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Ancona nell'arte

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Voce principale: Ancona.
Jakob Philipp Hackert, Veduta del porto di Ancona, con l'Arco di Traiano e la Lanterna (1777).

La città di Ancona è stata nel corso dei secoli oggetto di attenzione da parte di pittori, registi, scrittori, poeti; per alcuni è stata fonte di ispirazione, mentre altri l'hanno scelta come sfondo per le proprie opere. Si riportano qui gli episodi più significativi di questo fenomeno.

Ancona nella pittura e nella scultura

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Partenza di Traiano per la Seconda Guerra Dacica (Colonna Traiana)

Le opere che rappresentano vedute di Ancona o di suoi luoghi e monumenti sono elencate nelle sezioni sottostanti, ciascuna dedicata ad un'epoca artistica[1].

In queste sezioni, le opere di artisti locali sono presenti solo se essi sono di notorietà almeno nazionale; le opere di artisti noti solo a livello locale sono invece elencate più avanti, nella sezione "Opere di artisti locali".

È possibile identificare tutti gli elementi presenti: il tempio posto sulla cima della collina è il tempio di Venere, noto attraverso Catullo e Giovenale, i cui resti sono visibili al di sotto dell'attuale duomo; il tempio colpito dalle onde è il tempio di Diomede, noto attraverso Scilace[2]; del colonnato è stato ritrovato un tratto nei pressi del Museo Archeologico Nazionale ed è stato interpretato come recinzione del foro cittadino, che si affacciava sul mare con una terrazza; il molo e l'Arco di Traiano sono ancora ottimamente conservati nel porto attuale di Ancona; dell'edificio ad archi sono stati recentemente ritrovati i resti, interpretati come parte dei cantieri navali di età traianea[3][4][5].

Rinascimento e Manierismo

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Giovanni Bellini, Vittore Belliniano e Lorenzo Lotto, Martirio di San Marco (1526, Scuola Grande di San Marco, Venezia); particolare con il Duomo (con la mezzaluna sulla sommità della cupola) e il colle Guasco

Galleria di opere rinascimentali e manieriste

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Barocco, Neoclassicismo, Romanticismo

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Arco trionfale, del Domenichino (1607-1610), riproducente l'Arco di Traiano di Ancona con l'iscrizione modificata

Galleria di opere barocche, neoclassiche e romantiche

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Opere di artisti locali

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Nel XVIII secolo, il pittore cremasco Giuseppe Pallavicini, naturalizzato anconitano, con l'aiuto del figlio Filippo decorò i soffitti delle sale interne dal Palazzo Benincasa con vedute di Ancona, che testimoniano l'aspetto della città e la vita quotidiana del popolo e della nobiltà nel Settecento[28].

Nella seconda metà del XIX secolo, alcuni pittori paesaggisti hanno lasciato diverse vedute della città, ora conservate alla Pinacoteca Podesti e al Museo della Città. In particolare si ricordano[29]:

  • Filippo Boni, Veduta notturna del molo di Ancona con l'Arco di Traiano (1850-1887)[30]
  • Filippo Boni, Entrata di Vittorio Emanuele II ad Ancona[31], derivante da una composizione di Francesco Hayez, dalla quale era stata ricavata anche una cartolina[32]
  • Filippo Boni, La Lanterna dopo lo scoppio della polveriera[33]
  • Filippo Boni, Veduta del molo nord[34]
  • Barnaba Mariotti, Veduta dalla collina di Posatora[35]
  • Barnaba Mariotti, Veduta del porto di Ancona[36]
  • Barnaba Mariotti, Veduta dell'arsenale con l'Arco di Traiano[37]
  • Barnaba Mariotti, Veduta di Porta Càlamo dall'interno della città[38]
  • Barnaba Mariotti, Le mura di Porta Càlamo dall'esterno della città[39]

Galleria di opere di artisti locali

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Ancona nella letteratura

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Nell'elenco seguente, si citano solamente gli scrittori ai quali più frequentemente si fa riferimento nei testi che descrivono l'immagine di Ancona fornita dalla letteratura[40].

