttavia presentano vistose differenze.

La più antica rappresentazione conosciuta dell'albero di Jesse è datata 1086, e compare nel Codice Vissegradesi, vangelo dell'incoronazione di Vratislao II di Boemia[6].

L'Albero di Jesse nel Rijksmuseum di Amsterdam

Jesse viene solitamente rappresentato coricato, semi-coricato o nell'iconografia meno antica seduto[7][8]. Nell'arte romanica, solitamente, egli è rappresentato coricato all'aperto mentre in quella gotica appare più spesso dentro ad un letto riccamente adornato, come nelle vetrate della chiesa di Saint-Étienne a Beauvais che datano al 1520.

Spesso Jesse appare addormentato, la testa appoggiata su una mano. Questa posizione è, a volte, associata ad un sogno profetico concernente la discendenza del dormiente. Dal suo fianco o dal suo ventre o anche dal dorso[8] o più raramente dalla sua bocca, s'innalza un albero i cui rami sorreggono gli antenati di Gesù, in particolare Davide riconoscibile per la sua arpa, fino a Maria. Le vetrate della cattedrale di Chartres rappresentano, dal basso in alto Davide, Salomone, Roboamo, Abias ed infine Maria. Ogni artista, a seconda del testo che ha utilizzato, del proprio gusto e dello spazio che ha a disposizione, aggiunge altri personaggi dell'Antico Testamento, spesso i profeti che gli esegeti del Medioevo pensavano avessero annunciato la venuta di Cristo (sono quattordici sulle vetrate di Chartres). Alla sommità si trova Gesù, a volte in croce, a volte bambino, sulle ginocchia della madre.

Nel XIII secolo, l'albero si sviluppa verticalmente, ed è solo nel XV che comincia a ramificarsi lateralmente[7]. Ancora presente nell'iconografia cristiana del XV sec., il motivo declina nel XVI per scomparire con la Controriforma[7].

Esistono naturalmente anche altre forme di rappresentazione della genealogia di Gesù, che non utilizzano l'albero di Jesse, il più famoso è quello dipinto nelle lunette della Cappella Sistina da Michelangelo tratto dal Vangelo secondo Matteo[9].

In pittura è da ricordare l'albero di Jesse dipinto nel Duomo di Monza. Non sono molte le rappresentazioni in scultura; da menzionare quelle della facciata del Duomo di Orvieto, di un portale del Battistero di Parma (portale della Vergine), del timpano del portale centrale (Portale di nostra Signora) della Cattedrale di Rouen nonché la scultura presente nel "Portico de la Gloria" del Santuario di Santiago di Compostela.

L'albero di Jesse è stato un motivo popolare in tutte le arti: si trovano esempi nei manoscritti miniati, le stampe, le vetrate, la scultura monumentale, gli affreschi, le tappezzerie o nei ricami[7].

Salterio di Scherenberg, Strasburgo, c. 1260

Il motivo appare in parecchie bibbie romane, ad esempio nella Bibbia di Lambeth, sotto forma di una B maiuscola decorata all'inizio del Libro di Isaia o del vangelo di Matteo. La bibbia di San Benigno, del XII secolo, una delle più antiche che ci sono pervenute, mostra Jesse e le sette colombe rappresentanti i sette doni dello Spirito Santo[10]. La bibbia dei Cappuccini (ultimo quarto del XII sec.) conservata nella Biblioteca nazionale di Francia ne è un altro esempio, l'albero di Jessi decora la L maiuscula del Liber generationis nel vangelo di Matteo[11].

Poiché il re Davide era considerato l'autore dei Salmi, i salteri erano sovente illustrati con un albero di Jesse, soprattutto i manoscritti inglesi, dove l'albero di Jesse s'arrotola attorno alla B maiuscola del testo latino Beatus Vir all'inizio del primo salmo. Uno dei primi esempi è il salterio di Huntingfield, della fine del XII secolo. La British Library possiede un bellissimo salterio del XIV sec., detto di Gorleston. In questi due esemplari Jesse è allungato ai piedi della lettera B. Si potrebbero citare ancora il salterio di Macclesfield (Fitzmuseum, Cambridge) ed il Salterio e le Ore del duca di Bedford[12].

Alcuni manoscritti consacrano una pagina intera al motivo, aggiungendovi personaggi, per esempio la sacerdotessa di Apollo Sibilla Cumana del salterio d'Ingeburg (inizio del XII sec.). Presso Colonia, in un lezionario di prima del 1164 si descrive un Jesse insolito, morto in una tomba o bara, da cui l'albero cresce[13].

Una prestigiosa rappresentazione dell'Albero di Jesse si trova nella cappella Roano (voluta dall'Arcivescovo Giovanni Roano), detta cappella del Crocifisso, sita all'interno del Duomo di Monreale in Sicilia.

