Le squadre partecipanti sarebbero dovute essere 16, ma a causa di un agguato contro il pullman della nazionale del Togo, avvenuto due giorni prima dell'inizio del torneo nell'exclave angolana di Cabinda, la squadra si ritira dalla coppa.[1]
Per la settima volta nella sua storia a trionfare è stato l'Egitto, che nella finale disputata all'Estádio 11 de Novembro di Luanda ha sconfitto il Ghana per 1-0. I Faraoni diventano inoltre la prima nazionale a vincere la competizione per tre edizioni consecutive (2006, 2008, 2010).
L'Angola è stata ammessa di diritto alla fase finale in quanto paese organizzatore.
I rimanenti quindici posti sono stati assegnati tramite lo stesso percorso di qualificazione per il Campionato mondiale di calcio 2010 che ha visto la partecipazione di 51 nazionali e che si è disputato tra il 14 ottobre 2007 e il 14 novembre 2009.
Il 4 settembre 2006, nella sede principale della CAF al Cairo, venne ufficializzato che l'Angola avrebbe ospitato l'edizione 2010 della Coppa d'Africa, preferendola a Gabon e Guinea Equatoriale (candidatura congiunta) e alla Libia. Le altre candidature furono rifiutate dal comitato esecutivo della CAF. Per lo stato angolano si tratta della prima organizzazione della manifestazione.
"Jabulani Angola", il pallone prodotto dall'Adidas appositamente per il torneo, il secondo creato dall'azienda tedesca per la Coppa d'Africa è stato presentato il 23 dicembre 2009.[2]
Il pallone è una versione modificata dello Jabulani, pallone ufficiale di Sudafrica 2010. A differenza di quest'ultimo i motivi triangolari sulla superficie hanno i colori della bandiera dell'Angola: il giallo, il rosso e il nero.
Questo animale, palanca in portoghese, è il simbolo nazionale ed è una specie in via di estinzione che vive nel Parco Nazionale di Cangandala, nella provincia di Malanje.
Il sorteggio per stabilire i gruppi della fase finale si è tenuto il 20 novembre 2009 a Luanda.[3] La posizione A1 è stata assegnata alla nazione organizzatrice mentre la posizione C1 all'Egitto, campione in carica. Le restanti 14 squadre sono state classificate in base ai risultati ottenuti nelle ultime tre edizioni della Coppa delle Nazioni Africane, opportunamente moltiplicati per un coefficiente di importanza della manifestazione.
Nella seguente tabella le quattro urne definite così secondo i criteri definiti dalla CAF.
Sono 16 gli arbitri chiamati dalla CAF a dirigere in questo torneo. Tra di essi, figurano soprattutto i 5 africani preselezionati per il Mondiale di calcio del 2010 in Sudafrica. Su invito della stessa confederazione, è inoltre presente il sauditaKhalil Al Ghamdi, unico arbitro non africano.
A parità di punti guadagnati negli scontri diretti (la classifica avulsa vedrebbe le tre squadre tutte a 3 punti), differenza reti negli scontri diretti (0), Zambia e Camerun prevalgono sul Gabon per un maggior numero di reti segnate negli scontri diretti, nell'ordine: 4 per lo Zambia, 3 per il Camerun, 2 per il Gabon. Tale ordine determina anche il primo posto dello Zambia e il secondo del Camerun.
L'8 gennaio 2010 il pullman della Nazionale del Togo è stato assaltato da colpi di mitra alla frontiera tra la Repubblica Democratica del Congo e l'Angola. L'allenatore in seconda e l'addetto stampa sono morti mentre il giocatore Serge Akakpo ed il portiere Kodjovi Obilalé sono stati feriti gravemente. Il Togo ha chiesto la sospensione della coppa dove il loro esordio era in programma lunedì 11 a Cabinda, città dove si è verificato l'assalto. Il giorno successivo, la Nazionale togolese annuncia il proprio ritiro dalla competizione.[8][9][10]
In seguito alla rinuncia a scendere in campo, l'11 gennaio il Togo viene ufficialmente squalificato dalla competizione e nel torneo si è proceduto come se il Togo fosse stato eliminato al primo turno.[11]
^(ES) Programma di match, stadi e Albo d'oro, su arogeraldes.blogspot.com. URL consultato il 14 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2010).
^(EN) Adebayor returning home from Angola, su mcfc.co.uk, 9 gennaio 2010. URL consultato il 14 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2010).