Ricostruzione del tempio di Asclepio ad Epidauro, modello del tempio di Venere di Ancona
  • Strabone, nella sua Geografia (14 e il 23 d.C.), parla della fondazione della colonia di Ankón da parte dei greci siracusani.
(GRC)

«Πόλεις δ' Ἀγκὼν μὲν Ἑλληνὶς, Συρακουσίων κτίσμα τῶν φυγόντων τὴν Διονυσίου τυραννίδα· κεῖται δ' ἐπ' ἄκρας μὲν λιμένα ἐμπεριλαμβανούσης τῇ πρὸς τὰς ἄρκτους ἐπιστροφῇ, σφόδρα δ' εὔοινός ἐστι καὶ εὐπυροφόρος.»

(IT)

«Tra le città c'è la greca Ancona, fondazione dei siracusani che fuggivano la tirannide di Dionisio; sta su un'altura che circonda il porto da nord, produce vino e grano di buona qualità e in abbondanza.»

  • Catullo (Carmina, 36) cita Ancona parlando dei più celebri luoghi di culto di Venere, accostandola a Cnido, Idalio, Golgi, Amatunte, Urio e Durazzo.
  • Giovenale (Satire, libro IV) in una celebre immagine, parla del domum Veneris, quam Dorica sustinet Ancon ("tempio di Venere sorretto dalla dorica Ancona"); è dall'epoca romana, dunque che per Ancona viene utilizzato l'epiteto di "dorica".
  • Procopio di Cesarea, nel De Bello Gotico ("La guerra gotica", 551), fornisce una sintetica ed efficace descrizione della posizione e dell'etimologia della città. Inoltre narra dettagliatamente le battaglie navali e terrestri tra Goti e Bizantini combattute davanti alle sue mura.
(GRC)

«Ὁ δὲ Ἀγκὼν οὗτος πέτρα τίς ἐστιν ἐγγώνιος, ἀφ' οὗ καὶ τὴν προσεγορίαν εἴληφε ταύτην· ἀγκῶνι γὰρ ἐπὶ πλεῖστον ἐμφερής ἐστιν.»

(IT)

«Questa Ancona (Ἀγκὼν, "Ankón") è una roccia fatta ad angolo, e da ciò deriva la sua denominazione: è infatti molto simile ad un gomito (ἀγκὼν, "ankón").»

  • Boncompagno da Signa, nel Liber de obsidione Anconae ("L'assedio di Ancona", 1201), prima di narrare l'assedio del 1173 da parte delle truppe imperiali e della flotta veneziana, descrive la città in cui si svolse l'evento[41].
(LA)

«...respexi moenia, muros et antemuralis et universas circumstantias, quidam civitas decoratur et multimode pollet. Mar quidem ipsam a duobus lateribus regirat, et in occidentali plaga portus est ita naturaliter ordinatus, quod vix posset ab aliquo credi, nisi precederet visio corporalis...»

(IT)

«...rimirai la città, le mura e i contrafforti e tutte le cose con le quali la città è adornata e potente in molti modi. Il mare le gira intorno per due lati e nella parte occidentale c'è il porto, tanto ben disposto di natura che difficilmente lo si potrebbe credere, se non lo si vedesse...»

Santa Maria di Portonovo, la chiesa citata nel XXI canto del Paradiso

«In quel loco fu' io Pier Damiano,
e Pietro Peccator fu' nella casa
di Nostra Donna in sul lito adriano".»

