Antonio Varisco

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Antonio Varisco
NascitaZara, 29 marzo 1927
MorteRoma, 13 luglio 1979
Cause della morteucciso
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataEsercito italiano
ArmaArma dei Carabinieri
GradoTenente Colonnello
Decorazioni Medaglia d'oro al valor civile alla memoria
[1]
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Antonio Varisco (Zara, 29 marzo 1927Roma, 13 luglio 1979) è stato un carabiniere italiano, assassinato in seguito ad un agguato rivendicato dalle Brigate Rosse.

Raggiunse il grado di Tenente Colonnello, e fu comandante del Nucleo traduzione e scorte del Tribunale di Roma.

Morì nel 1979, vittima di un attentato terroristico rivendicato dalle Brigate Rosse. Varisco viene ucciso alle 08:25 del 13 luglio mentre con la sua auto percorre il lungotevere Arnaldo Da Brescia. All'inizio delle indagini vi furono dubbi sulla matrice sia per l'arma usata, fucili a canne mozze caricati a pallettoni, sia per il particolare accanimento (furono esplosi ben 18 colpi), ma anche per l'uso di bombe fumogene per coprire la fuga. Nel 1982 il leader della "colonna romana", Antonio Savasta, si assumerà la responsabilità dell'omicidio. Nel 2004, dopo la cattura, anche Rita Algranati confesserà la sua partecipazione all'omicidio. Rimangono sconosciuti gli altri membri del gruppo di fuoco, che si suppone fosse composto da almeno cinque persone. È stato insignito della Medaglia d'oro al valor civile alla memoria.

Riconoscimento

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Il comune di Roma gli ha intitolato una strada nei pressi del tribunale.

Alla sua memoria è dedicata la Sezione di Tivoli dell'Associazione Nazionale Carabinieri.[2]

Medaglia d'oro al valor civile alla memoria - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante del Reparto Carabinieri Servizi Magistratura, assolveva i suoi particolari e delicati compiti con assoluta dedizione, responsabile impegno ed ammirevole tenacia, pur consapevole del gravissimo rischio personale per il riacutizzarsi della violenza eversiva contro l'intero ordine giudiziario. Fatto segno a numerosi colpi d'arma da fuoco in un vile e proditorio agguato tesogli da un gruppo di terroristi, sublimava col supremo sacrificio una vita spesa a difesa della collettività e delle istituzioni democratiche. Roma, 13 luglio 1979.»
— Roma, 25 maggio 1982.[3]

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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