Partigiano

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Un partigiano è un combattente armato che non appartiene ad un esercito regolare ma ad un movimento di resistenza e che solitamente si organizza in bande, per fronteggiare uno o più eserciti regolari, ingaggiando una guerra "asimmetrica".

Letteralmente significa "di parte", ovvero persona schierata con una delle parti in causa. In Italia, con il termine "partigiano" ci si riferisce alla Resistenza italiana durante la seconda guerra mondiale.

Per "lotta partigiana" si intende una guerra di difesa contro un'occupazione militare, la conquista o la colonizzazione di un territorio. Tale forma di conflitto è sancita come lecita anche dalla XX Assemblea Generale dell'ONU (1965) laddove dichiara "la legittimità della lotta da parte dei popoli sotto oppressione coloniale, per esercitare il loro diritto all'autodeterminazione e all'indipendenza", invitando "tutti gli Stati a fornire assistenza morale e materiale ai movimenti di liberazione nazionale nei territori coloniali".

Ciò che contraddistingue il partigiano, oltre all'irregolarità, alla accresciuta mobilità e all'impegno politico, è la sua natura tellurica, legata al suolo e alla difesa della patria.

Cenni storici sulla figura del partigiano

La figura del partigiano compare per la prima volta nella guerra partigiana spagnola, che scoppiò in seguito alla sconfitta dell'esercito spagnolo ad opera di Napoleone nel 1808. Si trattò di oltre 200 guerre combattute non coordinatamente.

La scintilla spagnola si propagò nel centro Europa, e si manifestò nel 1809 in Austria e Tirolo, dove però fu presto soffocata nel sangue.

Fondamentale, per la figura del partigiano, sono gli anni 1812 e 1813 in Prussia. Nel 1812 lo Stato Maggiore prussiano emanò una nota in cui, rifacendosi alla guerra civile spagnola, incitava i germanici alla resistenza partigiana. Questo non fu altro che l'anticipazione dell'Editto prussiano sulla milizia territoriale della primavera del 1813, firmato dal re in persona, che esortava i cittadini alla resistenza, ad opporsi alle forze napoleoniche con ogni tipo di mezzo, a non collaborare con l'invasore e a compiere atti terroristici. Solo pochi mesi dopo, il 17 luglio, l'Editto fu modificato, con lo scopo di reincanalare le forze popolari negli schemi tradizionali della guerra.

La Berlino degli anni tra il 1808 e il 1813 offre perciò la teorizzazione e la legittimazione filosofica del partigiano, sebbene la figura del partigiano verrà cancellata per quasi un secolo dallo jus publicum europaeum. I Germanici in particolare si ricorderanno della sua esistenza in maniera ufficiale solo alla fine del secondo conflitto mondiale, costituendo due corpi destinati al combattimento contro gli irregolari.

Nel frattempo il partigiano trova un suo spazio specifico in Russia e in Cina. In Russia, dopo la sua comparsa nella campagna napoleonica del 1812 e in Guerra e pace, Lenin ne farà uno strumento del Partito. In Cina, Mao guiderà la lotta partigiana contro il Giappone e contro Chiang Kai-Shek, costruendo attorno ad esse il Partito Comunista, che poneva al centro la figura del partigiano. Lenin ne fece uno strumento del Partito (con una propensione verso l'esterno), Mao partì da esso per costruire il Partito (connotazione maggiormente tellurica).

Durante la seconda guerra mondiale, parallelamente alla Resistenza italiana vi sono state analoghe forma di lotta nel mondo ed in Europa, come ad esempio l'Armata Popolare di Liberazione della Jugoslavia, la Resistenza sovietica svoltasi al di là delle linee tedesche, la Resistenza tedesca (la Rosa Bianca e la Rote Kapelle) e la Resistenza francese, detta Maquis.

Caratteristiche peculiari

  • Partecipazione volontaria alla lotta armata (non c'è leva obbligatoria)
  • Mancato utilizzo di uniformi o altri segni di riconoscimento (per il diritto internazionale questo significa essere forze irregolari e quindi legittimamente passibili di fucilazione da parte del nemico se catturati armi in pugno secondo la Convenzione di Ginevra)
  • Organizzazione in bande armate (Brigata partigiana)
  • Utilizzo di soprannomi per non farsi riconoscere
  • Collegamento a organizzazione politica

Regolamento dell'Aja del 1907

Il Regolamento sulla Guerra Terrestre dell'Aja del 13 Ottobre 1907 concernente le leggi e gli usi di guerra del 1907 riconosceva lo status di combattente, nel corso della II Guerra Mondiale, secondo le seguenti condizioni (Art. 1 del Regolamento):

  • avere alla loro testa una persona responsabile dei propri subordinati;
  • avere un segno distintivo fisso e riconoscibile a distanza;
  • portare le armi apertamente;
  • conformarsi nelle loro operazioni alle leggi e agli usi della guerra.

affermando inoltre che (Art. 2 del Regolamento): "La popolazione di un territorio non occupato che, all'avvicinarsi del nemico, prende spontaneamente le armi per combattere le truppe d'invasione senza aver avuto il tempo di organizzarsi in conformità dell'articolo 1, sarà considerata come belligerante se essa porta le armi apertamente e se rispetta le leggi e gli usi della guerra."

A causa di questi motivi e dell'adozione da parte dei partigiani di tecniche di combattimento vicine alla guerriglia e comunque atipiche, vi sono stati forti dibattiti sulla definizione di partigiano, essendo questa figura in taluni casi sovrapponibile con quella del terrorista, anche se tipicamente l'ambito di azione di quest'ultimo ha per oggetto i civili e non le forze militari.

Film

Tra i film aventi come tema il partigiano, ricordiamo:

Voci correlate