Il "loco" di cui il santo parla all'inizio è l'eremo di Fonte Avellana, mentre l'identificazione della dimora di nostra Signora sul lido adriatico ha fatto molto discutere. Secondo alcuni si tratterebbe della chiesa di Santa Maria in Porto di Ravenna, secondo altri invece di Santa Maria di Portonovo, presso Ancona. Per ciò che riguarda gli argomenti a favore dell'una o dell'altra ipotesi, si veda la sezione San Pier Damiani e la citazione dantesca. All'interno della chiesa di Portonovo è stata collocata nel XX secolo una targa con i predetti versi di Dante.
Torquato Tasso
Giacomo Casanova
Madame de Staël
Gabriele D'Annunzio
Maria Montessori
Gabriel Faure
Robert Musil
Dino Garrone
Joyce Lussu
Pier Paolo Pasolini

«...molto abitata, e in ispecie da greci, turchi e schiavoni, importante per commerci, ben costruita, limitata da due capi montuosi che si protendono verso il mare, su uno dei quali sorge un'ampia fortezza, attraverso cui giungemmo in città, mentre sull'altro – molto vicino – c'è una chiesa. Fra questi due promontori e sulle pendici, sia da un lato sia dall'altro, è sita la città: però la parte principale giace nell'avvallamento e lungo il mare, dove esiste un buonissimo porto, e qui sorge tuttora un grande arco dedicato all'imperatore Traiano, a sua moglie e a sua sorella»

«... E tu sembravi, Ancona, il terzo giro
suo dolce albergo, i tuoi sublimi tetti,
l'onde, gli scogli e le minute arene
e l'aura pura, e l'aure tue serene
sospiravan d'amore; e i duri petti
si distruggean per gioja, e per desiro...»

  • Giacomo Casanova nei suoi diari descrive dettagliatamente i suoi tre soggiorni ad Ancona, nel 1743, 1744 e 1772. In particolare, racconta dell'avventura con quello che credeva fosse un cantante castrato, rivelatosi poi essere Teresa Lanti, donna al cui ricordo afferma di essere rimasto poi sempre legato, sino alla tarda età, e da cui avrà un figlio: Cesarino Lanti[44].
  • Friedrich Johann Lorenz Meyer, nel Darstellungen aus Italien ("Descrizione dell'Italia" - 1792) lascia una descrizione della città nel momento dell'alba, visto dall'alto delle rupi marine.

«Vi sono salito al primo mattino, quando i colori dell'aurora incominciano ad apparire all’orizzonte al di sopra del mare e vi ho visto il quadro più sublime offerto dalla natura: [...] il sorgere del sole sul mare. [...] Dominando la tranquilla superficie delle acque, scorgevo ad una distanza di centoventi miglia italiane le coste montagnose della Dalmazia, nell'istante solenne dell'apparire del sole; [...] il punto preciso da dove improvviso il primo raggio si slanciava [era] simile a prima vista ad un punto incandescente al di sopra di una montagna di questa sponda lontana. È stato con questa impressione grandiosa che ho lasciato Ancona.»

Età Contemporanea (Ottocento)

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  • Stendhal riferisce nei suoi diari della sua permanenza ad Ancona (19 - 20 ottobre 1811), città che non apprezzò, per la difficoltà nell'uso delle carrozze e per la presenza al Duomo del quadro oggetto del miracolo mariano di San Ciriaco, che si rifiuta di vedere[45]

«Si sale e si scende continuamente nelle vie scoscese di Ancona, il che limita molto l'uso delle carrozze. Le case sono di mattoni e le vie molto strette. Ieri sono salito a San Ciriaco, ma non ho pensato di vedere il famoso quadro della Vergine che aprì gli occhi dopo l'arrivo dei Francesi, il che significava che voleva vederli cacciati via»

  • Madame de Staël nel romanzo Corinna ou l'Italie (1807) dà una intensa descrizione dell'atmosfera cosmopolita della città nei primi anni dell'Ottocento[46].

«Le montagne e il mare rendono bellissima la posizione di questa città, e la folla dei greci, che lavorano davanti alle botteghe, seduti al modo orientale, la diversità dei costumi dei levantini che si incontrano per le strade, danno ad essa un aspetto originale ed interessante [...] Il culto greco, quello cattolico e l'ebraico esistono contemporaneamente e pacificamente nella città di Ancona...»

