[go: up one dir, main page]

Vai al contenuto

Cometa Lovejoy

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Disambiguazione – Se stai cercando le altre comete denominate Lovejoy, vedi Cometa Lovejoy (disambigua).
Cometa
C/2011 W3 (Lovejoy)
Sequenza di immagini ripresa dalla sonda STEREO-A nel dicembre 2011.
Stella madreSole
Scoperta27 novembre 2011
ScopritoreTerry Lovejoy
Parametri orbitali
(all'epoca 2455907,5 - 12 dicembre 2011[1])
Semiasse maggiore77,33 UA
Perielio0,0055538 UA
Afelio154,65 UA
Periodo orbitale680 anni
Inclinazione orbitale134,38°
Eccentricità0,9999282
Longitudine del
nodo ascendente
326,44°
Argom. del perielio53,56°
Ultimo perielio16 dicembre 2011
Prossimo perielio2691
Dati fisici
Dimensioni~500 m (diametro)[2]
Dati osservativi
Magnitudine app.
Magnitudine ass.15,3
Magnitudine ass.
  • 15,3[4] (totale)
  • 20,6[4] (del nucleo)

La cometa Lovejoy, formalmente C/2011 W3 (Lovejoy), è una cometa di lungo periodo del sistema solare, appartenente alla famiglia delle comete radenti di Kreutz. È stata scoperta il 27 novembre 2011 dall'astronomo australiano Terry Lovejoy[5]; è la prima cometa radente scoperta da terra dal 1970.[6]

Al perielio la cometa è penetrata nella corona solare transitando a circa 140.000 km dalla superficie della stella il 16 dicembre 2011, alle 00:35 UTC.[7] Sebbene non fosse previsto che sopravvivesse all'evento, è stata vista emergere dal disco solare attraverso alcuni telescopi orbitanti.[8][9]

Storia osservativa

[modifica | modifica wikitesto]
La Cometa Lovejoy fotografata dalla Stazione spaziale internazionale.

La Cometa Lovejoy è stata scoperta come un oggetto della tredicesima magnitudine[3][6] il 27 novembre 2011 dall'astronomo Terry Lovejoy con un telescopio Schmidt-Cassegrain da 20 cm di diametro ed un rapporto focale f/2,1 montante una fotocamera CCD, dal suo sito d'osservazione a Thornlands, un sobborgo di Brisbane, in Australia. La scoperta è stata confermata il 1º dicembre da Alan C. Gilmore e Pamela M. Kilmartin dell'Osservatorio universitario di Mount John, in Nuova Zelanda. Il CBAT ne ha quindi dato notizia il 2 dicembre.[5][10]

Una prima orbita è stata calcolata da Gareth V. Williams il 2 dicembre utilizzando le osservazioni dei due giorni precedenti; la soluzione indicava un'orbita parabolica che avrebbe portato la cometa a transitare nel suo perielio a 0,0059 UA dal Sole, il seguente 16 dicembre. Williams, in seguito, ha migliorato i propri calcoli grazie all'acquisizione di un maggior numero di osservazioni ed orbite più precise sono state pubblicate il 5, l'11 ed il 16 dicembre. Esse indicano che la cometa percorre un'orbita chiusa, ma caratterizzata da un periodo di diverse centinaia di anni.[10]

Nei giorni compresi tra la scoperta ed il transito al perielio, è stata condotta una campagna di osservazione nell'emisfero australe finalizzata a caratterizzare la cometa, ritenuta d'interesse perché dalle dimensioni molto maggiori rispetto alle altre comete radenti abitualmente scoperte attraverso il telescopio spaziale SOHO.[2] In particolare, si è ritenuto che il diametro potesse essere compreso tra 100 e 200 m.[2] Come tale, la cometa sarebbe potuta non sopravvivere al passaggio al perielio, che l'avrebbe vista transitare attraverso la corona solare.

La cometa è transitata il 16 dicembre a circa 140.000 km dalla superficie solare,[7] sopravvivendo all'evento. Ciò suggerisce che le dimensioni del nucleo siano maggiori rispetto a quanto precedentemente ipotizzato e che possa raggiungere anche i 500 m di diametro.[2] Al suo massimo, ha raggiunto una magnitudine di -4,[3][11] confrontabile con quella di Venere. Come tale, è la cometa radente più luminosa osservata attraverso SOHO.[12] Ad ogni modo, la cometa non è stata visibile ad occhio nudo a causa della sua vicinanza al Sole.

La Cometa Lovejoy ripresa il 22 dicembre 2011 dall'Osservatorio del Paranal.