L'albero di Jesse, contaminato dalla popolarità del tema della parentela santa si modifica fino a diventare, a partire dal X secolo, il modello da cui deriveranno le successive rappresentazioni degli alberi genealogici[14] e in particolare per sintetizzare figurativamente la genealogia delle famiglie reali[15].

Per Tilde Giani Gallino l'albero di Jesse dell'abbazia di Saint-Denis rappresenta, dissimulato, un fallo di dimensioni sproporzionate. Questa rappresentazione è risultato dell'inconscia compensazione del suo ideatore, l'abate Sugerio, che — sfavorito dalla natura, causa imbecille corpusculum — proiettò, tramite quello che per lui era simbolo di forza e autorità, la sua «volontà di potenza».[16][17]

L'immagine dell'albero che nasce direttamente dal fianco di Jesse, affermatasi nei secoli XI-XII, ha una sconcertante analogia con la scena in cui si vede Brahmā seduto su un loto che esce dal ventre di Visnù, secondo i testi sacri Veda. Nell'arte romanica i personaggi sono collocati direttamente sui rami e non nei calici dei fiori come avverrà dopo un paio di secoli, analogamente a quanto rappresentato nelle sculture buddhiste in Birmania, Cambogia, Cina ed altre parti dell'Estremo Oriente. Queste immagini si ritrovano a Worms, Issoudun (cappella dell'Ospedale), Rouen (cattedrale), Sens (cattedrale).[18]

  1. ^ Is 11,1.10, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  2. ^ Definizione dell'albero di Jesse su Treccani
  3. ^ Edouard Urech, Dizionario dei simboli cristiani, Edizioni Arkeios, 1995, p. 271.
  4. ^ Matteo (1, 1): Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esròm, Esròm generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmòn, Salmòn generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Jesse, Jesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asàf, Asàf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, 11 Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabèle, Zorobabèle generò Abiùd, Abiùd generò Elìacim, Elìacim generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo.
  5. ^ Luca (3, 23-38): Gesù, quando cominciò ad insegnare, avea circa trent'anni; figliuolo, com'era creduto, di Giuseppe, figliuolo di Eli; figliuol di Mattat, figliuol di Levi, figliuol di Melchi, figliuol di Ianna, figliuol di Giuseppe, figliuol di Mattatia, figliuol di Amos, figliuol di Naum, figliuol di Esli, figliuol di Nagghe, figliuol di Maat, figliuol di Mattatia, figliuol di Semei, figliuol di Giuseppe, figliuol di Giuda, figliuol di Ioanna, figliuol di Resa, figliuol di Zorobabel, figliuol di Sealtiel, figliuol di Neri, figliuol di Melchi, figliuol di Addi, figlio di Cosam, figliuol di Elmodam, figliuol di Er, figliuol di Iose, figliuol di Eliezer, figliuol di Iorim, figliuol di Mattat, figliuol di Levi, figliuol di Simeone, figliuol di Giuda, figliuol di Giuseppe, figliuol di Ionan, figliuol di Eliachim, figliuol di Melea, figliuol di Mena, figliuol di Mattata, figliuol di Natan, figliuol di Davide, figliuol di Iesse, figliuol di Obed, figliuol di Booz, figliuol di Salmon, figliuol di Naasson, figliuol di Aminadab, figliuol di Aram, figliuol di Esrom, figliuol di Fares, figliuol di Giuda, figliuol di Giacobbe, figliuol d'Isacco, figliuol d'Abrahamo, figliuol di Tara, figliuol di Nahor, figliuol di Saruc, figliuol di Ragau, figliuol di Faleg, figliuol di Eber, figliuol di Sala, figliuol di Arfacsad, figliuol di Sem, figliuol di Noè, figliuol di Lamec, figliuol di Matusala, figliuol di Enoc, figliuol di Iared, figliuol di Maleleel, figliuol di Cainan, figliuol di Enos, figliuol di Set, figliuol di Adamo, che fu di Dio.
  6. ^ Williams, Jean Anne Hayes, The Earliest Dated Tree of Jesse Image: Thematically Reconsidered, Athanor, XVIII(2000): 17-23. Athanor è una rivista edita da FSU Museum of Fine Arts Press (EN) Copia archiviata (PDF), su fsu.edu. URL consultato il 23 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2007).
  7. ^ a b c d (FR) Séverine Lepape, Étude iconographique de l'Arbre de Jessé en France du Nord du XIVe au XVIIe sicle, 2004, tesi sostenuta all'École nationale des chartes.
  8. ^ a b Jesse, miniatura del XV sec., Paris, Arsenal, manuscrit 416 f° 7 ici
  9. ^ Pierluigi De Vecchi, La Cappella Sistina, Rizzoli, Milano 1999. ISBN 88-17-25003-1
  10. ^ Biblioteca di Dijon, Ms 12-15
  11. ^ BnF, Paris Ms. lat 16746, f 7v
  12. ^ British Library Ms Add 42131
  13. ^ (EN) G. Schiller, Iconography of Christian Art, Vol. I, 1971 (in lingua inglese tradotto dal tedesco), Lund Humphries, London, pp. 15-22 & figs 17-42, ISBN 0-85331-270-2
  14. ^ (FR) Arbre et famille, Bibliothèque nationale
  15. ^ (FR) Paris, BnF, Département des manuscrits, Français 5750 f° 45.
  16. ^ Tilde Giani Gallino
  17. ^ (ES) Angelo Valastro Canale, TILDE GIANI GALLINO, L’albero di Jesse. L’immaginario collettivo medievale e la sessualità dissimulata. (PDF), in Estudios Eclesiásticos. Revista De investigación E información teológica Y canónica, vol. 75, n. 292, Madrid, università pontificia Comilla, 2000, pp. 166-167, ISSN 0210-1610 (WC · ACNP). URL consultato il 25/05/2020.
  18. ^ Baltrušaitis, Medioevo fantastico, pag. 200-201, Oscar Studio Mondadori, Milano, 1982.