  • Jean-Charles-Léonard Sismondi, lo storico svizzero a cui si deve il concetto di repubbliche marinare, nell'Histoire des républiques italiennes du moyen âge ("Storia delle repubbliche italiane del Medioevo", 1838)[47] riassume in una sola frase tre particolarità geografiche di Ancona: il sole che sorge e tramonta sul mare, la possibilità di vedere ad occhio nudo le montagne della Dalmazia, la presenza di alte rupi marine.
(FR)

«Du portique [de la cathedrale], on découvre à droite, les montagnes neigeuses del la Dalmatie; à gauche, la côte riante et varieé, tandis que le soleil apparaît et se levè et se coucher dans les ondes. Les reverses de la montagne , du cotè de la haute mer, est tellement escarpeè que des fortifications serait seraient superflues»

(IT)

«Dal portico [della cattedrale] si scoprono a destra le montagne innevate della Dalmazia; a sinistra la costa ridente e varia, mentre il sole appare e sorge e tramonta tra le onde. Il lato opposto della montagna, dal lato del mare aperto, è così ripido che delle fortificazioni sarebbero superflue»

Età Contemporanea (Novecento)

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  • Gabriele D'Annunzio in diverse occasioni scrive di Ancona: nell'ode A una torpediniera nell'Adriatico (Odi navali), nella lettera Ai bersaglieri di Ancona, scritta in occasione della Rivolta dei Bersaglieri del 1920 e ne L'Armata d'Italia (1888), testo dedicato alle imprese della Marina Militare, in cui descrive la tensione con cui la popolazione e la città intera attendono l'arrivo nel porto della flotta italiana dopo la sconfitta di Lissa.

«Dalle alture di San Ciriaco, dalla sommità del campanile, dal culmine della cupola, da tutti i luoghi eminenti, nei primi chiarori dell'alba, centinaia e centinaia di cittadini stavano sulle vedette. Il mare appariva tutto quanto sereno, d'un verde soave, su cui si muovevano qua e là sparse, macchie violacee, come ombre di nuvole fuggitive su una prateria novella. Il Monte Cònero, nel suo semplice e grande lineamento, appariva appena rosato, con non so qual interiore luccichio d'oro, quasi un tesoro nascosto da un velario. I moli si protendevano fuori, nel mare chiaro verso la riva, come rigide, bianchissime braccia»

  • Maria Montessori, nel febbraio del 1906 scrisse un Proclama alle donne italiane, quasi interamente dedicato ad Ancona, dato che in questa città per la prima volta alcune donne si videro riconosciuto il diritto di iscrizione alle liste elettorali e quindi di voto. Maria Montessori descrive la città osservandola dall'alto del Monte (si intende il Conero)[50].

«O Ancona, più che le tue mura, il tuo porto, la tua leggenda, potrà darti gloria il passo politico che tu hai saputo muovere con genio. Tu hai conquistato la donna e la Storia.
[...] Il monte Conero ha due opposti declivi come la vita: – uno è roccioso e brullo; le grosse rocce si sgretolano in sassi e in polvere, [...] e l’altro è fitto di vegetazione meravigliosa, lussureggiante come verde capigliatura gretta e inestricabile del capo di un fanciullo. Il sole quasi non penetra tra i rami intrecciati; e l’uomo non ha paura di scivolare il piede, tanto son fitte le radici e i rami frondosi. [...] Io quante ore ho passato sulla cima isolata del Monte, tra le celle abbandonate dei cenobiti, guardando Ancona ai miei piedi, e la costa che si delinea e si disegna in modo sorprendente, come in una carta geografica. [...] Tu non sei più una città come le altre, o Ancona, oggi tu sei Ancona, ed io sento la gloria di essere nata alle tue ombre, che riassumono la poesia del mondo.
Ancona bella - sembri Stamura corazzata di forza e con le mammelle rigonfie di latte per i soldati stanchi ed assetati - tu che maestosamente ti adagi solitaria sul picco centrale della costa italica, che guardi come sfidando le terre dell'oppressore debellato: eroina dei mari e della terra! Ancona, patria mia, io t'amo [...]»

