Carlo Giordana (militare)
Carlo Giordana | |
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Nascita | Moncalieri, 30 agosto 1865 |
Morte | Monte Cucco di Mandrielle, 23 giugno 1916 |
Cause della morte | Morto in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Fanteria |
Corpo | Alpini |
Anni di servizio | 1883 - 1916 |
Grado | Colonnello brigadiere |
Guerre | Prima guerra mondiale |
Battaglie | Battaglia degli Altipiani |
Comandante di | 4º Reggimento alpini |
Decorazioni | vedi qui |
Studi militari | Regia Accademia Militare di Modena |
dati tratti da I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro[1] | |
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Carlo Giordana (Moncalieri, 30 agosto 1865 – Monte Cucco di Mandrielle, 23 giugno 1916) è stato un militare italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria durante il corso della prima guerra mondiale.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Moncalieri[2] (provincia di Torino) il 30 agosto 1865,[3] figlio di Giovanni e Giuseppina Degiacomi.[1] Intraprese la carriera militare giovanissimo, uscendo dalla Regia Accademia Militare di Modena all'età di diciotto anni, assegnato come sottotenente al 74º Reggimento fanteria.[3][1] Promosso tenente nel 1887, iniziò a frequentare i corsi presso la Scuola di guerra dell'esercito di Torino e l'anno successivo, promosso capitano, venne ammesso al Corpo di Stato maggiore.[3]
Ottenuto, il trasferimento alla specialità Alpini, entrò in servizio nel 4º Reggimento alpini, dove rimase dal 1899 al 1903.[3][4] Ritornato al Corpo di Stato maggiore, fu promosso maggiore nel 1908, rientrando negli Alpini poco tempo dopo, quale comandante di battaglione, dapprima al 3º Reggimento alpini, e poi all'8º Reggimento alpini.[3]
Tenente colonnello nel 1913, dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia (24 maggio 1915), operò sull'altopiano di Vezzena alla testa del 116º Reggimento fanteria .[3] Promosso colonnello, nell'ottobre dello stesso anno fu posto al comando del 4º Reggimento alpini, ottenendo anche il comando del Gruppo speciale A forte di cinque battaglioni.[3][5] Si distinse particolarmente durante le operazioni sul monte Mrzli, sul Vodil (Monte Nero) e sull'Adamello.[2][5] Rimase infelicemente celebre l'attacco frontale in pieno giorno, da lui ordinato, ai passi di Folgorida e delle Topette, presidiati dagli Austro-Ungarici, conclusosi con un massacro. L'azione fu aspramente criticata come suicida ma gli valse la medaglia d'oro postuma.
Altrettanto celebre il commento di un ufficiale dell’artiglieria da montagna: Per un combattente la disgrazia più atroce è quella di dover morire senza una valida motivazione, così, solo per l’obbligo di eseguire un ordine idiota!. La vicenda è narrata in "Morte sul ghiacciaio"[6][7] da Alberto Redaelli (scrittore e giornalista camuno, già autore della “Piccola Enciclopedia Storica degli Alpini")[8]
Nel giugno 1916, promosso colonnello brigadiere, fu trasferito al comando della Brigata "Benevento" operante sull'altopiano di Asiago.[4] Dimostrò un coraggio eccezionale, partecipando in prima persona alle rischiose missioni di esplorazione cui erano costretti i suoi soldati.[3][2] Durante una di queste cadde ucciso da una fucilata, a pochi metri dai reticolati delle trincee nemiche, sul monte Cucco di Mandrielle il 23 giugno 1916.[3][5] Fu immediato il sospetto di morte "per fuoco amico", o per vendetta di sottoposti, talché, subito esperiti i rilievi medici, la pallottola che lo uccise risultò calibro 6,5 (come quella del Carcano mod.1891), anziché 8 mm come quella dello Steyr austriaco.
Decorato con la medaglia d'argento al valor militare, gli fu poi concessa anche la medaglia d'oro.[1] Per onorarne la memoria gli venne intitolata una caserma a Chivasso.[4]
Insieme al generale Alberto Cavaciocchi è considerato uno dei protagonisti della cosiddetta Guerra Bianca combattuta a tremila metri di altezza.[4]
Era il padre dell'attore Claudio Gora.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Regio Decreto 11 maggio 1924[10]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Bianchi, Cattaneo 2011, p. 115.
- ^ a b c Patroni 2017, p. 42.
- ^ a b c d e f g h i Combattenti Liberazione.
- ^ a b c d Bianchi, Cattaneo 2011, p. 116.
- ^ a b c Patroni 2017, p. 43.
- ^ Cucina, Vino & Alpini, su web.tiscali.it. URL consultato il 14 maggio 2021.
- ^ Ass. Naz. Alpini sez. Conegliano -2005- Morte sul ghiacciaio, su anaconegliano.it. URL consultato il 14 maggio 2021.
- ^ Due parole su:, su improntacamuna.it. URL consultato il 14 maggio 2021.
- ^ Medaglia d'oro al valor militare Antonio Sertoli, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato il 12 giugno 2013.
- ^ Bollettino Ufficiale 1916, pagina 6427.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Andrea Bianchi e Mariolina Cattaneo, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro, Associazione Nazionale Alpini, 2011, ISBN 978-88-902153-1-5.
- Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
- Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 2, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
- Alberto Cavaciocchi e Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
- Alfredo Patroni, La conquista dei ghiacciai 1915-1918, Milano, Tipografia Rendena, 2017, ISBN 8-89267-376-9.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Giordana, Carlo, su Combattenti Liberazione. URL consultato il 30 gennaio 2018.
- Militari italiani del XIX secolo
- Militari italiani del XX secolo
- Nati nel 1865
- Morti nel 1916
- Nati il 30 agosto
- Morti il 23 giugno
- Nati a Moncalieri
- Morti ad Asiago
- Generali italiani del XX secolo
- Militari italiani della prima guerra mondiale
- Ufficiali del Regio Esercito
- Medaglie d'oro al valor militare
- Medaglie d'argento al valor militare