Bibliografia principale:

  • Tilde Giani Gallino, L'Albero di Jesse: l'immaginario collettivo medievale e la sessualità dissimulata, Bollati Boringhieri, 1996, ISBN 88-339-0979-4.
  • Graziano Gianinazzi, L'albero di Jesse: genealogia biblica, Tip. Menghini, 2006.
  • A. Nava, L'Albero di Iesse nella cattedrale d'Orvieto e la pittura bizantina, RINASA 5, 1936, pp. 363-374.
  • Pier Francesco Fumagalli, Roma e Gerusalemme, Edizioni Mondadori, 2010, ISBN 88-520-1154-4.
  • (EN) Dean Meador Lambert, The Advent Jesse Tree, Abingdon Press, 2010, ISBN 1-4267-1210-3.
  • (EN) Raymond Anderson e Georgene Anderson, The Jesse Tree: Stories and Symbols of Advent, Augsburg Fortress Publishers, 1990, ISBN 0-8066-2524-4.
  • (FR) Étienne Madranges, L'Arbre de Jessé, de la Racine à l'Esprit, Molière, 2007, ISBN 978-2-84575-294-8.
  • (FR) Jules Corblet e C. Blériot, Étude iconographique sur l'arbre de Jessé, 1860, p. 39.
  • (IT) Cecilia Gatto Trocchi, Enciclopedia illustrata dei simboli pp. 24 e 25. Gremese Editore, 2004. ISBN 8884403251
  • (IT) Lucinia Speciale, Un'arte orientata. Riforma gregoriana e iconografia. pp. 38, 42, 46, 58, 68, 70-72, 330. Editoriale Jaca Book, 2001. ISBN 8816405465
  • (IT) Paolo Piazzesi, Franca Fiorentino Piazzes: Dizionario dei simboli cristiani. Edizioni Arkeios, 1995. SBN 888649503X
  • (IT) Giorgio Schianchi, Il Battistero di Parma: iconografia, iconologia, fonti letterarie Editore: Vita e Pensiero, 1999. ISBN 8834336844
  • (IT) Danila Bertasio, Studi di sociologia dell'arte: l'esperienza estetica fra rappresentazione e generazione di artificiale. pp. 126, 127. FrancoAngeli, 1996. ISBN 8820495945
  • (EN) Robert Louis Benson, Giles Constable, Carol Dana Lanham, Renaissance and Renewal in the Twelfth Century, University of Toronto Press, 1 gen 1991 - 781 pagine.
  • (EN) Michael Lieb, Emma Mason, Jonathan Roberts, The Oxford Handbook of the Reception History of the Bible, Oxford University Press, 10/gen/2013 - 744 pagine
  • (EN) Elizabeth Netto Calil Zarur, Charles Muir Lovell, Art and Faith in Mexico: the Nineteenth-century Retablo Tradition, UNM Press, 2001 - 359 pagine.
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  • (FR) Émile Mâle, L'Art religieux du s.XIIe en France: Étude sur les origines de l'iconographie du Moyen âge, ISBN 2-200-01718-9, ed. Armand Colin, 1998.
  • (FR) Gaston Duchet-Suchaux, Michel Pastoureau, La Bible et les saints: Guide iconographique Flammarion, 1990, ISBN 2-08-011725-4.

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