Inoltre, il 31 agosto 1950, in occasione del suo ottantesimo compleanno, Maria Montessori scrisse a riguardo di Ancona[51]:

«Ancona è una città cara e ammirata da me fin dall’infanzia; nota al mio cuore nella sua storia e nella bellezza ispiratrice della sua natura. Sapere che essa apprezza il mio lavoro è perciò non soltanto un onore ma è un premio che conforta tutta la vita»

  • Edward Hutton, nel suo The Cities of Romagna and the Marches ("Città della Romagna e delle Marche", 1913) dà di Ancona un ritratto ricco di acute considerazioni, cogliendo nella sua particolare posizione geografica un aspetto drammatico.

«[...] È una città difficile da penetrare, perché reca in sé, nella sua struttura, il senso tragico della vita. Ma è ancora più difficile abbndonarla o dimenticarla. [...] La cattedrale, in alto, è come un faro o una fortezza che sorveglia il mare e da sola riesce a fornire una reale unità a una città così stranamente divisa. È un atto di potenza più che un'opera d'arte. Lo sentite. Non sapete spiegarvelo. [...]»

  • Thomas Graham Jackson, lo scrittore e architetto vittoriano a cui Oxford deve il suo volto neogotico, nel suo A Holiday in Umbria ("Vacanza in Umbria", 1916) dedica numerose pagine anche ad Ancona, che lo colpì soprattutto per le opere dello scultore e architetto quattrocentesco dalmata Giorgio da Sebenico e per la possibilità di osservare l'evanescente profilo delle montagne della Dalmazia. Dice anzi che fu ad Ancona che ebbe l'ispirazione per compiere un viaggio in quella terra.
(EN)

«From this summit the eye commands a vast expanse of coast-line and blue water; one almost hopes to catch the faint outline of the distant Velebit mountains that line the coast of Dalmatia: and this prospect, as we viewed in 1881, first inspired me to visit that country [...] Ancona has many charms, in her venerable buildings, in the steep streets - half street and half staircase - with lovely downward peeps on town and harbour.»

(IT)

«Da questa sommità [il portale del Duomo] l'occhio domina una vasta distesa di costa e di acque azzurre; si spera quasi di scorgere il vago profilo delle lontane montagne dei Velebit che delineano la costa della Dalmazia: e questa prospettiva [...] mi ha ispirato per la prima volta a visitare quel paese [...] Ancona ha molto fascino, nei suoi edifici venerabili, nelle vie ripide - metà strade e metà scalinate - con begli scorci verso la città e il porto.»

  • Gabriel Faure, nei Pèlerinages d'Italie (1920) scrive del panorama marino che vide entrando in città.

«[...] L'aria è così pura che talvolta, verso il tramonto, le montagne delle coste dalmate, a oltre quaranta miglia di distanza, si disegnano nettamente all'orizzonte [...] Ed ora respiro la brezza di quella serata trascorsa sul molo deserto di Ancona, illuminato solo dalla tremolante luce di quelle costellazioni che, ogni notte e quasi dallo stesso punto, Leopardi contemplava "sul paterno giardino scintillanti".»

  • Robert Musil ambienta ad Ancona le vicende dei protagonisti del romanzo Viaggio in Paradiso, prefigurazione de "L'uomo senza qualità" (1930-1933); in particolare si ricordano le descrizioni delle vele nel porto e delle piccole spiagge sotto le rupi[52].
  • Vincenzo Cardarelli descrive Ancona ne Il cielo sulle città (1939)

«Le Marche non potrebbero avere una capitale più rappresentativa di Ancona [...] dato che Ancona esprime a meraviglia la formidabile reazione di questa razza di agricoltori sul mare e, oltre che città marinara, è una fortezza, una vecchia fortezza repubblicana e poi papale. Città dura, fierissima, costruita non soltanto con vigore, ma con veemenza, o per meglio dire, col disprezzo per la forza stessa [...]»

  • Dino Garrone dedica alla città un elzeviro, contenuto nel Sorriso degli Etruschi (1944), con il titolo Mito di Ancona.

