Cappella di Sant'Adalberto
Cappella di Sant'Adalberto | |
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Stato | Italia |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Località | Trento |
Indirizzo | Parco Gocciadoro |
Coordinate | 46°03′29.56″N 11°08′16.26″E |
Religione | originariamente cattolica, sconsacrata dal 1975 |
Titolare | Adalberto di Praga |
Architetto | Francesco Saverio Tamanini |
Stile architettonico | Neoromanico |
Inizio costruzione | 1872 |
Completamento | 1872 |
La cappella di Sant'Adalberto è una cappella sconsacrata situata nel parco Gocciadoro, il maggior parco urbano della città di Trento[1][2].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La costruzione della cappella fu voluta dall'avvocato trentino Pietro Bernardelli (1803-1868), deputato al parlamento di Vienna e all'epoca proprietario del terreno del parco; essa doveva commemorare un nipote del committente di nome appunto Adalberto, figlio di suo fratello Giovanni Antonio Bernardelli e di Teresa Ravelli, nato il 5 febbraio 1838 e morto il 17 febbraio 1857, appena diciannovenne[2][3].
La progettazione dell'edificio venne affidata a Francesco Saverio Tamanini, che si stava occupando anche del restauro di un'edicola votiva nella Bolghera, ai piedi del colle, fondata da Bartolomeo Bernardelli, padre di Pietro[4]; la costruzione avvenne però solo dopo la morte di Bernardelli, nel 1872, seguita dalla benedizione nel 1873[1][2]. L'autore delle decorazioni della cappella è ignoto; è stato ipotizzato il coinvolgimento di Giuseppe Lona (che lavorò con Tamanini all'edicola della Bolghera, e operò anche nel duomo di Trento) o di Luigi Spreafico (che lavorò anch'egli nel duomo)[4].
Sconsacrata nel 1975, la cappella è rimasta in stato d'abbandono e soggetta a vandalismi per decenni, fino al restauro nel 2010-2011 commissionato dal comune di Trento (che l'aveva acquistata già nel 1995)[2].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]L'edificio è architettonicamente ispirato al duomo di Trento, ed è infatti di gusto romanico[2][5]. Il corpo principale è costituito da un'aula a pianta ottagonale, le cui pareti esterne, rivestite in pietra, terminano in alto con piccole gallerie ad archi; la facciata è preceduta da un piccolo protiro a colonne binate, con frontone profilato da archetti rampanti, mentre sul retro emerge il volume dell'abside poligonale[1][2]. In cima al tetto di lastre in porfido si erge una lanterna con campana[2].
All'interno, la cappella è decorata da fasce agli angoli, e dalle figure dei quattro evangelisti nella cupola[1]. L'altare, realizzato in marmo bianco, ospita un pannello raffigurante due angeli con simboli eucaristici, realizzati a graffito, e sopra ad esso una copia dell'originale pala d'altare rappresentante il santo titolare, opera di Eugenio Prati[1][2][3].
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Armando Costa (a cura di), La Chiesa di Dio che vive in Trento, Edizioni diocesane, 1986.
- Chiara Radice, La cappella di Sant'Adalberto a Gocciadoro, in Studi trentini, 2013, pp. 303-320.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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