Lupi nell'abisso

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Lupi nell'abisso
Folco Lulli e Massimo Girotti in una scena del film
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia
Anno1959
Durata90 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,37;1
Generedrammatico
RegiaSilvio Amadio
SoggettoSilvio Amadio, Luciano Vincenzoni
SceneggiaturaGino De Santis, Carlo Romano, Silvio Amadio,
ProduttoreItalo Zingarelli

Georges Combret, Folco Lulli (non accreditati)

Casa di produzioneCompagnie Industrielle et Commerciale Cinématographique (CICC), Films Borderie, Radius Productions, Sagittario Film
Distribuzione in italianoMajor Film
FotografiaLuciano Trasatti
MontaggioLuciano Cavalieri
MusicheBruno Canfora
ScenografiaFranco Lolli
TruccoManrico Spagnoli
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali

Lupi nell'abisso è un film del 1959 diretto da Silvio Amadio. Presentato in concorso al Festival di Berlino 1959, il film, sostenuto soprattutto dallo scrittore Ignazio Silone, ottenne un buon successo tra i giurati.[1]

Durante la guerra un sottomarino italiano viene seriamente danneggiato da una bomba mentre si trova in immersione. A seguito dell'esplosione sopravvivono solo dieci uomini, tra cui il comandante, un tenente e il nostromo. I superstiti credono di poter sfuggire dallo scafo in cui sono intrappolati, a 110 m di profondità, mediante uno speciale scafandro di salvataggio, ma il comandante e il nostromo s'accorgono che il cavo di recupero dello scafandro è rotto per cui non può fare più di un viaggio fino in superficie. Il comandante, per non provocare il panico, non avverte subito i sopravvissuti, ma gli uomini incominciano ad agitarsi e ben presto scoprono la verità. Solo un uomo può mettersi in salvo, ma come decidere? Il comandante non sa più come imporre la propria autorità: egli vorrebbe che il prescelto sia quello che dimostra maggior generosità e altruismo, ma tutti credono di avere validi motivi per salvarsi, per cui si decide che il nome verrà estratto a sorte.

Uno dei marinai, che non è stato favorito dall'estrazione, si impadronisce della pistola del comandante e uccide un compagno, restando ucciso lui stesso. Dei due marinai feriti dalla bomba, uno muore, l'altro è talmente indebolito da non sopravvivere alla risalita in superficie. Poiché il comandante e il nostromo si sono ritirati, la decisione riguarda ormai solo tre uomini. Le condizioni difficili e senza apparente via d'uscita creano i presupposti per far emergere le diverse sfaccettature dell'animo umano, in un crescendo di tensione psicologica fra accuse, sospetti ed egoismi di uomini diventati lupi pur di sopravvivere.

Uno dei tre uomini non desidera ritornare a casa perché la moglie lo ha abbandonato, un altro in un accesso di follia perde la vita. Resta così un solo candidato che, per la sua vita disordinata, sembrava meritare di salvarsi meno di tutti; ma in queste circostanze ha dimostrato tanto altruismo che il comandante è felice di metterlo in salvo. Rimasti soli, comandante e nostromo aspettano la morte leggendo il Vangelo.

  1. ^ Roberto Liberatori, Massimo Girotti. Cronaca di un attore, Centro Sperimentale di Cinematografia, Teke Editori, Roma, 2015, p. 99. ISBN 9788897217237

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