«[...] Per le strade non si cammina; ci si arrampica. Sono scale di corda e sartiami, sinché, è inutile, vi ritroverete sul piazzale di San Ciriaco come sulla coffa dell'albero più alto [...] L'interno della città è pieno di quella nobile malinconia che hanno tutte le città veramente di mare, dove le pietre si impastano di salmastro e soffrono di non poter partire, di non sapere galleggiare [...] il viale della Vittoria è la vera strada dissetante di Ancona. Strada da città sudamericana. Il candido tempio sul fondo ne accresce il carattere tropicale [...] il paesaggio che si scopre da là è omerico [...]»

  • Riccardo Bacchelli, nell'Italia per terra e per mare (1953) consiglia il lettore di recarsi a San Ciriaco verso l'ora del tramonto nel momento in cui si sciolgono le campane.

«Se gli capiterà di trovarsi ad Ancona verso l'ora del tramonto, salga a San Ciriaco. L'antico duomo è cosa mirabile di una gente navale e guerriera, ma la sorte [...] potrebbe favorirlo, quando egli sbucherà su dalle vie erte e strette dove Ancona nasconde, in una fierezza quasi proterva e noncurante, bellezza grande e segreta d'archi e di palazzi e di cisterne; potrebbe favorirlo facendolo arrivare lassù nel momento in cui sul campanile si sciolgono le campane [...] le campane di San Ciriaco sono festose e imperiose, sono trionfali»

«...Poi si mise a percorrere i vicoletti bui del quartiere marinaro ammassato sul pendio del colle Guasco, con i suoi odori pungenti e indefinibili, i suoi bambini che giocavano strillando, i suoi panni stesi tra una casupola e l'altra, come le bandiere di un esercito sconfitto. Giunto sullo spiazzo davanti alla cattedrale si appoggiò al muretto contemplando il vasto ammucchio di case color tela di sacco, sotto il gioco diseguale e quasi ondeggiante dei tetti di coppi rosati, ciascuno disposto in modo da non togliere sole e luce al vicino, con una spontanea socialità cresciuta dal rapporto quotidiano. "Sembra un attendamento" pensò Holmes. "Un attendamento provvisorio, di gente che aspetta solo di partire; di lasciare la quiete immobile della terra per salpare in mare aperto".»

  • Pier Paolo Pasolini, ne La lunga strada di sabbia (1959), lascia una acuta descrizione della città, descrivendone l'atmosfera, la posizione geografica, il passeggio domenicale tra i due mari, il Campo degli Ebrei e descrive le impressioni personalissime che ne ha riportato[54].

«Ancona, città semplice e felice! E certo, malgrado la triste ricostruzione, tra le più belle d'Italia. Città senza lungomari, gremita, con perfezione, su una punta sulla cui vetta c'è la cattedrale, e che fa che Ancona dia sui due mari. Ma il passeggio la domenica, avviene sulla grande via che unisce i due mari [...] Non l'avevo mai vista, eppure la riconosco e l'amo subito, eppure mi resta straniera. [...] Ma la spiaggia di Ancona che ricorderò, sarà quella che ho vista nel cuore della notte, alle due, alle tre, con una luna abbandonata nel cielo e nel mare, lassù, al Campo degli Ebrei, cioè al cimitero degli ebrei, abbandonato anch'esso [...] e subito lì accanto un burrone sul mare, dove ferme, lontane, nemiche, tremano le luci del porto e della città, finalmente, come forse vorrebbe, senza vita»

Ancona nel cinema

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Lo stesso argomento in dettaglio: Cinema ad Ancona.
Fotogramma del film Ossessione di Luchino Visconti: il protagonista osserva il porto dal piazzale del Duomo

La storia del cinema ad Ancona inizia nel 1943, quando uscì nelle sale il film Ossessione, di Luchino Visconti. Da allora altri film sono stati ambientati in città, in tutto o in parte; Ancona, di volta in volta, è stata interpretata diversamente dai vari registi e a volte è servita solo come ambientazione, senza essere citata esplicitamente.

