Spercheo
Spercheo | |
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Il fiume Spercheo a Vitoli, Makrakomi | |
Stato | Grecia |
Periferie | Grecia Centrale |
Unità periferiche | Ftiotide |
Lunghezza | 82 km |
Nasce | Tymfristos 38°57′33.23″N 21°55′59.95″E |
Affluenti | Dira Melas Asopo |
Sfocia | Golfo Maliaco, mar Egeo 38°51′50″N 22°34′35″E |
Lo Spercheo (in greco antico: Σπερχειός?, Spercheiòs, in latino Spercheus) è un fiume del sud della Tessaglia, che sorge sul monte Tymfristos[1] e sfocia nel golfo Maliaco, a 13 km da Lamia.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il fiume nasce al confine con l'Euritania e scorre attraverso il villaggio di Agios Georgios Tymfristou, dove entra in una vasta piana. Passa vicino ai paesi di Makrakomi e Leianokladi, a sud della capitale della Focide, Lamia. Dopo ciò scorre in un'area anticamente paludosa, ma ora bonificata per l'agricoltura, e infine sfocia nel mar Egeo.
I Diropi e gli Eniani ne abitavano anticamente il corso superiore, mentre quello inferiore scorreva verso il mare nella piana Maliaca. Un tempo il fiume si gettava nel mare ad Anticira, mentre i fiumi Dira, Melas e Asopo sfociavano separatamente a sud dello Spercheo.[2]
Il fiume, però, ha cambiato il suo corso, ed ora sfocia molto più a sud di una volta, a un chilometro e mezzo circa dalle Termopili. Il Dira e il Melas ora sono affluenti dello Spercheo, come anche l'Asopo.
Mitologia
[modifica | modifica wikitesto]Lo Spercheo è celebrato nella mitologia come un dio fluviale chiamato Potamoi ed è menzionato in relazione ad Achille. Nell'Iliade infatti Achille è detto facente crescere la propria chioma per offrirla poi in dono al fiume in cambio del suo ritorno in patria: egli però la reciderà per farne dono all'amato Patroclo, appena caduto in battaglia, in quanto è ben conscio del fatto che mai più tornerà in patria: il dio-fiume non aveva dato seguito alla sua preghiera.[3][4][5] Nella traduzione di Vincenzo Monti questo passo è collocato ai versi 184-199 del XXIII canto e risulta:
«Allontanossi
Dal rogo alquanto, e il biondo si recise,
Che allo Sperchio nudría, florido crine,
E al mar guardando con dolor, sì disse:
Sperchio, invan ti promise il padre mio
Che tomando al natío dolce terreno
Io t’avrei tronco la mia chioma, e offerto
Una sacra ecatombe, ed immolato
Cinquanta agnelli accanto alla tua fonte
Ov’hai delubro, ed odorati altari.
Del canuto Peléo fu questo il voto:
Tu nol compiesti. Poichè dunque or tolto
N’è alla patria il ritorno, abbia il mio crine
L’eroe Patróclo, e lo si porti seco.»
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fonti primarie
- Erodoto, Le storie.
- Eschilo, I Persiani.
- Marco Anneo Lucano, Farsalia.
- Omero, Iliade.
- Sofocle, Filottete.
- Strabone, Geografia.
- Virgilio, Georgiche.
- Fonti secondarie
- (EN) William Martin Leake, Travels in Northern Greece, J. Rodwell, 1835.
- (EN) William Smith (a cura di), Spercheius, in Dictionary of Greek and Roman Geography, 1890.
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