Sakkos
Il Sakkos (σάκκος, sákkos) è una veste liturgica vescovile della Chiesa orientale, simile ad una dalmatica latina ma più ampia.
Il Sakkos consistente in una corta tunica con maniche anch'esse corte, sontuosamente ornata e aperta sui fianchi, che vengono chiusi con dei fiocchi, ornati a volte di sonagli. Tale paramento eriva dalla tunica degli imperatori bizantini che inizialmente la concessero ai patriarchi, e che era indossato dagli Imperatori bizantini quando assistevano alla liturgia.
Dopo la caduta dell'impero fu progressivamente adottata da tutti i vescovi, che la usano nei solenni pontificali in luogo del Felonion.
Il nome allude ad un abito di penitenza, raffigura lo straccio di porpora posto sulle spalle del Salvatore. Simeone di Tessalonica, a metà del XV secolo, attribuiva il Sakkos come distintivo ai patriarchi e ai maggiori metropoliti, il Polystavrion ai rimanenti metropoliti ed il solo Omoforion portato sul Felonion ai semplici vescovi.
Il sakkos è solitamente realizzato in un ricco tessuto broccato e può essere ricamato in modo complesso. Normalmente c'è una croce al centro della schiena, che il vescovo bacia prima che gli venga posta addosso. Sul retro sono cuciti bottoni o anelli, ai quali può essere attaccato l'Omoforion vescovile (grande o piccolo). Tradizionalmente, le campane sono attaccate al sakkos, seguendo le indicazioni bibliche per i paramenti del Sommo Sacerdote ebreo (Esodo 28:33–34; 39:25–26).
Storia
In origine, tutti i vescovi indossavano un felonion simile a quello indossato dai sacerdoti, ma tessuto o ricamato con un motivo a croce multistrato chiamato polystaurion ("molte croci"). L'uso del sakkos era un privilegio concesso dal Basileus (Imperatore) ai singoli patriarchi come segno del suo favore personale. La prima prova letteraria dell'indumento si trova negli scritti di Teodoro Balsamone, patriarca di Antiochia (ca. 1130–1140), che lo riteneva limitato al patriarca. Demetrios Chomatenos scrive che era un paramento patriarcale, ma indossato anche da alcuni arcivescovi di status eccezionale, e che veniva indossato solo a Natale, Pasqua e Pentecoste. Simeone di Tessalonica lo attribuisce analogamente ai patriarchi e ad alcuni arcivescovi di rango elevato (menziona gli arcivescovi di Cipro, Ocrida, Turnov e Peć). Altri vescovi continuarono a indossare il polystavrion. La prima rappresentazione artistica del sakkos è in un ritratto di un arcivescovo a Peribleptos, Orchidea, e poi in un affresco di Sava di Serbia trovato nella Cattedrale di Nostra Signora di Ljeviš a Prizren.
Bibliografia
Giovanni Fabriani, Piccolo glossario dei termini liturgici ed ecclesiastici bizantini, Roma, febbraio 2017