Tra le più significative, si citano le seguenti pellicole[55]:

  1. ^ Per quanto riguarda i pittori del Quattrocento e del Cinquecento, l'elenco è tratto da: Pietro Zampetti, Marche, collana Itinerari dell'Espresso, editoriale l'Espresso, 1980.
  2. ^ A. Coppola “I due templi greci di Ancona”, in “Esperia”, n° 3 pubblicato nell'anno 1993 (pagg. 189-192)
  3. ^ Fiorella Festa Farina, Tra Damasco e Roma. L'architettura di Apollodoro nella cultura classica, Roma, L'Erma di Bretschneider, 2001.
  4. ^ Salvatore Settis, La Colonna Traiana, Torino, 1988, p. 397, tavola 139.
  5. ^ Mario Luni, L'Arco di Traiano e la riscoperta nel Rinascimento, in Studi Miscellanei, a cura del dipartimento di Scienze Storiche ed Archeologiche dell'Università di Roma "La Sapienza", II, L'Erma di Bretschneider, 1996, ISBN 88-7062-917-1. Sito in cui è riportato il racconto delle guerre daciche fatto da Italo Calvino in base ai rilievi della colonna (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  6. ^ Vedi la pagina seguente: (EN) Carlo Crivelli, “The Vision of the Blessed Gabriele”, su nationalgallery.org.uk, Galleria Nazionale di Londra.
  7. ^ a b c d e f San Ciriaco, la cattedrale di Ancona, Milano, Motta editore, 2003, ISBN 88-7179-353-6.
  8. ^ a b c d e Pietro Zampetti, Itinerari per le Marche, Editoriale L'Espresso, 1980.
  9. ^ a b Fabio Bronzini, Angela Bedini e Stefano Sanpaolesi, Il profumo della città, Ancona, Il lavoro Editoriale, 2009, p. 48.
  10. ^ In questo caso l'identificazione non è condivisa da tutti: vedi Mario Tarelli Porta Capodimonte in una tela di Tiziano? Ancona 1945.
  11. ^ Di Carpaccio esiste anche un panorama di Ancona dal titolo Porto di Ancona dorica, realizzato a china e conservato al British Museum; di veda: Pietro Zampetti, Itinerari per le Marche, Editoriale L'Espresso, 1980.
  12. ^ Oltre che la torre di piazza dei Signori a Vicenza e il campanile di Santa Fosca in Cannaregio a Venezia. Si veda: Giovanni Bellini.
  13. ^ (EN) Roberto Villavecchia, Rome and Its Environs, McGraw-Hill, 1964, p. 402.
  14. ^ AA.VV., Roma, Milano, Touring Editore, 2008, ISBN 978-88-365-4134-8.
  15. ^ Catalogo generale dei Beni Culturali, Veduta di città
  16. ^ Carlo Ridolfi e Giuseppe Vedova, Le maraviglie dell'arte: ovvero Le vite degli illustri pittori veneti e dello stato, vol. 2, Cartallier, 1837.
  17. ^ AA.VV., Venezia, Milano, Touring Editore, 1985, p. 273.
  18. ^ Evelina Borea e Carlo Gasparri, L'idea del bello: viaggio per Roma nel Seicento con Giovan Pietro Bellori, Ed. de Luca, 2000, p. 326. .
  19. ^ Fabio Bronzini, Angela Bedini e Stefano Sanpaolesi, Il profumo della città, Ancona, Il lavoro Editoriale, 2009, pp. 72-73.
  20. ^ a b Fabio Mariano, L'immagine delle città, Ancona, Il lavoro editoriale, 2001, ISBN 88-7663-317-0.
  21. ^ Regione Marche - catalogo dei beni culturali - scheda 1100275156.
  22. ^ Regione Marche - catalogo dei beni culturali - scheda 1100275157.
  23. ^ La stampa fa parte di Alcune Vedute di Archi Trionfali ed altri monumenti innalzati da Romani parte de quali se veggono in Roma e parte per l'Italia, pubblicato per la prima volta nel 1748.
  24. ^ Paolo Bembo Jacob Philipp Hackert pittore di marina, riportato alla pagina [1].