La cometa è comparsa nel campo visivo del telescopio solare STEREO-A il 3 dicembre e del Solar and Heliospheric Observatory (SOHO) il 14 dicembre. È stata oggetto di osservazione nei momenti che hanno preceduto e seguito il transito al perielio da parte di cinque telescopi spaziali per l'osservazione solare: STEREO, SOHO, SDO, Hinode e PROBA-2.[11][13]

La cometa è stata osservata visivamente già il 16 dicembre, ma è divenuta pienamente visibile dagli osservatori a terra il giorno seguente, quando è stata più volte fotografata.[10][14] Durante tali osservazioni è stato stimato che raggiungesse una magnitudine prossima a -1. Dal 21 dicembre[15] la cometa è divenuta visibile ad occhio nudo all'alba dall'emisfero australe, nella costellazione dello Scorpione, come un oggetto di magnitudine compresa tra +1 e +2. La sua luminosità è tuttavia rapidamente diminuita nei giorni seguenti, sebbene lo spettacolo offerto dal sorgere della sua coda - che ha raggiunto anche i 30° di estensione - abbia continuato ad affascinare gli osservatori dell'emisfero australe.[10][16]

  1. ^ (EN) Gareth V. Williams, MPEC 2011-Y02 : Observations and orbits of comets, su minorplanetcenter.net, Minor Planet Center, 16 dicembre 2011. URL consultato il 19 dicembre 2011.
  2. ^ a b c d (EN) Tony Phillips, Comet Lovejoy Plunges into the Sun and Survives, su Science News, NASA, 16 dicembre 2011. URL consultato il 19 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale l'8 settembre 2012).
  3. ^ a b c (EN) Seiichi Yoshida, C/2011 W3 (Lovejoy), su aerith.net. URL consultato il 18 dicembre 2011.
  4. ^ a b I dati di C/2011 W3 dal sito JPL.
  5. ^ a b (EN) Gareth V. Williams, M.P.E.C. 2011-X16 - Comet C/2011 W3 (Lovejoy), su minorplanetcenter.net, Minor Planet Center (MPC), IAU, 2 dicembre 2011. URL consultato il 18 dicembre 2011.
  6. ^ a b Kelly Beatty, Comet Lovejoy's Date With Destiny, su Sky & Telescope, 6 dicembre 2011. URL consultato il 19 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2012).
  7. ^ a b (EN) Tariq Malik, Sun Rips Tail From Comet During Solar Close Encounter, su Space.com, 16 dicembre 2011. URL consultato il 19 dicembre 2011.
  8. ^ (EN) Mike Wall, Satellites to Watch Comet's Death Plunge Through Sun Today, su Space.com, 15 dicembre 2011. URL consultato il 15 dicembre 2011.
  9. ^ (EN) Mike Wall, Comet Lovejoy Survives Fiery Plunge Through Sun, NASA Says, su Space.com, 15 dicembre 2011. URL consultato il 15 dicembre 2011.
  10. ^ a b c d (EN) Gary W. Kronk, C/2011 W3 (Lovejoy), su Cometography. URL consultato il 18 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2012).
  11. ^ a b (EN) Karl Battams, The Great "Birthday Comet" of 2011, Chapter 2: Survival, su Sungrazing Comets, Navy.mil, 15 dicembre 2011. URL consultato il 19 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2016).
  12. ^ (EN) Karl Battams, The Great "Birthday Comet" of 2011, Chapter 1: Inbound, su Sungrazing Comets, Navy.mil, 15 dicembre 2011. URL consultato il 19 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2021).
  13. ^ (EN) The Great "Birthday Comet" of 2011, su SOHO, NASA.gov, 15 dicembre 2011. URL consultato il 19 dicembre 2011.
  14. ^ (EN) Continued Adventures of Comet Lovejoy [collegamento interrotto], su What's up in space, SpaceWeather.com, 17 dicembre 2011. URL consultato il 19 dicembre 2011.
  15. ^ (EN) Comet Lovejoy gets even better [collegamento interrotto], su What's up in space, SpaceWeather.com, 22 dicembre 2011. URL consultato il 22 dicembre 2011.
  16. ^ (EN) The Ghost of Comet Lovejoy [collegamento interrotto], su What's up in space, Spacewaether.com, 16 gennaio 2012. URL consultato il 16 gennaio 2012.
  • (EN) 2011 W3 (Lovejoy) (PDF), in The Comet's Tale, British Astronomical Association, Comet Section, 31 gennaio 2012, pp. 1 e 21-23. URL consultato il 16 gennaio 2012.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Sistema solare: accedi alle voci di Wikipedia sugli oggetti del Sistema solare