  25. ^ Template:PoKatarzyna Plater, nata Sosnowska, Il mio viaggio in Italia - Diario degli anni 1785–1786 (p. 122)
  26. ^ Il dipinto era stato realizzato per la sala consiliare del Municipio, che fino al 1945 ebbe sede nel Palazzo degli Anziani; nel 1884, fu trasferito nella Pinacoteca Civica appena inaugurata e ne seguì gli spostamenti nelle sue varie sedi. Dopo la Seconda guerra mondiale, con il trasferimento della sede comunale a Palazzo del Popolo, il dipinto fu collocato nuovamente nella Sala del Consiglio. Nel 2011 il Consiglio comunale ha riportato la propria sede nel Palazzo degli Anziani, ma il dipinto del Podesti, anziché tornare alla sua sede originaria, fu trasferito in Pinacoteca.
  27. ^ Palermo Giangiacomi, Storia di Ancona, Ancona 1927; Michele Polverari, Ancona Pontificia. L'Ottocento. Un inventario urbano, Ancona 1994; Michele Polverari, Francesco Podesti, Ancona 1996; Francesco Podesti, Memorie biografiche, in Labyrinthos, n. 1-2, 1982, pp. 223-240.
  28. ^ Polverari Michele, Le arti ad Ancona nel Settecento, edito da Pinacoteca Comunale di Ancona e Casa Editrice Nuove Ricerche, Ancona, 1999. Artisti anconitani.
  29. ^ L'elenco è tratto da: Bell'Italia, n. 25 maggio 1998, Editoriale Giorgio Mondadori, articolo Tutta de horo massiccio.
  30. ^ Regione Marche - catalogo dei beni culturali - scheda 1100274999.
  31. ^ Regione Marche - catalogo dei beni culturali - scheda 1100034674.
  32. ^ a b Del dipinto di Hayez, oltre a questa, ne esiste un'altra copia, di R. Barretta, conservata al Castello di Racconigi. La cartolina esiste un esemplare nella Civica Raccolta Stampe Bertarelli di Milano. Si veda: [2]; [https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0100399274 Catalogo generale dei Beni Culturali]
  33. ^ Regione Marche - catalogo dei beni culturali - scheda 1100034675.
  34. ^ Regione Marche - catalogo dei beni culturali - scheda 1100034676.
  35. ^ Regione Marche - catalogo dei beni culturali - scheda 1100115889.
  36. ^ Regione Marche - catalogo dei beni culturali - scheda 1100034673.
  37. ^ Regione Marche - catalogo dei beni culturali - scheda 1100034672.
  38. ^ Regione Marche - catalogo dei beni culturali - scheda 1100034680.
  39. ^ Regione Marche - catalogo dei beni culturali - scheda 1100034683.
  40. ^ La prima parte dell'elenco (sino a Dante Alighieri) è tratto da: Mario Natalucci, Ancon Dorica, in Ancona attraverso i secoli, volume I - Dalle origini alla fine del Quattrocento, Città di Castello, Unione arti grafiche, 1960. La seconda parte è invece tratta da: Nando Cecini, Guida letteraria di Ancona, Il Lavoro Editoriale, 1998 - ISBN 8876632220. Maria Montessori, Joyce Lussu e Pasolini sono inseriti per aggiornare l'elenco di Cecini; si vedano le note relative.
  41. ^ Boncompagno da Signa, L'assedio di Ancona del 1173, Canonici, 1991 (p. 52-53) - a cura di Massimo Morroni.
  42. ^ Michel Montaigne Viaggio in Italia, Bari, Laterza 1972
  43. ^ sonetto 319 (PDF), su letteraturaitaliana.net. URL consultato l'8 ottobre 2021 (archiviato dall'url originale il 20 maggio 2023).
  44. ^ Giacomo Casanova, Storia della mia vita, Mondadori, Milano, 1983-1989
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